lunedì 28 settembre 2009

L'anima al diavolo



Tra me e mio padre c'erano 46 anni di differenza, praticamente due generazioni.
Mio Padre era uno di quei milanesi di una volta: serio sul lavoro, bonario a casa, cravatta e cappello la domenica. I miei ricordi sono soprattutto in officina, odore di pasta lavamani e dialetto milanese. Durante la mia infanzia sono cresciuto respirando l'aria dei ventenni degl'anni sessanta. Milano, doveva essere una città bellissima a quei tempi, piena di speranze e di ironia. Era una città di gente felice, che sapeva che lavorando poteva vivere tranquillamente. Non era un giardino di rose, il sudore era l'olio che lubrificava i suoi ingranaggi, ma era pur sempre la capitale morale. Era l'unica città meritocratica d'Italia, dove il garzone di una pasticceria poteva diventare il magnate di una industria dolciaria (Motta).

Poi qualcosa è cambiato, è arrivata una nuova classe dirigente, dal sorriso luccicante e dal garofano scarlatto. Hanno importato il nepotismo e saccheggiato la città. La sostanziale impunità degl'autori di mani pulite ha insegnato ai milanesi che l'onestà non era più una virtù.

Io, Craxi me lo ricordo bene, era un ladro istruito e borioso. Sarà stata solo suggestione, ma quando sono stato ad Hammamet, sentivo ancora odore di zolfo per le strade.

Adesso Milano è una città inquinata, pensata per le automobile e non per la gente. La rendita è diventata più vantaggiosa del lavoro, che si è fatto precario, abbiamo costruito la generazione dei 1000 euro, laureati e giovani di talento sottopagati e sfruttati. Voi direte: è così in tutta Italia. E' vero, ma Milano non ha il mare, non ha la quiete di una cittadina di provincia, i prezzi contenuti del sud o la bellezza di Firenze.
Se a Milano mortifichiamo la cultura del lavoro cosa rimane?

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post mi ha fatto venire il magone...

Fabio

Christian ha detto...

beh rimane:
il traffico
lo spaccio
la prostituzione
la corruzione
i perenni lavori in corso
gli allagamenti per due gocce
la micro-criminalità
la macro-criminalità
la middle-criminalità
i parcheggi in doppia fila
i parcheggi in tripla fila
l'inter e il milan
solo per fare alcuni esempi...

Anonimo ha detto...

A Milano ci sono le modelle... =)

skelli ha detto...

Non ritengo che l'identità di Milano in sè stessa sia cambiata; semplicemente, prima di altre grandi città si è adattata alla situazione nazionale. Il traffico c'è sempre stato, ma Milano è già un passo avanti in questro problema rispetto a Roma, Torino o altre. Forse questo problema si attenuerà altrettanto prima.
Ho imparato che le città sono in divenire, per cui non mi stupiscono i cambiamenti dagli anni '60 ad oggi.
Per chi conosce mediamente la città, e soprattutto la vive, è facilissimo trovare anche una grande offerta di attività culturali, architettura, design, moda, musica e tanto altro.
Solo passando tanto tempo a Milano mi son resa conto che non è affatto più grigia di Londra e nemmeno più socialmente chiusa di altre città italiane.
Ci vuole solo più tempo ad abituarsi.

Anonimo ha detto...

La differenza tra Milano e le altre citta' e' la moda, nel bene e nel male. Per moda si intende modelle, stile ma anche omogeneizzazione. Esiste un solo modello, cool. Ci vuole un lavoro cool, un abito cool, si fa "colazione" anziche' pranzo e si va in vacanze dai nomi cool piu'per raccontarle che per godersele. Gli altri sono tutti sfigati.
Questo a Londra non esiste, puoi lavorare in un edicola ed avere la stessa dignita' di un top manager, puoi decidere di vestirti come vuoi e nessuno ti giudica (tranne gli italiani in vacanza ovviamente!) :)

Cio' fa identificare le persone con la propria apparenza, e permette alle aziende di approfittarsene aggiungendo la "coolagine" di un lavoro nella retribuzione...(meno soldi ma ti scrivi un lavoro cool nel cv).
Questo ha fatto diventare Milano una citta' cinese...si lavora 12 ore al giorno, si prende in media meno che nel resto di italia dove se ne lavorano 8. Pero' e' vero, a Milano ci sono molte piu' opportunita'....di essere sfruttati pero'.


Lo Zz

skelli ha detto...

E' buffo, Zz, che qualche giorno fa, parlando con la mamma di Diego ho ricevuto un esempio molto simile al tuo (l'abito FA il monaco) riguardo Palermo; anche li il muratore non entra nel ristorante costoso perchè sarebbe visto con un occhio diverso rispetto al super manager arricchito. Forse è la mentalità italiana che è cambiata, forse grazie anche a quello che ci propinano i media e che, in fin dei conti, è un po lo specchio di cosa sono diventati gli italiani.

Anonimo ha detto...

Verissimo Skelli, sai che davanti al negozio Luis Vuitton di Palermo a Natale mettono i gazebo con antipastini per intrattenere la coda delle persone che vogliono entrare? Addirittura hanno fatto una borsa che si chiama "Palermo"..

Alessandro Teruzzi ha detto...

Una delle cose che mi ha sempre affascinato di NY e Londra e' che puoi andare in giro vestito da winnie the pooh versione sadomaso, senza che nessuno si mostri sorpreso.

Anonimo ha detto...

A disen la canzon la nas a Napoli
e certament gh'hànn minga tutt'i tort
Sorriento, Mergellina, tutt'i popoli
i avran cantaa almen on milion de volt.
Mi speri che se offenderà nissun
se parlom on cicin anca de nun.
O mia bela Madonina
che te brillet de lontan
tutta d'ora e piscinina
ti te dominet Milan.
Sotta a ti se viv la vita
se sta mai con i man in man.
Canten tucc: "Lontan de Napoli se moeur"
ma poeù vegnen chì a Milan…
Adess gh'è la canzon de Roma magica,
de Nina er Cupolone e Rugantin.
Se sbatten in del Tever, roba tragica
esageren, me par un cicinin.
Sperem che vegna minga la mania
de mettes a cantà : " Malano mia! ".
O mia bela Madonina
che te brillet de lontan
tutta d'ora e piscinina
ti te dominet Milan.
Sotta a ti se viv la vita
se sta mai con i man in man.
Canten tucc: "Lontan de Napoli se moeur"
ma poeù vegnen chì a Milan
Si, vegnì senza paura
num ve slongarem la man
tutt el mond a l'è paes, a s'emm d'accord,
ma Milan, l'è on gran Milan!!!

TRADUZIONE:
Dicono che la canzone nasca a Napoli
e certamente non hanno tutti i torti
Sorrento, Mergellina, tutti i popoli
li avranno cantati almeno un milione di volte.
Io spero che non si offenderà nessuno
se parliamo un pochino anche di noi.
O mia bella Madonnina
che brilli da lontano
tutta d'oro e piccolina
tu domini Milano.
Sotto di te si vive la vita
non si sta con le mani in mano.
Cantano tutti :"Lontano da Napoli si muore"
Ma poi vengono a Milano.
Adesso c'è la canzone di Roma magica,
Di Nina, il Cupolone e Rugantino.
Si buttano nel Tevere, cosa tragica
esagerano, mi pare un pochino.
Speriamo che non venga la mania
di mettersi a cantare: " Malamo mia!"
O mia bella Madonnina
che brilli da lontano
tutta d'oro e piccolina
tu domini Milano.
Sotto di te si vive la vita
non si sta con le mani in mano.
Cantano tutti: " Lontano da Napoli si muore"
ma poi vengono a Milano.
Si, venite senza paura
noi vi daremo una mano
tutto il mondo è paese, siamo d'accordo
ma Milano è una grande Milano!!!

Zz

Alessandro Teruzzi ha detto...

bella canzone, che scioglie il cuore.

Alessandro Teruzzi ha detto...

Dove sono i milanesi? Il piu' interessato all'argomento mi pare un palermitano.

Silvia ha detto...

beh, a milano c'è la moda e il design... salone e fuori salone attirano moltissime persone!
è la principale città italiana per le gallerie d'arte, ma rispetto al resto d'europa è scarsa... non abbiamo neanche un museo di arte contemporanea!
se solo capissero quanto ritorno ha avuto Bilbao aprendo il Guggeheim!
ma cosa posso pretendere con sandro bondi come ministro per beni e attività culturali?!

io vedo una milano che continua ancora a darsi da fare, ma con una serie di problemi (vedi lista christian) che non vengono mai risolti....

Cristiano ha detto...

solo quando frequenti altre città Europee ti rendi conto di quanto sia brutta Milano

Anonimo ha detto...

Le auto parcheggiate sui marciapiedi sono l'emblema della citta': sfruttare al massimo quel che c'e' a disposizione fregandosene della qualita' della vita.

God Bless Milan

Christian ha detto...

è per questo che a Milano ci vorrebbero marciapiedi più grandi!

Marcello Novelli ha detto...

"Milano, ogni vola che mi tocca di venire, tu mi prendi allo stomaco, mi fai morire. Milano senza fortuna, mi porti con te, sulla terra o sulla luna".

Milano e' la mia citta', per questo la conosco poco. Di Milano conosco i suoi miti e le sue leggende, molto meno le sue opere d'arte.

Milano e' una citta strana da sempre, non e' una cosa degli ultimi anni. Gli Sforza hanno costruito un castello fortificato piu' verso l'interno della citta' che verso l'esterno e Leonardo Da Vinci l'ha presa come punto di partenza per la citta' ideale. Vorra' dire qualcosa.

Milano non centra niente con il resto d'Italia, ma Milano e' l'Italia piu' di Roma, Napoli, Torino, Palermo, Firenze.

Milano e' la liberazione del 25 aprile 1945, e' la speculazione edilizia e il boom economico. Milano e' il '68, e' Piazza Fontana. Milano e' Milano da bere, Piazza Affari e le quotazioni della borsa, Milano e' Tangentopoli, Milano e' Berlusconi, Milano e' la fuga dalle citta' e le casettine nell'interland, Milano e' gli stranieri, la China Town. Milano e' il Cardinale Martini e il Cardinale Tettamanzi e l'orgoglio ambrosiano.

Milano e' una grande citta' che pero' non si vuole bene. Che si lascia violentare, che si lascia sfruttare, che quello che ha se lo e' sempre guadagnato. Milano e' una citta' che si fa coprire i navigli, che si fa governare da dei delinquenti, che si lascia comprare dagli stranieri.

Milano, forse quello che servirebbe e' un po' piu' di orgoglio.

Valeria B ha detto...

A Milano ci sono stata solo una volta, ed a dire il vero ho preferito andare a Roma, dove se piangi perche' sei un morto di fame e perche' ai colloqui ti dicono che sei pericoloso perche' troppo giovane e qualificato, e quindi potresti "scalpitare" (parole ricevute al mio ultimo colloquio per un posto merdosissimo da segretaria dopo ben 5 colloqui con persone diverse), be' almeno piangi all'ombra del Pantheon e c'e' sempre il sole.
L'Italia e' uguale dappertutto ragazzi, ed anche se sono passati 3 anni dal mio ultimo tentativo di inserirmi nel mondo lavorativo italiano, ho una paura assurda che al mio rientro (non so quando) le cose non saranno affatto cambiate. Quanta amarezza e nostalgia.