mercoledì 9 dicembre 2009

Our favorite prime minister: Time to say Addio



Oggi ho comprato l'economist e per voi mi cimento nella traduzione dell'articolo.

La carriera politica di Silvio Berlusconi è sull'orlo di un precipizio. Dovrebbe andarsene.


Anche per i suoi standard, questa è stata una brutta settimana per il primo ministro italiano Silvio Berlusconi: una corte ha domandato garanzie di copertura per una enorme multa ai danni della Fininvest; sua moglie Veronica ha intentato una causa di divorzio milionaria; il suo processo per corruzione dell'avvocato inglese, David Mills, sta ricominciando dopo che la sua immunità è stata spazzata via; nuove accuse di connessione con la mafia e si è tenuta una manifestazione di protesta (No Berlusconi Day) a Roma questo week end.
Mr Berlusconi ha fatto della sopravvivenza politica un arte, ma nonostante questo adesso sembra essere in guai seri.
Il punto di vista del "The Economist" nei suoi confronti è coerente. Abbiamo criticato il suo debutto in politica nel 1993-94. Nel 2001 lo abbiamo considerato non adatto a governare l'Italia e nel 2006 abbiamo invitato i suoi elettori a dire "Basta!" (n.d.t. in italiano nel testo) al suo governo e abbiamo sostenuto la sua alternativa di centro-sinistra nel marzo 2008. Fino ad ora siamo stati restii ad unirci alla massiccia schiera, di lascivi commenti, sulla lurida sfilza di scandali sessuali in cui è stato coinvolto il 73-enne primo ministro quest'anno.
Gli eventi di questa settimana portano cattivi presagi. La ripresa di vari processi a suoi carico ed a carico delle sue aziende, in aggiunta ad altri problemi legali, stanno distraendo lui ed il suo governo dalle loro responsabilità. Il danno è lampante. Con la crisi finanziaria incalzante e la recessione, l'attenzione è stata spostata dalle difficoltà economiche italiane sulle beghe di altri paesi come la Grecia. Nonostante l'ammirevole contributo delle piccole e medie aziende del nord, il paese nel suo complesso è ancora largamente in difficoltà. Nel terzo quarto dell'anno il suo PIL si è ridotto di più della media europea, ed il calo annuo sarà di circa il 5%, una grossa caduta simile agli altri paesi europei.
Il governo Berlusconi sta colpevolmente rimandando la sua risposta. Per lungo tempo il primo ministro ha negato che l'Italia fosse in crisi economica. Ha usato le difficoltà della finanza pubblica per giustificare la minore entità in Italia degli incentivi fiscali approvati dagli altri grandi paesi. A differenza di alcuni coraggiosi uomini politici, Berlusconi ha fallito nel proporre una riforma economica efficace per ristabilire la competitività nazionale, che è di gran lunga diminuita nei confronti della Germania. L'Italia rimane un paese sovra-regolamentato e che appare in classifiche internazionali in posizioni penosamente umilianti come la facilità di aprire un impresa, l'ampiezza della corruzione, i soldi investiti in ricerca e la qualità del suo sistema educativo.
Il terzo governo Berlusconi ha anche perseguito una eccentrica politica estera lontana dagli usuali alleati occidentali. Berlusconi è intimo di Vladimir Putin e del colonnello Gheddafi alla ricerca del consolidamento della politica energetica italiana (questa settimana era in Bielorussia, a chiacchierare con un altro dittatore, Lukashenka). Sotto la sua guida, l'Italia continua a contare meno del suo valore in Europa e nel mondo.


Go, go, Silvio


Anche grazie alle sue macchinazioni non c'è un ovvio successore nel caso Berlusconi si dimettesse. Infatti alcuni suoi sostenitori dicono sia meglio rimanere con lui perché l'alternativa sarebbe il caos. L'Italia ha però altri potenziali leader: Gianfranco Fini del suo stesso partito, che sta apertamente progettando di rimuovere Berlusconi; Pier Ferdinando Casini al centro che si è tenuto distante dal suo terzo governo; ed anche il nuovo leader di centro-sinistra, Pierluigi Bersani, il quale fu l'artefice delle riforme durante il governo Prodi. Uno di questi sicuramente prenderà la scena quando Berlusconi se ne andrà. Chiunque sia potrebbe anche completare il processo di trasformazione del paese che Berlusconi ha bloccato sul nascere con la sua entrata in politica. L'Italia sarebbe un posto migliore se "il cavaliere" (n.d.t. in italiano nel testo) cavalcasse fuori di scena.

15 commenti:

Christian ha detto...

"Nel terzo quarto dell'anno il suo PIL si è ridotto di più della media europea, ed il calo annuo sarà di circa il 5%, una grossa caduta simile agli altri paesi europei."
scusa errore di traduzione, incongruenza dell'articolo o semplice svista ?

Alessandro Teruzzi ha detto...

Svista! Il 5 è su base annua. Tradurre non è facile e non ci sono neanche molto portato. Appena ho tempo sistemo. Grazie mio caro.

Marcello Novelli ha detto...

Disoccupazione giovanile (15-24 anni) al 27% (era il 20% nel giugno del 2008).

Stiamo sprofondando nella merda e continuiamo a pensare ad altro.

Mah!

Christian ha detto...

Scusa ma il dato della disoccupazione perchè comprende una fascia così varia ?
Intendo dai 15 ai 24 ci passa il mondo, e per lo più la differenza tra scuola superiore si e scuola superiore no...

definisci "altro" (HAL9000 ndr)

Marcello Novelli ha detto...

Cosi' sono fatte le rilevazioni ISTAT. Per disoccupati si intende chi e' in cerca di lavoro (quindi sono esclusi gli studenti e chiunque dichiara di non essere in cerca di lavoro). Il rapporto completo dell'ISTAT lo trovi a questo link.

La fascia e' ampia, ma misura due cose:

1) Tra quanti hanno abbandonato la scuola in eta' scolastica (inclusa anche l'universita') piu' di un quarto non riesce a trovare un'occupazione;

2) Il futuro non e' roseo perche' mano a mano che le generazioni mature escono dal mondo del lavoro non vengono rimpiazzate con giovani. Tieni anche presente che le classi dei 15-24 sono meno numerose che quelle che le hanno precedute (3 milioni contro piu' di4.5 milioni delle classi 30-45). Questo significa che sempre meno i giovani partecipano alla ricchezza del nostro paese (e a pagarci la pensione).

Marcello Novelli ha detto...

Per altro intendo tutto cio' che non supporti un piano di rilancio e di stabilita' nazionale che abbiamo come orizzonte almeno i prossimi 20 anni.

Ad esempio, ha senso la campagna anti Islam della Lega o sarebbe meglio capire come i nuovi "cittadini" italiano debbano partecipare alla vita civile della nostra nazione?

Oppure, ha senso accanirsi cosi' contro il povero Berlusconi, un anziano signore di 73 anni, o sarebbe meglio limitare i danni che il vecchietto sta facendo e prepararci per il giorno dopo che gli italiani lo avranno cacciato?

Christian ha detto...

grazie per la spiegazione sulla statistica dell'ISTAT.

Per il punto 2) credo che in parte il problema sia da ricondurre alla non redditività della "pensione" che induce anche i pensionati a cercarsi attività integrative (da quest'anno con anche l'avvallo dell'estinzione del divieto di cumulo), in parte nelle politiche volte al reintegro dei lavoratori-pensionati nel sistema produttivo per la questione della non redditività della pensione (vedi anche finanziaria in approvazione), in parte nella minor richiesta di risorse da parte del sistema produttivo ... e poi chi più ne ha più ne metta :)

Marcello Novelli ha detto...

Concordo su tutto tranne sulla "non redditivita' della pensione".

Conosco molti pensionati che mantengono figli, che gli comprano case e che se la spassano (giustamente). Anche su questo ci vorrebbero statistiche (provo a cercarle).

Il fatto e' che il sistema non e' piu' sostenibile e qualcosa bisogna fare.

Marcello Novelli ha detto...

Consiglio la lettura di questo articolo (lavoce.info).

Christian ha detto...

Conosco anche io casi di pensionati con reddito di tutto rispetto.
Occorre però ricordare che il "sistema pensione" sta mutando (piano piano) ma sensibilmente,e già chi avrà anche solo la versione mista (retributiva/contributiva) avrà una sensibile diminuzione, per poi non parlare di tutti quelli che avranno il calcolo sulla contributiva pura, per i quali la riduzione è o sarà molto più che sensibile.

Il fatto che il sistema non sia più sostenibile è vero (ormai da anni se non decenni), il problema anche qui sta nel fatto che non essendo più remunerativo starsene in pensione occorre (a volte senza possibilità di scelta) integrare la pensione con un nuovo reddito.
E qui entra in gioco il fisco che emana provvedimenti atti a recuperare gettito da questi redditi, cercando di elevarli dal "nero" e quindi rendendoli legali (abolizione divieto di cumulo ndr).
E' un gatto che si morde la coda!

Marcello Novelli ha detto...

Il nostro parlamento.

Christian ha detto...

in compenso abbiamo la condanna a Corona :)

Anonimo ha detto...

Scusate ma nessun commento sul silvio che parla inglese?

Alessandro Teruzzi

sara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
sara ha detto...

LEGGENDO IL TITOLO DEL POST MI è VENUTO IN MENTE UN ALTRO POST, DA SPINOZA.IT, CHE RIPORTO... ;-) RIDIAMOCI SU... RIDIAMO X NON PIANGERE

Scaramanzie
Economist 2001: "Berlusconi inadatto a guidare l'Italia".
Berlusconi vince le elezioni.

Economist 2006: "Berlusconi, basta".
Berlusconi torna al governo dopo due anni.

Economist 2009: "Berlusconi, addio".

Ragazzi, ma farvi un po' i cazzi vostri?