mercoledì 24 marzo 2010

Spring Break


Venerdì parto per Copenhagen con D. Questo viaggio l'avevamo già programmato per il settembre scorso, ma cause di forza maggiore ci hanno impedito di partire. Ci riproviamo. Rimaniamo 4 giorni in Danimarca ed il 30 andiamo ad Amsterdam per altri 5 giorni (mi dispiace Giorgio, non ci incrociamo per poche ore). Ed infine ritorniamo a Londra la domenica di Pasqua. Come al solito chiedo il vostro aiuto. Se avete qualunque consiglio è bene accetto.

lunedì 22 marzo 2010

Consigli per la lettura: feedback


Tempo fa vi avevo chiesto un consiglio per l'acquisto di alcuni libri, a dire il vero sono stato un po' scortese e non vi ho neanche detto cosa ho comprato. Rimedio ora.

Mi ha convinto Boh con la sua Anticasta (resoconto dei comuni virtuosi), ho bisogno di un po' di ottimismo sul versante politica. Non l'ho ancora letto, vi dirò se sarà capace di restituirmi il sorriso.

Ho cercato senza trovarlo Eleanor Rigby, il Panda è riuscito a incuriosirmi, ma tutte le nostre ricerche sono state vane. Sicuro che esiste tradotto in italiano?

I libri consigliati da Marcello li ho già letti (almeno i romanzi), mi associo al suo appello: leggete "1984".

Ho letto con piacere "Il falò delle vanità" (consigliato da Pina), libro interessante sul'America multirazziale e fondata sul denaro, è una commedia amara sulla vacuità, le incongruenze e la pochezza della città simbolo dell'impero. Il libro è gradevole, scritto bene anche se a volte ridondante (700 pagine!), si merita un 7-, ma se vi interessa saperne di più sul melting pot statunitense leggetevi "Pastorale Americana", tutto un altro spessore. Insomma un 9 bello tondo.

Sto leggendo "Tre camere a Manhattan" suggerito da Pietro. Mi aspettavo un giallo da Simenon (leggetevi "L'uomo che guardava passare i treni"), invece mi ritrovo un romanzo psicologico e passionale.

Un libro me lo sono scelto da solo. "Arcipelago Gulag" di Aleksandr Solženicyn. Duemila pagine divise in 3 volumi di storie di deportati nei campi di concentramento russi! Mi ci vorrà impegno, speriamo bene.

Prima di chiedervi aiuto stavo leggendo "Il Partigiano Johnny". Il romanzo di Fenoglio è come un frutto esotico, devi rompere il guscio prima di assaporare il suo succo delizioso. Il miscuglio di italiano e inglese nelle prime pagine ha un effetto repellente, ma rotto il ghiaccio diventa naturale. Il linguaggio e la profondità della scrittura sono coinvolgenti, mi ritrovavo intirizzito e affamato sulle colline innevate, anche se stavo leggendo sotto le coperte del mio letto dopo cena.

Fenoglio ha confezionato il miglior elogio della sconfitta, una sublime descrizione della debolezza intrinseca della guerra partigiana. La scarsità di munizioni, indumenti, viveri, preparazione e anche di substrato ideologico sono utilizzati per descrivere gli "Uomini" partigiani. Tutta questa poetica inadeguatezza mette in risalto il coraggio di persone comuni, che hanno offerto la loro sofferenza e spesso la loro vita.

Le sette parole che concludono il libro sono la sintesi perfetta della guerra partigiana.

giovedì 18 marzo 2010

A Mio Padre





Oggi è il 22° anniversario della morte di mio Padre, ricordo quel giorno con precisione documentaristica. Oggi è stato un giorno strano: soleggiato, ventoso, quasi elettrico. Qualche cortocircuito dei sentimenti e tanti pensieri. Tempo fa ho scritto questo racconto, penso che sia il miglior ricordo che io possa offrire. 


L’interpretazione dei sogni

Nel 1905 una nuova interpretazione della realtà fisica ha aperto un’epoca d’oro per il mondo scientifico. Il nocciolo della questione si basa sul concetto che esiste un limite minimo invalicabile oltre al quale non è possibile rimpicciolire ulteriormente una grandezza.
Volendo rendere il tutto con una metafora possiamo dire che i fisici classici (pre-1905) vedevano il mondo come infinitamente liscio, mentre i fisici quantistici lo vedono come una costruzione di minuscoli mattoncini. Se il fenomeno fisico è sufficientemente grande possiamo non accorgerci dei mattoni e considerarlo come liscio; un po’ come quando tocchiamo un vestito di seta e non sentiamo le imperfezioni o le asperità, ma se lo mettiamo sotto il microscopio vediamo l’intreccio e la consistenza del singolo filo.
Quindi i fisici moderni vedono un mondo costruito da unità fondamentali che visto da lontano si comporta come un continuo perfetto. E’ bene sottolineare che le unità fondamentali si riescono a distinguere solo quando si va a dimensione atomica, quindi la percezione del mondo che noi abbiamo attraverso i nostri sensi è limitata alla fisica classica.
L’ipotesi di una unità fondamentale (detta quanto) ha spiegato in un solo colpo una vastità tale di fenomeni diversi da impressionare il mondo scientifico. Essere un fisico negli anni dieci del novecento doveva essere eccitante come per un filosofo l’Atene di Pericle o per un artista la Firenze dei De Medici.
Un periodo di tanto splendore è stato però offuscato da una nuvola piombata su un cielo immacolato. Per capire la portata della rivoluzione occorre ricordare che i fisici crescono nel culto quasi religioso di capire e soprattutto prevedere il comportamento della natura. Un ragazzo tedesco di poco più di vent'anni scrive un articolo che ha scosso le fondamenta del modo di intendere la scienza ed ha fatto discutere i fisici ed i filosofi fino ad oggi. Come tutte le cose affascinanti è anche di una semplicità meravigliosa. In un mondo pre-1905 gli esperimenti potevano essere condotti con un grado di precisione migliorabile all'infinito. Nulla lo impediva. Una volta migliorata la tecnologia a disposizione anche il risultato dell’esperimento sarebbe aumentato in aderenza con la realtà. Nel nuovo mondo quantistico esiste una soglia minima da rispettare, siccome condurre un esperimento significa necessariamente interagire con quello che voglio studiare non posso “disturbare” con un forza infinitamente piccola, ma devo per forza limitarmi ad impiegare un singolo mattoncino (cioè un quanto). Un piccolo esempio chiarirà tutto.
Supponiamo di voler misurare la temperatura dell’acqua, immaginiamo inoltre di aver a disposizione un termometro costituito da un quanto e sempre immaginando pensiamo che sia grande più o meno come un capello. L’esempio non è realistico le dimensioni quantistiche sono di molto inferiori, ma questo è un esperimento mentale quindi possiamo fare ciò che vogliamo! Immergiamo il nostro termometro quantistico in un bicchiere d’acqua e misuriamone la temperatura. Possiamo affermare senza tema di smentita che stiamo leggendo veramente la temperatura dell’acqua, la situazione cambia drasticamente se decidiamo di voler leggere la temperatura di una goccia di nebbia.
Nel caso precedente la capacità termica del bicchiere era talmente grande da potersi dimenticare dell’apporto dato dal termometro, adesso invece la goccia avrà circa le stesse dimensioni del nostro termometro e quando i due oggetti verrano in contatto ci sarà uno scambio di calore tra i due. La massa del nostro termometro in questo caso è troppo rilevante per essere trascurata e la sua lettura non sarà veritiera, o meglio, conterrà un certo grado di incertezza.
D’altra parte non abbiamo possibilità di perfezionare il nostro esperimento perché il termometro in nostro possesso è già il più piccolo esistente. Non possiamo neanche cercare gocce più grandi o aggregarle tra loro perché altrimenti studieremo un problema diverso. La conclusione è amara: alcuni sistemi possono essere indagati solo con un certo grado di incertezza e questa incertezza non è di origine tecnologica ma ontologica (propria del suo essere) del sistema stesso.

In altre parole: la natura vuole la sua intimità.

La questione già spinosa si porta a presso un problema collaterale non di poco conto. Se l’osservatore perturba il sistema significa che in un certo senso partecipa ad esso e ne contribuisce al risultato. 
Ma in che modo?
I fisici hanno affrontato il problema in modo variegato e ti assicuro a volte anche molto fantasioso. Ci sono i pragmatici (Borh e la scuola di Copenaghen) che dicono: se la natura è fatta così noi la studiamo così.
Ci sono i puristi (Einsten e compagnia) che pensano che la fisica sia il mezzo per apprezzare Dio e non sopportano l’idea che gli venga negata la possibilità di conoscerlo a fondo. Insomma “Dio non gioca a dadi”.
Gli umanisti (Von Neumann) mettono l’uomo al centro della questione e sostengono che sia il cervello dell’osservato in ultima analisi a decidere il risultato della misura.
I nipotini di Asimov (Everett, De Witt e Graham) ritengono che in realtà la natura non esegue una scelta ma percorre tutte le possibilità. Quindi ad ogni evento il mondo si divide in una serie di universi paralleli tutti egualmente importanti. L’universo in cui viviamo non è speciale in nessun modo è soltanto quello di cui noi abbiamo coscienza. Anch’io voglio dare il mio piccolo contributo alla causa e quindi ti introduco i poche righe la mia teoria.
A mio avviso la soluzione sta nell’unione di due concezioni sopra già accennate. L’idea degli universi parelleli è affascinante, ma la teoria non spiega come mai noi viviamo in un solo mondo e neache dove sono gli altri universi. Io penso che questi universi siano “intrappolati” nel nostro cervello. Questa miriade di mondi si sviluppa nel nostro inconscio disegnando tutte le possibilità che la nostra vita ci ha presentato. 
E’ chiaro che gli “universi simili” cioè che si differenziano per piccoli dettagli si uniscono
generando relativamente pochi scenari significativi.
Questi mondi rimangono silenti ed impiegano l’80% del nostro cervello. Quota che solitamente si ritiene non utilizzata da una persona normale.
I sogni non sono riflessi del nostro inconscio. Sono un piccolo viaggio nelle nostre vite parallele. Sono una sbirciata alla vita che stiamo vivendo ma di cui non abbiamo coscienza in stato di veglia!

Buio...Luce...Buio.
Alcune forme...raggi di luce come una linea tratteggiata.
Formicolio al braccio sinistro...Apro mano destra...Chiudo mano destra...Apro-chiudo.
Apro-chiudo-Apro-Chiudo-Apro-Chiudo-Apro.
Va un po’ meglio. Sono quasi cosciente.
Un profumo caldo e vagamente mediteraneo mi dilata le narici, sto bene.
Finalmente apro gli occhi. Dovrei essere sorpreso invece mi sento rilassato.
Ormai sono completamente cosciente.
Il sole filtra dalle finestre a raggi vivi e luccicanti, ciò è piuttosto strano in quanto la finestra della mia camera è posta ad ovest e per questo motivo non può essere assolata prima di pomeriggio inoltrato. Chissà perché un dettaglio tanto sottile è la prima cosa che mi si stampa in mente dopo un notte di sonno profondo. Comincio a guardare la stanza per cercare punti di riferimento, più trovo incongruenze più la questione mi lascia indifferente, rimane soltanto una sorta di svagata curiosità che mi spinge ad indagare, senza alacrità, con calma. Con Dolcezza. Mi sento come da bambino quando mio Padre mi portava in bicicletta sul seggiolino davanti, con il vento tenue che mi rinfrescava il viso, la Sua voce baritonale che diceva il nome degli alberi e mi raccontava storie degli anni cinquanta. Tutto era nuovo e piacevole, anche i paesaggi visti centinaia di volte e le storie sentite e dimenticate altrettanto. Tutto era collaterale, decorativo, fondamentalmente inutile anche se di una bellezza devastante. Mio Padre aveva mani enormi come il suo sorriso, anche se sul seggiolino gli voltavo le spalle, sapevo che il Suo sorriso era li ad accompagnarmi, riempiendo le sue pause e punteggiando le sue storie. Senza alacrità, con calma. Con Dolcezza.
Buio. Chiudo gli occhi ed inspiro con decisione. Le mie narici mi si dilatano. Che strano silenzio, Londra è sempre rumorosa la mattina. Che ci siano i doppi vetri? Luce. No, i serramenti sembrano famigliari, in buono stato, ma i soliti a vetro singolo.
L’arredamento è diverso. Molto più sobrio, moderno. Accogliente nonostante la predominanza del laccato lucido e dell’acciaio satinato.
Sono girato su un fianco, il mio braccio sinistro è sotto la tua testa, l’altra mia mano tiene la tua e le mie labbra non sono a più di un palmo dal tuo viso.
Inspiro di nuovo l’odore mediterraneo che mi aveva sopraffatto qualche istante prima e ti osservo.
Hai gli occhi chiusi, la testa è reclinata a formare un angolo leggermente acuto rispetto le spalle. Sei serena, il tuo respiro è profondo e sincrono con il mio. Deve essere estate perché ti copre solo un leggero lenzuolo che ti lascia una spalla scoperta. Divincolo con lentezza la mia mano e ti copro. Sembri approvare con un impercettibile movimento delle labbra, una sorta di sorriso, ma solo abbozzato. I capelli ti scivolano di lato, un po’ increspati. Alcuni sotto il lenzuolo altri sopra.
I lineamenti del tuo corpo sono attutiti dal lenzuolo, ma la tua bellezza non risulta smorzata. E’ emozionante guardarti. Tolgo mentalmente il lenzuolo, ti osservo. Esploro.
Quando ero bambino avevo un’unica passione la scoperta di terre incontaminate.
Ero l’unico bambino in una famiglia di adulti. Tutti avevano del tempo per me ed avevo una serie infinita di passatempi divertenti.
Con mio Fratello la lotta. Mi piaceva talmente tanto che per farmi smettere senza protestare, faceva finta di riportare un trauma cranico o di aver infranto accidentalmente gli occhiali. Ancora oggi mi chiedo se non ho avuto qualche conseguenza da quella tempesta di sensi di colpa. 
Con mia Sorella il circo. Mi piaceva un po’ meno essere lanciato per aria o truccato da clown con tanto di parrucca.
Con mia Madre gli anelli di fumo. Erano anni in cui non erano chiari gli effetti deleteri del fumo, figuriamoci quelli del fumo passivo e allora mi piaceva un mondo vedere mia madre aspirare una boccata dalla sua MS e far uscire una sfilza di cerchi argentati destinati a sfiorire in pochi secondi. Con mio Padre l’atlante. Saltavamo sul lettone e aprivamo l’atlante. Non sapevo ancora leggere e quindi assetato di conoscenza Lo guardavo in cerca di informazioni. E Lui snocciolava cifre (numero di abitanti, superficie in chilometri quadrati,PIL, ecc...), descrizioni del paesaggio, del tessuto industriale, delle risorse economiche. I posti esotici erano i miei preferiti. Mio Padre puntava il dito su Milano e percorreva la strada fino alla meta più lontana citando le difficoltà e la bellezza dei luoghi incontrati lungo il cammino. Raccontava con passione, senza alacrità, con calma. Con Dolcezza.
Non mi risulta che mio Padre sia mai stato al’estero, ma ha seminato in me il seme della curiosità, la voglia di capire le cose. Di conoscerle, insomma la brama di Esplorare.
Respiro ancora il tuo profumo e mi sembra di spalancare una finestra di fronte al mare. Sorrido mentalmente e forse anche fisicamente, senza il minimo rumore mi guardo in torno ed esamino meglio la stanza. Sul mio comodino c’è un pacchetto di fazzoletti di carta, una bottiglia d’acqua minerale quasi vuota e una copia di “Cosa ti importa di cosa dice la gente” di Feynman. Sul tuo una rivista, dell’acqua, un libro (mi sembra in francese ma non riesco a leggere il titolo). Mi volto verso il comò posizionato sotto la specchiera.
E’ pieno di cose. Beh! Non sono mai stato un tipo ordinato.
Un lampo mi colpisce. Mi turba e mi commuove. Non è nessun oggetto in particolare a causare questa mia reazione, anzi a dire il vero è proprio la mancanza di un oggetto a colpirmi. In tutta la stanza non c’è la foto di mio Padre!!!
Mi commuovo mentalmente e forse anche fisicamente, senza il minimo rumore un lacrima dolcissima mi solca il viso e scivolando rapida si spegne sul lenzuolo.
Non vedo l’ora di alzarmi, ma aspetto ancora un po’ perché non voglio svegliarti, non c’è bisogno di avere fretta quando si ha tra le mani una vita meravigliosa.

mercoledì 17 marzo 2010

Trani Caput Mundi


Scusate la lunga pausa, ma sono stato in Italia per quasi una settimana. L'imprevisto si è risolto senza intoppi e di questo sono molto felice. Mi ha fatto anche piacere respirare l'aria (inquinata) di Milano e mi ha fatto ancora più piacere passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici. Purtroppo non ho visto tutti, mi scuso ancora e prometto di rimediare.

Non faccio in tempo a tornare che un nuovo scandalo sembra essere scoppiato. Io parole ne avrei, ma questa  volta invece di dire vorrei ascoltare. Le intercettazioni e la vostra opinione, naturalmente.

venerdì 12 marzo 2010

Il bravo cittadino


Una volta ero un cittadino modello, prima delle passate elezioni avevo sempre votato. Tutti i referendum e ogni tornata elettorale. Poi ho saltato le passate comunali e lo scorso referendum.
Ho deciso che salterò anche le regionali, potrei dire che non vivo in Lombardia da più di sei anni e quindi non ha senso per me votare, ma la realtà è che sono stanco e sfiduciato. Prendere un aereo per tornare a votare mi sembra una fatica così inutile. Allora ho deciso, mi iscriverò all'AIRE (associazione italiana residenti all'estero), così non dovrò più votare per nessuna elezione locale, mi rimarranno solo le politiche, dove potrò allegramente eleggere il mio De Girolamo.

lunedì 8 marzo 2010

Un'immagine conta più di mille parole


Queste quattro foto accompagnavano altrettanti articoli del "Corriere Della Sera" (on line) sulla questione delle liste. Insomma ditemi voi, ma è sempre così incazzato Di Pietro? Possibile che non riescano ad immortalarlo in una posa normale?

domenica 7 marzo 2010

Comunicazione di Servizio

Un imprevisto spiacevole, ma per fortuna sembra non grave, mi fa tornare in Italia la prossima settimana. Arriverò Martedì 9 e partirò Lunedì 15 Marzo. Chiunque voglia bersi una birra si faccia sentire.

A presto.

giovedì 4 marzo 2010

Un esame di coscienza


Il famoso articolo del New York Times che fece infuriare Napolitano iniziava così: 
"All the world loves Italy because it is old but still glamorous. Because it eats and drinks well but is rarely fat or drunk. Because it is the place in a hyper-regulated Europe where people still debate with perfect intelligence what, really, the red in a stoplight might mean". 

In un articolo del "The Guardian" che trattava di tutt'altro appare questo accenno all'Italia:
" But in any nation, equality before the law is fundamental to democracy. Its absence leaves the door wide open to elective dictatorship. Except in Italy, this is the first time I have seen anyone in a democratic country argue that judges should not be able either to review the decisions of government or to try its ministers."

Traduco le due frasi che mi preme sottolineare: "In un posto iper-regolato come l'Europa (gli italiani) stanno ancora dibattendo, con perfetta intelligenza, cosa realmente significhi il rosso in un semaforo"; "Eccetto in Italia, è la prima volta che ho visto qualcuno in uno stato democratico sostenere che un giudice non debba avere l'autorità di controllare il governo o di processare i suoi ministri".

Scusate l'inizio farraginoso, ma mi premeva sottolinearvi due aspetti peculiari del nostro paese, che sono legati da una relazione causa-effetto.
Il nostro atteggiamento approssimativo e eccessivamente flessibile di fronte alla interpretazione della legge ci porta ad essere indulgenti con i delinquenti. Non abbiamo il sacro disprezzo per l'evasore fiscale perché siamo simpatetici con lui. Non consideriamo Ignazio La Russa un volgare prepotente, quando urla in faccia ad una giornalista che il PDL non accetterà mai una sentenza negativa sulla questione delle liste.

Mie cari, queste sono le cose che dovrebbero farvi cadere dalla sedia, la faccenda delle firme è una colossale baggianata. Noi hai rispettato la legge? Facile sei fuori, ma quando sento un politico arrogante ed ignorante sbraitare in televisione che se ne frega della "LEGGE", io sento puzza di fascismo.

Mi dispiace ripetermi, molti italiani il fascismo non l'hanno mai rinnegato, non lo percepiscono come un pericolo e non ne vedo gli effetti catastrofici.

martedì 2 marzo 2010

Quattro notizie dal corriere


Miei cari mi devo scusare, ultimamente ho scritto poco e anche male a giudicare dagli errori nei precedenti post (ho anche la correttrice di bozze in sciopero). Nell'ultima settimana ho letto notizie che meriterebbero un post ognuna, ma vista la scarsa vena creativa condenso tutto in uno solo. Tutte dal corriere on line e tutte interessanti, eccovele:

Meridionali meno intelligenti dei Padani

Richard Lynn, nel suo ultimo saggio, sostiene che le differenze economiche e sociali tra l'Italia del nord e quella del sud sono imputabili a fattori genetici e non a ragioni storiche. La mescolanza razziale con i popoli del medio oriente ha potuto più della scellerata dominazione Borbonica. Secondo Lynn al sud si mangia peggio, si studia meno e la gente ha QI più bassi. I risultati peggiori si ottengono in Sicilia. Sarà!? Passi che sono un po' più tarelli (milanesismo per stupidotti), ma che si mangi male mi sembra forzato. In fondo, a Trani, si mangia o no la miglior pizza del mondo?

Pene avvizzito

Pare che il pene dell'uomo si stia rimpicciolendo, mie care signore prima di dare di gomito alla vicina e dire: "te lo avevo detto io", badate che si parla di un centimetro in 60 anni. Quindi a meno che non siate delle ottuagenarie goderecce non avete avuto la possibilità di percepire la differenza.
Il dato è però in un certo senso allarmante, con questo trend il futuro dei nostri pronipoti può essere molto amaro. Pare che il principale motivo di questa triste situazione sia l'inquinamento.
Un appunto sul metodo di misurazione lo devo fare. Le lunghezze sono state prese a riposo (9,7 cm nel 1948 rispetto ai 8,9 cm attuali), io nutro dubbi su questa scelta infatti è noto che un pisello moscio è come una donna con il burqa, non sai mai cosa ci trovi sotto.

I più intelligenti non tradiscono

Il professore Satoshi Kanazama della "London School of Economics" sostiene che gli uomini più intelligenti hanno capito i pregi di una vita monogama e sono meno propensi al tradimento. I donnaioli sono da considerarsi meno "evoluti". Uhmmm... vi viene in mente qualcuno con il vizio delle ragazzine?
Come notizia corollario nell'articolo del corriere è citata anche una statistica nella quale si evidenzia che gli adolescenti che si definiscono "very liberal" (di sinistra) sono il 10% più intelligente dei coetanei che definiscono "very conservative" (di destra).

Milano: PM10 sottostimati

L'Unione Europea da 3 anni controlla i dati raccolti dalle centraline di misurazione posizionate in Lombardia dall'Arpa. Dall'inizio delle misurazioni sono stati stilati 7 rapporti nessuno dei quali reso pubblico fino ad ora. Intendiamoci bene, la regione Lombardia paga (con soldi pubblici, 7 milioni di euro sonanti) dei tecnici specializzati dell'Unione Europea per effettuare uno studio sulla qualità dell'aria sul territorio e NON PUBBLICA I RISULTATI!
Solo dopo 3 anni si viene a scoprire che i dati riportati dall'ARPA sottostimano del 40% i valori di PM10!
I dati del PM10 erano già allarmanti, ma adesso, alla luce di questa rivelazione, diventano disastrosi. Come hanno potuto tenerlo nascosto? Chi è il politico che ha fatto questa scelta? Perché non si trova obbligato a spiegarla ai cittadini? Guardate non si scherza, qui si parla della salute dei lombardi e dei milanesi in particolar modo. Siccome la mia famiglia e i miei amici vivono da quelle parti sono piuttosto sensibile all'argomento.

Insomma tiriamo un po' le somme.
I siciliani sono un po' stupidotti, come del resto gli elettori di centro-destra, e qui troviamo la prima conferma dal fatto che da decenni la Sicilia elegge solo politici del PDL.
Se siete intelligenti scegliete la monogamia, se viceversa siete poligami avete un quoziente intellettivo inferiore, siete meno evoluti e probabilmente di professione fate i politici. Anche qui tutto torna.
A chi vive in zone inquinate si sta accorciando il pisello e ai milanesi si accorcia il 40% più velocemente del previsto.