sabato 30 gennaio 2010

I am on diet plan


Devo dire che ho subito un po' il colpo. Passi la zia che mi dice:"Te trovi ben, con un po' de panzeta e bel grasutin in facia". Riesco ancora a sopportare anche le vecchiette che prima mi scambiano per mio fratello (che ha 14 anni in più sigh!) e poi mi dicono:"te reconussi pu, te seret insci un bel bagai da giuin (non ti riconosco più, eri così un bel ragazzo da giovane)". Ma quando la Nintendo Wii di mio nipote (dopo avermi pesato, chiesto età ed altezza) sentenzia che sono un "ciccione maledetto" con tanto di omino rubicondo a rappresentarmi, mi sono intristito ed ho fatto un esame di coscienza. Dopo una accurata analisi delle mie abitudini alimentari e sportive dell'ultimo anno solare il risultato è stato: non ho fatto un cazzo ed ho mangiato come un maialino spensierato.

Lo confesso adoro mangiare, ma adoro anche fare sport, nella mia vita mi è successo spesso di rimane lunghi periodi senza fare attività fisica, ma non ho mai smesso di mangiare. Un appetito da taglialegna ha sempre accompagnato i miei pasti. Mi nasconderei dietro un dito se non ammettessi che anche la presenza di D. mi ha reso più pigro. Non dico che sia colpa sua, anzi lei mi ha sempre incoraggiato ad andare a correre. Non ricordo chi disse:"L'uomo è in continua divisione tra ambizione ed erezione", non perfettamente calzante ma immagino renda l'idea.

Meno di un mese fa mi sono iscritto in palestra, ho fatto un contratto da quattro mesi giusto per non rischiare. Sono contento, ogni volta prima di andarci sono svogliato ed ogni volta quando esco mi sento bene, rilassato e rinvigorito. Sono affetto da una pigrizia iniziale, ma una volta rotto il ghiaccio vado come un treno. Per dirla in termini chimici, sono una reazione molto favorita termodinamicamente, ma ho una grossa energia d'attivazione da superare.

Dimenticavo, in realtà non sto facendo nessuna dieta, cerco di non esagerare e di andare in palestra regolarmente. Avete qualche consiglio? Mi raccomando, non saltate fuori con qualche cosa del tipo "la dieta della banana" o quella "dell'uomo delle caverne", non ho tempo di masticare carne cruda o voglia di alimentarmi come un primate inferiore. Qualche idea per la pausa pranzo a lavoro invece sarebbe gradita.

lunedì 25 gennaio 2010

Liberi Tutti



Salvatore Cuffaro è stato condannato a 7 anni in appello per concorso esterno in associazione mafiosa. Un senatore della repubblica con una condanna di 7 anni. Naturalmente non si è dimesso, cosa ci si doveva aspettare da uno che si era candidato avendo già beccato 5 anni in primo grado?

L'Italia è in mano a delinquenti e l'opinione pubblica tace. Nessuno si lamenta, nessuno manifesta, tutti sembrano essere addormentati.

Il senato pieno di galantuomini ha già approvato la legge che falcidierà i processi, verranno chiusi tutti i processi a Berlusconi (guarda caso), ma anche quello sul crack Parmalat e Cirio, lo scandalo Telecom e quello sulla scalata della banca Antonveneta. Un codicillo è già pronto per chiudere anche i processi alla corte dei conti.

Dal mio partito voglio opposizione dura. Se il PD non avrà una linea durissima nei confronti di questo scempio perderà il mio voto e vi prometto che impiegherò tutte le mie energie e le mie doti persuasive per togliergli più voti possibili.

La misura è colma, io non voglio scegliere tra farabutti e persone con qualche scheletro nell'armadio. Io voglio gente di specchiata onesta.



venerdì 22 gennaio 2010

Nickname





Alla tenera eta' di otto anni mi divertivo a imitare Beppe Grillo. Per questo motivo da ormai piu' di 25 anni mi porto dietro quel soprannome "Beppe". Intendiamoci, mi e' andata bene! Conosco gente che ha avuto in sorte un epiteto ben peggiore.

Mentre in inglese il nickname puo' essere semplicemente un nome abbreviato in italiano e' molto di piu', e' spesso simpatico, qualche volta geniale ed in alcuni casi anche poetico.

Ho bisogno di alcune idee, quindi vi chiedo un favore. Postate i soprannomi che vi hanno piu' colpito, anche con una breve spiegazione se volete. Sono piu' interessato a quelli legati alla tradizione popolare, magari in dialetto.

Grazie per l'aiuto.

martedì 19 gennaio 2010

Craxi, lo statista latitante

di INDRO MONTANELLI (Corriere della Sera, 20 gennaio 2000)
Raccolgo alla svelta, e un po' alla rinfusa (la notizia della sua morte ci coglie di sorpresa e a tarda ora), i miei pochi ricordi su Craxi. Non ebbi con lui nessuna familiarita' , e ci avro' parlato, si' e no, tre volte. Mi dette dapprincipio una incoraggiante impressione di energia, risolutezza, rapidita' di riflessi. Solo un po' piu' tardi mi parve di capire ch' egli aveva anche una spiccata - e funesta - propensione a considerare nemici tutti coloro che non si rassegnavano a fargli da servitori. Sono pochi, intendiamoci, i politici immuni da questo vizio. Ma alcuni di essi sanno almeno mascherarlo. Craxi era di quelli che l' ostentano sino ad esporsi all' accusa di "culto della personalita": un culto che, a quanto pare, dentro il partito gli riusci' d' imporre, e molto forse gli giovo' a tenerlo in pugno; ma che, trasferito sul piano nazionale, avrebbe potuto procurargli seri guai. Non perche' a noi italiani certi atteggiamenti dispiacciano, anzi. Ma perche' , in fatto di guappi, siamo diventati, dopo Mussolini, molto piu' esigenti: quelli di cartone li annusiamo subito. Ricordo la bagarre finale del congresso al Midas di Roma (nel luglio 1976), che lo acclamo' trionfatore. Fra le tante accuse che gli sconfitti lanciarono contro di lui, c' era anche quella di non essere "un vero socialista". Nel commento che gli dedicai sul mio giornale, scrissi che, al posto di Craxi, avrei adottato quella definizione come slogan di propaganda elettorale: chissa' , dicevo, quanti voti gli avrebbe portato. Da quel momento, a Milano, ci fu una moda - Craxi, o una Craxi - moda. I salotti se lo contendevano, le signore lo trovavano perfino avvenente, o almeno sexy. Purtroppo per lui il consenso non si tradusse mai in voti. I suoi sociologi (ne aveva tra i piedi, poveraccio, anche lui) dicevano che quei mezzi insuccessi il Psi li doveva al fatto che non riusciva a far breccia nel "terziario avanzato". Io non so cosa sia il terziario avanzato. Ma ero convinto che la delusione elettorale fosse dovuta, prima che su di lui si scatenasse la tempesta di tangentopoli, al deterioramento della sua immagine. Piu' che audace, l' uomo appariva spavaldo; piu' che efficiente, ingombrante; e piu' che autorevole, insolente. Insomma, come ho detto, in fatto di guappi, dopo Mussolini, noi italiani avevamo imparato a distinguere quelli di cartone. E Craxi, anche se non lo era, nella tempesta lo apparve. Nel merito delle accuse che gli piovvero addosso, non voglio entrare. Forse ci furono delle esagerazioni e degli accanimenti. Forse in cio' che ha detto sua figlia dinanzi al cadavere del padre - "Non e' morto, lo hanno ammazzato" - c' e' qualcosa, e piu' che qualcosa, di vero. Ma dobbiamo ammettere che la sua battaglia d'imputato Craxi la condusse proprio da guappo di cartone, e ne sbaglio' tutta la sceneggiatura. Peccato. Era la prima volta che il partito socialista italiano aveva trovato un uomo, se non di Stato, almeno di governo, che lo aveva liberato dalla subalternanza al Pci, e condotto su posizioni democratiche, europeistiche e atlantiche. Lo avra' anche fatto con metodi alquanto spicciativi e disinvolti, piu' da padrino che da leader. Ma mi chiedo se avrebbe potuto usarne di diversi per avere ragione dei vecchi tromboni del massimalismo populista e piazzaiolo con le loro clientele incrostate da decenni. E mi chiedo anche quanto contribuirono alla sua crocefissione i rancori e le acredini che si era lasciato dietro. Ma nella difesa si perse, e non per mancanza, ma forse per eccesso di coraggio. Perche' di coraggio ne aveva. Non ricordo in quale occasione, una volta seguii sul video un intervento di Craxi dal suo banco di governo alla Camera. Per due volte s' interruppe alla ricerca di un bicchier d' acqua. Per due volte Andreotti, che gli sedeva accanto, glielo porse. E per due volte egli lo bevve.

domenica 17 gennaio 2010

Vita di coppia: i parenti della vittima



Ho sempre avuto un rapporto difficile con la famiglia delle mie ex ragazze. Per esempio la famiglia P. mi odiava al gran completo: madre, padre e fratello incazzoso. Il fratello interista sfegatato, mi veniva incontro cantando gioiosamente "crepa gobbo maledetto sotto il crollo del muretto", la madre era rimasta risentita dopo una nostra discussione sulla politica italiana. Il padre, che ho scoperto poi votare dalla stessa mia parte, non mi era molto solidale e a dire il vero non mi ricordo nemmeno che mi abbia mai rivolto la parola.

A volte anche la sfortuna ha giocato a mio sfavore, ricordo un giorno afoso di circa quindici anni fa, io e Carlo eravamo appena tornati dal montaggio di una cucina e ci stavamo ristorando nel seminterrato dello studio di architettura. Eravamo in epoca pre-cellulare e durante i miei studi universitari, in cui vigeva la regola: "quel che è gratis è bello e se è a scrocco ancora meglio", allora colgo l'occasione per telefonarle a casa. Compongo il numero e aspetto.
Primo squillo, Carlo stappa un bottiglia di acqua gasata. Sciupzzzzz...
Secondo squillo, comincia a berla a canna camminando verso di me. Glu, glu, glu...
Terzo squillo, mi è quasi di fianco ed ha finito di bere. E' pienamente soddisfatto. Ahhhh...
Quarto squillo, il padre di lei risponde: Pronto. Carlo esplode un rutto temporalesco. Burpppppp...
Pronto chi parla? Io tergiverso per qualche ansioso secondo e senza dire nulla riattacco.
Richiamo dopo trenta minuti, e non faccio in tempo a dire chi sono che il padre mi inchioda:"Eri tu quello di prima. Vero?"

Non ero il ragazzo ideale neanche per i genitori di M. Sua madre aveva il cruccio delle miei origini, Milano le sembrava più lontano dell'America, suo padre avrebbe voluto un genero amante dell'agricoltura (uno come Carlo per esempio). Anche il dialetto non mi ha mai aiutato, sono stati per molti anni convinti che capissi il cuneese. Scherzi a parte sono sicuro che tutti mi hanno voluto bene, soprattutto i genitori di M, mi è spiaciuto essere sparito in quel modo repentino e di non averli mai nemmeno salutati in modo appropriato. Sono delle brave persone che si meritano tutto il bene possibile, chissà, un giorno magari telefonerò.

Adesso la situazione è diversa e sono più a mio agio, un po' perché conosco l'idioma e un po' perché nell'industria sono un po' più ferrato che nella agricoltura. La signora mi ha già conquistato, regalarmi il "Brioschi" è il modo migliore per entrare nelle mie grazie.

mercoledì 13 gennaio 2010

Roma Antica ed Italia Moderna



Ho appena riletto con gusto e piacere "Storia di Roma" di Indro Montanelli, le analogie tra la storia dell'impero che ha dato le radici all'occidente e la nostra Italia mi sono sembrate più che evidenti! Eccovele:

Senato Romano - Parlamento Italiano

Montanelli scrive del primo:"La vecchia orgogliosa aristocrazia (Roma repubblicana) è stata forse la più grande classe dirigente che il mondo abbia visto, per secoli ha dato l'esempio dell'integrità, del coraggio, del patriottismo, insomma del 'carattere' romano".

Il secondo: Al momento abbiamo in parlamento una ventina di condannati, in un passato non lontano sfioravamo il centinaio (integrità). Il nostro ministro dell'Interno è stato condannato per aver morso un poliziotto alla caviglia (coraggio), un altro ministro ha invitato a pulirsi il culo con il tricolore (patriottismo).

Attilio Regolo - Cosentino

Il primo: Fu console di Roma, fatto prigioniero durante le guerre puniche ha passato diversi anni nelle carceri cartaginesi. Seguendo una tradizione secolare Cartagine inviò il prigioniero in patria a trattare la pace, in caso l'armistizio non fosse raggiunto Regolo si impegnava a tornare a Cartagine come prigioniero. Il nostro arriva a Roma ed invece di perorare la pace chiede al Senato di continuare la guerra perché il nemico ero vicino alla sconfitta. Regolo invece di fuggire ritorna di sua spontanea volontà a Cartagine dove viene ucciso, chi dice crocefisso, chi dice gettato da una rupe chiuso dentro una botte irta di chiodi.

Il secondo: è coordinatore regionale de Il Popolo della Libertà in Campania. Dal 12 maggio 2008 è Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze. Nel settembre 2008 viene pubblicamente accusato di aver un ruolo di primo piano nel riciclaggio abusivo di rifiuti tossici, da Gaetano Vassallo, il boss che per 20 anni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari. Viene richiesta l'autorizzazione a procedere da parte della magistratura che la camera dei deputati coraggiosamente nega.

Meritocrazia - Mignottocrazia

La prima: l'esercito era la principale via del successo, un buon soldato poteva fare carriera e diventare un personaggio di primissimo piano. Alcuni imperatori erano figli di borghesi o semplici contadini, Diocleziano era addirittura figlio di un liberto (uno schiavo liberato).

La seconda: quella roba lì ha sempre tirato anche in antichità, ma di solito ci si limitava a gioielli, pellicce e magari del denaro. Ma adesso si distribuiscono candidature al parlamento europeo, a quello italiano, un disco con Apicella o se sei veramente brava addirittura un ministero.

Bruto - Tartaglia

In un paese in cui la politica ha cominciato ad intrecciarsi con sciaquette e travestiti, non poteva che trasformare tutto in farsa. Anche noi abbiamo la nostra tragedia, fortunatamente diluita e stemperata nel risultato. Ma sempre quello rimane uno specchio della nostra politica, che pretende di darsi una dignità attraverso quattro gocce di sangue.

Concludo con le parole di Montanelli, scritte quasi mezzo secolo fa, ma ancora terribilmente attuali:"Mai città al mondo ebbe più meravigliosa avventura. La sua storia è talmente grande da far sembrare piccolissimi anche i giganteschi delitti di cui è disseminata. Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo: di avere per capitale una città sproporzionata, come nome e passato, alla modestia di un popolo che, quando grida 'Forza Roma' , allude soltanto a una squadra di calcio."

domenica 10 gennaio 2010

Rosarno: la polveriera



Leggere i commenti a questo filmato su youtube mi ha molto preoccupato, so che il web scatena l'aggressività dei codardi che si nascondono dietro all'anonimato, ma nonostante ciò sono rimasto sorpreso. Si respira un odio ottuso. Saranno le vacche magre che rendono la gente spaventata ed egoista, ma io comincio a pensare che il popolo italiano abbia perso la sua capacità di entrare in empatia con le sofferenze altrui. Commenti di quel tipo sono possibili soltanto perché la gente non si pone la più semplice delle domande:"se fossi al suo posto?".

Io sono un immigrato italiano nel Regno Unito e questa paura dello straniero vista da Londra non ha molto senso, la città è cosmopolita. Il 40% delle persone non è britannica e si parlano un totale di 200 lingue diverse. Questo grafico sono sicuro che vi interesserà:



A8:Estonia, Czech Republic, Hungary, Latvia, Lithuania, Poland, Slovakia and Slovenia.

Gli immigrati est europei prendono leggermente meno degli inglesi, ma è interessante vedere come gli altri immigrati hanno uno stipendio sostanzialmente identico a quello dei nati in UK. Ho cercato un grafico del genere per l'Italia, ma senza successo.

"Un lavoratore non comunitario percepisce mediamente il 36,4% di stipendio in meno dei comunitari, inclusi gli italiani. Questo divario può arrivare, ad esempio a Milano e Roma, anche a 10mila euro l'anno. Questo enorme divario Emerge dal Terzo rapporto su immigrati e previdenza elaborato su dati Inps dai ricercatori del dossier immigrazione Caritas-Migrantes.

Dal rapporto emerge che sono quasi due milioni i lavoratori stranieri che versano contributi previdenziali in Italia ma solo 6mila quelli che percepiscono una pensione. Un lavoratore non comunitario ha una retribuzione media lorda di 10.042 euro (dati 2004).

Per le donne la differenza retributiva rispetto alle comunitarie è del 41,2%. Circa la metà delle lavoratrici straniere iscritte all'Inps lavora in famiglia, dove si evidenzia un importante sommerso: l'86% dei contratti è concentrato nella fascia oraria fino a 30 ore, dato, secondo il rapporto, assolutamente "incoerente" rispetto all'elevato numero di occupati praticamente a tempo pieno come assistenti familiari."



Mi interessa sapere la vostra opinione, come andrà a finire? 

mercoledì 6 gennaio 2010

Una nuova religione



L'anno è cominciato con una disputa teologica. A colazione ci siamo ritrovati a discutere di cattolicesimo e più in generale delle più grandi religioni monoteistiche. L'animatore è stato Diego che con una salace argomentazione ha cercato di dimostrare che la maggior parte dei religiosi non è altro che un ipocrita. L'argomentazione è semplice: sei un credente se e solo se rispetti tutti i precetti che la tua religione impone. Quindi un cristiano non casto, un indù che mangia hamburger e un musulmano che si fa un cicchetto ogni tanto sono ipocriti. Io trovo l'argomentazione estremista, infatti a mio avviso l'appartenenza non significa aderenza al 100%, ma in maniera più elastica unità d'intenti.
Ma qui c'è di mezzo la fede, ed io di fede non me ne intendo molto. Non rispettare una regola è condizione sufficiente a renderti un ipocrita? Continuo a credere di no, ma non ne sono certo. Voi come la pensate?

Ho una proposta, so che si scherza con i fanti e non coi santi, ma io sono agnostico, quindi non avetevela a male se vi propongo questo gioco mentale. I precetti religiosi sono frutto dell'ingerenza temporale delle varie religioni, quelli musulmani sono più marcati e più rispettati semplicemente perché esistono paesi più influenzati da questa religione. A mio avviso i precetti sono ormai superflui, le leggi "secolari" si occupano di effettuare il controllo sociale, non abbiamo più bisogno di quelle religiose.

Che ne dite di un sistema a punti, se fai qualcosa di buono il tuo punteggio sale, se fai qualcosa di cattivo il tuo punteggio scende, sarebbe più flessibile, l'infrazione di una singola regola non ti squalificherebbe, ma comunque meritocratico.

A ripensarci è passare dal modo di pensare occidentale (il principio del terzo escluso) ad una visione più orientale (la moderna logica fuzzy).

Ops... forse ho esagerato e mi sono filosofeggiato addosso.

martedì 5 gennaio 2010

Anni 70




Bernardo Bertolucci sostiene che la libertà culturale e la vivacità creativa che aveva il cinema degli anni 70 oggi è semplicemente impensabile. Credo abbia ragione, un film come "Salò o le 120 giornate di Sodoma" sarebbe inaccettabile.

Capire gli anni 70 non è facile, soprattutto per quello che è successo in Italia, mi piacerebbe farlo ed ecco allora che chiedo il vostro aiuto. Mandatemi link, canzoni, titoli di libri e film che mi aiutino a capire come eravamo e dove è andata a finire questo anticonformismo fecondo. Sembra incredibile che una generazioni di intellettuali non abbia percepito la deriva totalitaria dei regimi comunisti, anche questo rimane ai miei occhi un mistero e voglio fare un po' ombra nel nostro passato. Chissà che non mi aiuti a capire anche un poco l'Italia di oggi.