martedì 24 marzo 2009

Comunicazione di Servizio (5)


Torno a Milano per Pasqua, arrivo la sera di venerdi' 10 aprile e riparto, sempre di sera, martedi' 14.

Chi vuole farsi un giro a Londra si faccia sentire la mia casa e' vuota.

A chi va di farsi una pizza?

giovedì 19 marzo 2009

La sincerità è in sè una stronzata




Mettiamo subito le cose in chiaro. Quello che leggerete non è farina del mio sacco. Non lo dico per prendere le distanze, ma solo per non prendermi dei meriti che non ho.

Cercherò di riassumervi un (già succinto) libro zeppo di spunti interessanti, che mi è capitato di rileggere in questo periodo.

"Uno dei tratti salienti della nostra società è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo. Tendiamo però a dare per scontata questa situazione"

Con queste parole inizia il saggio filosofico di Harry G. Frankfurt "Stronzate".

Il libro parte con una rassegna dei lavori in materia (piuttosto pochi) e costruisce pian piano una definizione di "stronzata" pur senza condensarla in un'unica frase.

Ci provero io, anche se vi consiglio vivamente di leggervi il libro.

Stronzata: falsa rappresentazione, pur senza giungere alla menzogna, dei propri pensieri, sentimenti e atteggiamenti.

L'essenza della stronzata è nella subordinata "pur senza giungere alla menzogna". Quando uno dice una stronzata non sta necessariamente mentendo, si sta semplicemente disinteressando della verità della sua affermazione. Un bugiardo conosce la verità e volontariamente la nega. Il concetto di verità è assolutamente centrale nel ragionamento del bugiardo.

Il produttore di stronzate è interessato unicamente a comunicare una certa immagine di se e la verità assume un ruolo marginale.

Le stronzate sono un nemico della verità molto più pericoloso delle menzogne, nonostante ciò sono considerate moralmente meno gravi.

Pronunciare una stronzata è inevitabile ogni volta che si parla di qualcosa che non si conosce. Il proliferare delle stronzate ha diffuso forme di scetticismo sulla possibilità di ottenere accesso affidabile all'analisi oggettiva.

Insomma, stiamo cominciando a pensare che sia impossibile conoscere la verità sulle cose.

Questo ci spinge all'abbandono dell'ideale di ESATTEZZA per un ideale alternativo di SINCERITA'.

L'uomo, convinto che non sia possibile descrivere con ESATTEZZA la realtà, si accontenta di esprimere in maniera SINCERA se stesso.

Chi può pensare che descrivere se stessi sia più facile che descrivere un qualsiasi fenomeno? Chi può affermare che la psiche umana (anche la propria) sia più semplice del mondo che ci circonda?

Ma se questo è vero, la sincerità è in sè una stronzata.

martedì 17 marzo 2009

Nostalgia canaglia


Da quando sono partito non ho mai avuto nostalgia.

Intendo non quel dolce sentimento che ti fa ricordare i tuoi amici, la tua famiglia e tutte le cose belle che ti sei lasciato dietro. Quella non e' la vera nostalgia. Quel sentimento ti coccola e ti stabilizza.

La vera nostalgia l'ho provata questo sabato ed e' stato come ricevere una schiaffo in faccia.

E' difficile da spiegare, era un sentimento che non avevo realmente mai provato prima d'ora.

In passato ho avuto nostalgia di mio Padre, ma in un certo senso non e' la stessa cosa.

Sentire la mancanza di qualcosa che e' impossibile avere e' piu' sopportabile di aver bisogno di qualcosa che si e' deciso di lasciare.

Vivere a Londra mi soddisfa e mi stimola. Ho creato amicizie profonde e legami, ma da sabato ho come l'impressione che le radici non si riformino. Come se lo stesso legame che ho con il luogo dove sono nato sia impossibile da avere in qualunque parte del mondo.

sabato 14 marzo 2009

Il silenzio è d'oro

martedì 10 marzo 2009

Il sangue dei vinti


L'ultima volta che ho parlato di questo argomento ero su una spiaggia di Zanzibar a conversare con Michele, Mara ed un americano curioso. Forse sarà perché l'argomento tocca un punto sensibile e forse sarà stata la lingua inglese, ma il mio ragionamento è risultato troppo perentorio e pessimista a giudizio dei presenti.

Ci riprovo qui, con la calma che impone la scrittura e con il vantaggio di utilizzare la mia lingua.

La tesi è semplice: in Italia il fascismo non è considerato una pagina esecrabile della nostra storia. O se volete, in parole più semplici: gli italiani non si vergognano del loro passato fascista.

Perché il nazismo è vissuto in maniera diversa dai tedeschi?

Beh, direte voi. I nazisti sono il male assoluto, noi siamo tutta un'altra cosa. Insomma: italiani brava gente.

Questa è un gigantesca frottola. Non è vero!

Il fascismo è andato al potere con un atto di prepotenza (la marcia su Roma), lo ha mantenuto con l'omicidio (Matteotti), la violenza e con delle elezioni illegali. Abbiamo insegnato alla Germania il fascismo ed al mondo il culto della personalità.

Abbiamo ossequiosamente ratificato le leggi razziali.

Abbiamo dichiarato guerra ad una Francia sconfitta per un pezzo di terra. Abbiamo aggredito Albania e Grecia (la prima annettendola senza sparare un colpo e la seconda subendo umilianti sconfitte) per assecondare le manie di grandezza di un folle. Il tutto è successo nel silenzio compiaciuto del popolo italiano.

L'Italia era nera nel volto e anche nel cuore.

La Germania rasa al suolo, occupata e divisa è passata attraverso una completa abiura. Ha pagato a caro prezzo la sua sconfitta. Fino alla fine degli anni ottanta lo stesso popolo viveva diviso. L'Austria ha dovuto aspettare il 1955 per tornare una nazione indipendente.

Grazie all'opportunismo vile, che raggiunge il suo culmine l'8 settembre del 43, e la fortunata importanza strategica della nostra nazione noi non abbiamo subito lo stesso trattamento. Siamo da subito una nazione libera, ma con un passato indegno e la coscienza sporca. Allora ricostruiamo la nostra storia utilizzando il sangue dei pochi oppositori antifascisti.

L'Italia ha esaltato per anni il valore dei partigiani e si è lavata la coscienza con il loro sangue. Il sacrificio e il coraggio di poche migliaia di persone è stato sfruttato per ripulire l'immagine di una nazione intera.

Nel contempo ci hanno insegnato che il fascismo non era stato poi così male. In fondo Mussolini ha fatto bonificare le paludi, ha costruito stazione centrale e ci ha dato finalmente una coscienza nazionale. Qualcuno confuso pensa ancora che la guerra l'abbiamo vinta e che gli americani ci hanno "liberato", invece di averci invaso e sconfitto.

In sostanza l'Italia non ha espiato i suoi peccati. Per anni ci hanno insegnato a dimenticare i nostri torti e questo ci ha impedito di innamorarci della democrazia e di fidarci delle sue regole.

I partigiani non hanno vinto la guerra. L'hanno persa.

La stessa parola "resistenza" implica inevitabilmente una vittoria impossibile. Nel libro "Storia militare della seconda guerra mondiale" (Liddell Hart, Mondadori) su circa mille pagine l'autore dedica quattro righe ai partigiani.

I partigiani non hanno vinto la guerra. Gli alleati lo hanno fatto.

Ogni volta che sento qualche indegno figuro insultare la democrazia provo disgusto.

E rabbia. La rabbia che mi fa dire che abbiamo sprecato "il sangue dei vinti".

giovedì 5 marzo 2009

Poco o Nulla?


E' passato ormai quasi un anno da quando ho fatto questo discorso, forse e' meglio dire discussione accanita, con una mia amica intelligente e preparata.

Non mi ha mai convinto la sua posizione, ma ogni tanto mi capita ancora di pensarci ed allora vorrei sapere la vostra opinione.

Oggetto del contendere: L'influenza che hanno gli altri su delle persone che hanno un disagio psicologico marcato, come una dipendenza grave o problemi con il cibo.

Tesi (la sua): Chi soffre di questi problemi puo' farcela solo contando sulle proprie forze. Ogni aiuto e' assolutamente indifferente. Intendiamo bene. Zero. Non poco o pochissimo, ma semplicemente zero.

Antitesi (la mia): Le influenze possono essere sia positive che negative, e' molto piu' facile che quelle negative abbiano un peso rilevante e quelle positive siano di lieve o lievissimo impatto.

Qualcuno aggiunto alla discussione in seguito ha introdotto l'ipotesi che le influenze siano solo negative. Questa sento di escluderla perche' se applicata porterebbe a pensare che il miglior modo per superare questo problema sia l'isolamento del malato.
Cosa che mi sembra ormai chiaro che non ha effetti benefici.

Ho volutamente riportato l'argomento usando un tono scientifico e distaccato per non influenzarvi.

Perche' l'argomento e' serio e delicato.

Sembra che le persone che soffrano siano sempre da un'altra parte. Sappiamo che ci sono, ma non contano per noi fin quando non ce le troviamo accanto.

E se succede e' bene essere preparati.

lunedì 2 marzo 2009

Mamma li Turchi!


Ragazzi, ho trovato un volo da Londra per Istanbul che costa solo 65 sterline (andata e ritorno).

Il volo sarebbe intorno alla meta' di giugno. Ho controllato anche gli alberghi (6 notti 120 sterline a testa in camera doppia).

Qualcuno vuole farmi compagnia?

Accorrete numerosi.