martedì 12 agosto 2008

Ragazzo di campagna



Sono sempre stato un ragazzo di campagna. Lo sa bene che mi ha sentito dire, a 18 anni suonati, "ustia la galleria" mentre la mia faccia si dipingeva di stupore dopo l'improvviso ingresso dell'autobus sotto un ponte ferroviario nei pressi di Lambrate. A dire il vero, forse ero il più cittadino dei santagatesi ed il più contadino dei milanesi. Fatto sta, che la città non mi è mai andata poi più di tanto a genio. Non amavo la confusione e la fatica per parcheggiare. Ho vissuto 3 anni a Torino senza mai riuscire ad adattarmi ai ritmi ed al rumore.

Poi sono stato a New York e mi sono innamorato in pochi giorni. E' incredibile come un luogo ti possa entrare nel sangue in quel modo.

Londra è diversa, ti piace, ma non ti travolge. Ti conquista piano, piano. La sua è una bellezza meno esotica e più, in un certo senso, convenzionale. Ti accorgi di stare bene in questo città nonostante il clima mutevole e non mediterraneo. Vivi rilassato e contento, fino a quando in un pomeriggio di una domenica piovosa, passeggiando lungo il Tamigi con gli occhi a terra per evitare di bagnare di pioggia le lenti degli occhiali, non ti sollevi di scatto e scopri che non vorresti essere da nessun'altra parte del mondo.

Almeno per un po'.

E voi siete più cittadini o campagnoli?

2 commenti:

Alessandro Teruzzi ha detto...

Adesso i commenti sono abilitati anche in questo post. Scusatemi per l'inconveniente tecnico.

Fabio Perego ha detto...

Direi più campagnolo, ma perché le città qui sono delle munnezze...