martedì 16 giugno 2009

2 + 1

Eastwood mi piace, come il buon vino invecchiando migliora.

Ho visto due suoi film ultimamente: "Flag of our fathers" e "Gran Torino". I film apparentemente sono molto diversi, ma dopo qualche tempo penso che il vero protagonista sia lo stesso.

L'America.

L'America della guerra contro l'impero del sol levante e l'America delle periferie multietniche dei giorni nostri.
I film mi sembrano speculari, nel primo si smaschera il mito della nazione portatrice di liberta' e si racconta quanto il denaro sia alla base della societa' americana.

Gran Torino pesca nella diffidenza e nella tensione di un sobborgo multietnico e racconta il percorso di redenzione di un vecchio razzista. Compiendo in un certo senso il percorso inverso rispetto al primo. Trovando il bello (in senso estetico e metaforico) anche nel meno probabile dei luoghi.

Tra questi due film ho letto "Pastorale Americana". Libro eccezionale. A mesi di distanza continuo ad apprezzarne sfumature. Anche qui il protagonista e' l'America o meglio "il sogno americano". Attraverso le vicende di un uomo di successo ed apparentemente normale, Roth ci racconta la storia dimenticata e il sogno tradito.

Il libro parte da una visione buonista della realta', cresce evidenziando cattiveria e violenza come fenomeni endemici del nuovo continente e termina raggiungendo l'amara consapevolezza che non c'e' pace in terra per gli uomini di buona volonta'.

Neanche nella terra promessa: l'America.

2 commenti:

Marcello Novelli ha detto...

Pensando a Eastwood la prima cosa che mi viene in mente e' che: "il mondo e' diviso in due, chi ha la pistola e chi scava. E tu scavi.".

Pensando all'America mi vengono in mente gli spazi infiniti e le infinite possibilita'.

Anonimo ha detto...

che del clint un grande.
quando un uomo con la pistola incontra uno con il fucile.
quello con la pistola è un uomo morto

piermario