domenica 13 dicembre 2009

Problemi con il cibo?



Il consumismo è alla base del nostro stile di vita, bisogna produrre, consumare e naturalmente, qualche volta buttare. Dai tempi in cui era bambina mia madre la situazione è cambiata completamente, una volta era assolutamente impensabile gettare del cibo, adesso è una pratica comune. Dispiace sempre, ma non perdiamo certo il sonno o ne facciamo una tragedia. Sì, ma quanto ne sprechiamo? In europa non lo so, ma ho trovato dei dati relativi agli Stati Uniti (il video è basato su calcoli di qualche anno fa e meno accurati).
Le stime in precedenza venivano ricavate attraverso sondaggi o monitoraggi su scala locale e poi estrapolati su tutta la nazione. Kevin Hall e i suoi colleghi del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases del Maryland hanno approcciato il problema in maniera diversa. Hanno calcolato l'apporto calorico giornaliero medio di ogni americano e lo hanno confrontato con la produzione nazionale di cibo opportunamente corretta dalle importazioni ed esportazioni. Il dato risultante è sconfortante, ogni americano spreca 1400 kcal al giorno, che equivalgono a quasi il 40% del cibo acquistato. La produzione del cibo cestinato utilizza 300 milioni di barili di  petrolio all'anno oltre che il 25% della capacità idrica statunitense.
Gran parte della quantità di cibo che va sprecata non arriva nemmeno nelle case degli americani, la grande distribuzione trova vantaggioso gettare le scorte piuttosto che rimanere senza merce.
Io capisco ed accetto le regole del mercato, ma non riesco a togliermi dalla mente che in questo sistema c'è qualcosa di profondamente sbagliato.

18 commenti:

Marcello Novelli ha detto...

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Bisogna pero' capire cosa fare:

1) lasciamo che il problema sia risolto dalla mano invisibile: la gente si ribellera' allo spreco e la non economicita' del fenomeno lo terra' sotto controllo;

2) trovare un modo piu' etico in cui organizzare il nostro modello di consumo.

Christian ha detto...

Condivido.

Sottolineo che,a mio parere, molto del problema è da identificarsi in un cambiamento di "vita".
Non tanti anni fa la spesa avveniva di giorno in giorno presso il "salumiere" sotto casa, con il passare degli anni, la spesa è diventata un appuntamento settimanale (quando va bene) nel quale occorre acquistare tutto il necessario per coprire un grande lasso di tempo.
Ne consegue che ovviamente applicare un sistema F.I.F.O. al frigorifero è improponibile e pertanto facilmente si arriva a scadenza.
Se vogliamo è anche un problema della massificazione della grande distribuzione a scapito del piccolo negozietto.

Marcello Novelli ha detto...

Prima o poi dovremo calcolare i costi intrinsechi di certi comportamenti.

Diciamo di non avere tempo, ma ne sprechiamo una gran quantita' per fare la spesa ai centri commerciali.

Risparmiamo qualche Euro sugli acquisti ma ci facciamo trattare come dei pezzenti e acquistiamo cose che non ci servono.

Puntiamo sulla qualita' ma viviamo di scatolette e di schifezze confezionate.

Forse e' arrivato il momento di rallentare e ripensare all'intero sistema.

Christian ha detto...

Concordo, però non si deve sottovalutare la difficoltà di reperire la merce presso il micro dettaglio.
Il vero problema è il circolo che si è innescato, i centri commerciali soffocano il negozietto che per competere si specializza, il centro commerciale diversifica, e via così.
Alla fine o vai in un centro commerciale o fai la spesa in 37 negozi sparsi su un territorio di almeno 20km quadrati :)

Alessandro Teruzzi ha detto...

Alla fine della fiera mangiamo di piu' e peggio. Internet secondo voi puo' dare una mano? Io non ho mai fatto la spesa on-line, ma chi la fa mi dice che e' molto comoda. Purtroppo solo la grande distribuzione (per ora?)ha questo servizio.

Voi avete esperienze di compere on line (di generi alimentari)?

Christian ha detto...

si io ho usato (e ancora oggi ogni tanto uso) la spesa on-line (esselunga ndr).
Devo dire che ha degli indubbi vantaggi:
1) recapitano a casa ad orari definiti
2) i prodotti non sono del bancone ma direttamente dallo stoccaggio e quindi hanno scadenza più lontana
Ma anche degli svantaggi:
1) costo trasporto (però compensabile con costo viaggio)
2) impossibilità di "vedere" gli alimenti se non per foto (non è detto ovviamente che la foto si rispondente)
3) limite di quantità su alcuni prodotti
4) limite di date per acquisto di alcuni prodotti

In sintesi, comoda quando non si ha tempo, e non si vuole portare a mano 10 borse su per le scale.
Scomoda per acquistare prodotti freschi.

Esempio: se sbaglio ad acquistare il salmone per Natale invece dell'affumicato in vaschette, ti ritrovi con un salmone intero affumicato nel frigorifero :)

Aggiungo che il servizio per gli anziani/disabili è gratuito.

Cristiano ha detto...

concordo al 100% col novelli.

Anonimo ha detto...

Per una soluzione piu' etica si dovrebbero alzare i prezzi esponenzialmente (esclusi pane e latte) e diminuire cosi' il potere di acquisto delle persone.

Oppure introdurre le "razioni alimentari" in stile cubano.

Volontari?

BC

Marcello Novelli ha detto...

Caro Anonimo,
permettimi di dissentire, entrambe le soluzioni che tu ironicamente proponi sono inattuabili.

Qui stiamo parlando di includere e rendere evidenti i costi nascosti di certi comportamenti di vita. E' chiaro che in un campo come questo qualsiasi soluzione dirigista non e' auspicabile.

L'unica correzione che si potrebbe fare e' quella di imputare direttamente ai centri commerciali i costi sociali che essi producono: traffico aggiuntivo, spazzatura, consumo del territorio. Oggi questa e' materia del singolo Comune, forse una maggiore coordinazione e regolamentazione potrebbe essere utile.

Marcello Novelli ha detto...

Ah, dimenticavo, chiunque voi siate e quasiasi sia il problema che avete (disoccupazione inclusa) ricordatevi che: L'AMORE VINCE SULL'ODIO in maiuscolo perche' parola del miracolato Mr. B.

Siamo veramente alle comiche.

Christian ha detto...

Marcello, non ritengo però sia da imputarsi alla grande distribuzione la colpa che è nostra.
Mi spiego meglio, ci hanno accattivato con le loro offerte, con la loro disponibilità e noi ci siamo cascati.
Però non è loro la colpa, è nostra.
E per nostra intendo dei consumatori e dei piccoli negozianti, siamo noi ad esserci arresi.

Certo le istituzioni, coordinandosi, potrebbero evitare che nel raggio di 3km si insedino 10 centri commerciali. Però anche qui sappiamo tutti che tanto più gli interessati sono "piccoli" (Comuni) tanto più sono vincolanti.

Per le proposte di BC nessun commento :)

Christian ha detto...

Per Marcello:
effettivamente l'affermazione è ridicola, però lo sono altrettanto i commenti che si sono verificati sul fatto.

Se la statuetta fosse stata lanciata conto Ben. XVI o che so Di Pietro non credi che l'atteggiamento di molte persone sarebbe stato differente ?
Rimpiango sempre nel notare che la proponsione all'obbiettività sia ormai cosa rara.

Cristiano ha detto...

per Christian: ma essere obiettivi per te significa non dover prendere mai una posizione?
no perchè di fronte ad una affermazione ghandiana del berlusca è impossibile far finta di niente!!!!!!

Marcello Novelli ha detto...

Condanno chi ha colpito. Ma la condanna non basta. Il gesto va capito e disinnescato. Se si contiunua a fare i pirla (o come di dice dalle nostre parti a cantare il demi demi) dicendo va tutto bene, essendo stato eletto dalla maggioranza faccio quello che voglio o io sono il piu' bravo di tutti o appunto continuare a seminare odio escludendo da qualsiasi rappresentativita' le minoranze, queste minoranze cercheranno altre vie per essere rappresentate.

Christian ha detto...

per Cristiano:

leggi bene il post, è iniziato con "effettivamente l'affermazione è ridicola".

Quindi commentavo la frase riportata, definendola ridicola....mi pare una presa di posizione.

Per la domanda diretta sulla obbiettività da te posta ti rispondo così:
Essere obbiettivi non pregiudica la possibilità di prendere una posizione, se mai da la seconda possibilità (aggiuntiva) di riconoscere un fatto al di là della posizione presa.

Poi che sia una cagata fare affermazioni da illuminato per cavalcare l'effetto marketing della vicenda rimane indubbio. Quello che mi rammarica è che come hai detto tu alcuni post fa "la politica in italia è come il calcio" e pertanto a seconda di quale sia la tua scelta, tutto ciò che avviene di male in campo avversario è un bene.

Anonimo ha detto...

Caro MN,

attribuire i costi ai centri commerciali implica fare aumentare il prezzo dei prodotti, ovvero la prima soluzione auspicata.

Trovato il primo volontario quindi.

BC

Marcello Novelli ha detto...

Caro BC,
in teoria, per la legge del mercato, aumentare i costi dei centri commerciali non significa direttamente aumentare i prezzi dei beni venduti. Il prezzo lo fa il mercato e un aumento dei costi si trasforma in una riduzione dei profitti piuttosto che in un aumento dei prezzi.

Dall'altro lato, non possiamo neanche pensare che per tenere bassi i prezzi dobbiamo fare sconti ai centri commerciali e sobbarcare questi costi alla collettivita'. Il principio e' troppo discrezionale (chi decide a chi fare sconti?) e non e' giusto che qualcuno venga favorito a discapito di altri.

Alessandro Teruzzi ha detto...

Lo stato puo' guidare il mercato, punendo i comportamenti che vanno a discapito del bene comune (si fa gia' con gli imballaggi). Aumentare le tasse a chi spreca e diminuirle a chi no e' vero che puo' spingere qualcuno ad alzare i prezzi, ma puo' anche avvantaggiare i virtuosi che potranno offrire prodotti a prezzi ancora migliori.

Inoltre gettare il 40% della produzione e' una follia che va corretta. Non posso credere che la grande distribuzione non riesce ad aumentare la sua "efficenza" se stimolata.

Comunque benvenuto/a al fantomatico BC.