martedì 26 agosto 2008

Communication breakdown


Il dover comunicare in una lingua che non e' quella natia ti rende inevitabilmente piu' sincero e piu' portato ad esporti. Quando hai una proprieta' di linguaggio limitata ti trovi obbligato a semplificare il tuo pensiero e sei costretto a ripulirlo da molte sfumature. A prima vista questo puo' sembrare un processo che impoverisce la nostra efficacia e porta ad una perdita' di informazioni, ma per esperienza mi sono accorto che in realta' accade il contrario. Non voglio generalizzare, non ho a disposione un campione statistico rappresentativo, anzi come prova ho solo quello che mi e' accaduto. Spero che sia meglio di nulla.

Quando discuti in inglese di qualcosa che va al di la della pura chiacchera, devi prima pulire il tuo pensiero dalle cose inutili per poterlo esprimere e molto spesso questi orpelli non sono li per arricchire il concetto, anzi hanno il ruolo opposto, servono a smussare gli angoli e a nascondere la verita'. E' difficile per tutti dire qualcosa di personale e costruirle una struttura intorno ci rende piu' facile parlarne, ma distrae anche l'interlocutore.

Inoltre cresciamo con una serie di tabu' linguistici che la societa' ci, se non impone, per lo meno suggerisce. Alcune parole vengono pronunciate raramente in italiano e comunque quasi mai nel loro senso primario. L'inglese, o una lingua straniera in generale, le priva di quella capacita' di imporci una sorta di timore reverenziale. Quando una ragazza giapponese mi chiese cosa doveva avere una donna per affascinarmi, io risposi quasi immediatamente:"Deve conoscere cosa sia il dolore (sorrow)". Non avrei mai risposto in questo modo in italiano!

La lingua straniera ha un effetto benefico anche sull'ascolto, ci obbliga a prestare attenzione alle parole dell'interlocutore e a darle un peso che nella nostra lingua non le attribuiamo. Ho ritrovato il piacere di ascoltare le persone e di guardarle in viso per scoprirne le emozioni come non mi capitava da anni.

E' paradossale come in questo mio periodo all'estero i maggiori problemi di comunicazione li abbia avuti con una persona italiana e per giunta amica da molti anni.

Paradossale, ma non illogico. Noi siamo cambiati in questo periodo e abbiamo continuato a giudicare e valutare le parole altrui attraverso i filtri che ci eravamo costruiti in anni di conoscenza. Abbiamo presunto ed assunto piu' di quanto abbiamo ascoltato. Sto parlando al plurale, ma questa e' solo la mia opinione e sono quasi certo che lei non sarabbe d'accordo.

Una ragazza malinconica mi ha scritto un messaggio pieno di ottimismo che suonava piu' o meno cosi': "Non essere triste, che Londra e' un porto di mare, per un amico che parte ce ne sono altri che arrivano".

Mi ha fatto sorridere e mi ha fatto piacere. Ma la tristezza non e' passata.

Quella non ancora.

7 commenti:

michela ha detto...

Ciao Beppe.... finalmente Marcello mi ha dato l'indirizzo di questo bellissimo spazio dove anch'io posso dire la mia su di te, visto che per me sei diventato irrintracciabile e non ci vediamo da secoli.... se non mi sbaglio dalla prima volta che sei tornato da Londra con sorriso stampato, aria impettita e la maglietta di almeno una taglia più piccola del dovuto....
Leggendo i tanti commenti mi sono un pò preoccupata... mi trovo d'accordo con carlo quasi sempre ... e di questo mi stupisco... dev'essere la paternità... oppure sono io che sto impazzendo!

Grazie a boh e a carlo per avermi ricordato... nei loro commenti...vi voglio bene!

p.s. non pensare che mi sia dimenticata del tuo compleanno.... solo che ho mandato messaggi ad numero di cellulare probabilmente vecchio.... non darmi quello nuovo.... mi raccomando

Alessandro Teruzzi ha detto...

Ciao Bella,

ti ho cercata su skype ma si vede che la Michela E. abitante a G. che ho trovato io non eri tu. Tecnicamente nemmeno io ho dimenticato il tuo compleanno (veramente ho dimenticato il giorno, ma mi ricordo che e' circa adesso), solo che il mio telefono italiano e' fuori uso e devo sostituirlo. Mandami una mail che ti spedisco tutti i miei contatti. Se mi invii anche un fisso ci sentiamo. Stai manza e non ti preoccupare che me la cavo bene. Un bacione.

alessandroteruzzi@hotmail.com

P.S. ti piace la foto notturna di Londra dal satellite?

Marcello Novelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Marcello Novelli ha detto...

Va detto innanzitutto che una comunicazione avviene con il massimo del successo tra due persone che parlano la stessa lingua. Proviamo a pensare cosa succederebbe se questo blog fosse in inglese, forse sarebbe piu' divertente, ma non certo piu' efficace.

Concordo con Beppe/Alessandro sul fatto che esprimersi in una lingua che non e' la propria da vita a degli interessanti processi creativi.

Cosa dire del maschio latino che rimorchia la tedesca a Riccione con: "Do you know Shumacher?".

Grandioso.

Unknown ha detto...

ciao papi! perfettamente d'accordo con te, e u npo ubriaca in questo momento.... ma non ero io quella che doveva salvare la tua coinqulina dal tunnel dell'alcool? quella che ti racconta tutto di me senza filtri, e probabilmente spesso travisnado la realtà??? come quella storia del cerotto...te la racconterò in prima persona che è meglio!cavolo, volevo scrivere una cosa profonda su questa cosa della lingua straniera, ma ora mi sfugge... eventualmente sarete aggiornati!
e se senti mara prima di me dille di chiamarmiiiii!!! ciao bello bacio

Alessandro Teruzzi ha detto...

Forse nel mio post ho tralasciato due effetti che hanno un peso rilevante:

- sindrome del sopravvissuto -

chi si trasferisce all'estero all'inizio e' spesso solo o con poche conoscenze e tende a simpatizzare con le persone che vivono la sua stessa situazione piu' velocemente. Un po' come i sopravvissuti in un isola deserta.

- effetto treno notturno -

quando incontri qualcuno non sai mai se rimarra' tra le tue conoscenze per molto o se partira' da li a poco. Quindi si tende a confidarsi molto facilmente, un po' come succede durante un lungo viaggio notturno in treno.

Per Maddalena:

la storia del cerotto parla da se. Ma ascoltero' la tua versione. Complimenti per la scrittura alla James Joyce.

You are drunk but I got your point.

Unknown ha detto...

ascolta la mia versione, non servivs per camuffare a tutto il mondo,ovvio che si capiva, era solo per i boss più importanti... voglio dire, se mi sono graffiata sul collo non potete rompere troppo il cazzo, eh!
grazie del complimeto!