martedì 19 gennaio 2010

Craxi, lo statista latitante

di INDRO MONTANELLI (Corriere della Sera, 20 gennaio 2000)
Raccolgo alla svelta, e un po' alla rinfusa (la notizia della sua morte ci coglie di sorpresa e a tarda ora), i miei pochi ricordi su Craxi. Non ebbi con lui nessuna familiarita' , e ci avro' parlato, si' e no, tre volte. Mi dette dapprincipio una incoraggiante impressione di energia, risolutezza, rapidita' di riflessi. Solo un po' piu' tardi mi parve di capire ch' egli aveva anche una spiccata - e funesta - propensione a considerare nemici tutti coloro che non si rassegnavano a fargli da servitori. Sono pochi, intendiamoci, i politici immuni da questo vizio. Ma alcuni di essi sanno almeno mascherarlo. Craxi era di quelli che l' ostentano sino ad esporsi all' accusa di "culto della personalita": un culto che, a quanto pare, dentro il partito gli riusci' d' imporre, e molto forse gli giovo' a tenerlo in pugno; ma che, trasferito sul piano nazionale, avrebbe potuto procurargli seri guai. Non perche' a noi italiani certi atteggiamenti dispiacciano, anzi. Ma perche' , in fatto di guappi, siamo diventati, dopo Mussolini, molto piu' esigenti: quelli di cartone li annusiamo subito. Ricordo la bagarre finale del congresso al Midas di Roma (nel luglio 1976), che lo acclamo' trionfatore. Fra le tante accuse che gli sconfitti lanciarono contro di lui, c' era anche quella di non essere "un vero socialista". Nel commento che gli dedicai sul mio giornale, scrissi che, al posto di Craxi, avrei adottato quella definizione come slogan di propaganda elettorale: chissa' , dicevo, quanti voti gli avrebbe portato. Da quel momento, a Milano, ci fu una moda - Craxi, o una Craxi - moda. I salotti se lo contendevano, le signore lo trovavano perfino avvenente, o almeno sexy. Purtroppo per lui il consenso non si tradusse mai in voti. I suoi sociologi (ne aveva tra i piedi, poveraccio, anche lui) dicevano che quei mezzi insuccessi il Psi li doveva al fatto che non riusciva a far breccia nel "terziario avanzato". Io non so cosa sia il terziario avanzato. Ma ero convinto che la delusione elettorale fosse dovuta, prima che su di lui si scatenasse la tempesta di tangentopoli, al deterioramento della sua immagine. Piu' che audace, l' uomo appariva spavaldo; piu' che efficiente, ingombrante; e piu' che autorevole, insolente. Insomma, come ho detto, in fatto di guappi, dopo Mussolini, noi italiani avevamo imparato a distinguere quelli di cartone. E Craxi, anche se non lo era, nella tempesta lo apparve. Nel merito delle accuse che gli piovvero addosso, non voglio entrare. Forse ci furono delle esagerazioni e degli accanimenti. Forse in cio' che ha detto sua figlia dinanzi al cadavere del padre - "Non e' morto, lo hanno ammazzato" - c' e' qualcosa, e piu' che qualcosa, di vero. Ma dobbiamo ammettere che la sua battaglia d'imputato Craxi la condusse proprio da guappo di cartone, e ne sbaglio' tutta la sceneggiatura. Peccato. Era la prima volta che il partito socialista italiano aveva trovato un uomo, se non di Stato, almeno di governo, che lo aveva liberato dalla subalternanza al Pci, e condotto su posizioni democratiche, europeistiche e atlantiche. Lo avra' anche fatto con metodi alquanto spicciativi e disinvolti, piu' da padrino che da leader. Ma mi chiedo se avrebbe potuto usarne di diversi per avere ragione dei vecchi tromboni del massimalismo populista e piazzaiolo con le loro clientele incrostate da decenni. E mi chiedo anche quanto contribuirono alla sua crocefissione i rancori e le acredini che si era lasciato dietro. Ma nella difesa si perse, e non per mancanza, ma forse per eccesso di coraggio. Perche' di coraggio ne aveva. Non ricordo in quale occasione, una volta seguii sul video un intervento di Craxi dal suo banco di governo alla Camera. Per due volte s' interruppe alla ricerca di un bicchier d' acqua. Per due volte Andreotti, che gli sedeva accanto, glielo porse. E per due volte egli lo bevve.

7 commenti:

Marcello Novelli ha detto...

Craxi, ricordo che all'inizio mi piaceva, ricordo ero alle superiori. Poi mi hanno spiegato che rubava e che truccava le foto elettorali per apparire piu' magro e non mi piacque piu'.

Ricordo anche negli anni di tangentopoli ero abbonato a Panorama (un abbonamento di quelli col 90% di sconto) e che ho tenuto via tutti i numeri fino a qualche anno fa per paura de "l'effetto 1984". Dicevo: se sta scritto non possono ritrattare tutto.

Poi ho traslocato e li ho dovuti buttare... adesso mi accorgo di aver fatto male.

Marcello Novelli ha detto...

Che silenzio in rete oggi...

Che brutto silenzio.

Alessandro Teruzzi ha detto...

Mio caro,
il Bettino non e' piu' di moda.

Tra l'altro la legge ammazza processi chiamato con un eufemismo "processo breve" e' passata al senato.

Io personalmente che il segno lo si e' passato molto tempo fa. Ma non finisco mai di stupirmi.

Cristiano ha detto...

ma che cazzo c'è da aggiungere a tutto quello che sta succedendo?
marcello c'è poco da dire.... l'italia vuole quello che sta succedendo... ne più ne meno...

.. se anche quel cazzone di napolitano "riabilita" la figura di craxi..


che nausea...

Alessandro Teruzzi ha detto...

Aveva cominciato Veltroni. In questo blog ne ho parlato diversi mesi fa. Ho anche postato il video per chi voleva disgustarsi di persona.

Marcello Novelli ha detto...

E allora cosa si fa? Scappiamo tutti all'estero? Continuiamo a farci i cazzi nostri o incominciamo a farlo se non lo abbiamo fatto fino ad ora?

No, no, non ce l'ho con voi, ma qualcosa bisognera' pur fare. Ci sara' qualcosa di meglio che continuare a lamentarci e basta? Governo Bastardo!!!

Dai, facciamo qualcosa, eh!

Alessandro Teruzzi ha detto...

Io sono gia' scappato!

Scherzavo e capisco la tua amarezza.