giovedì 31 luglio 2008

Ground Zero



Lukana sta uscendo dalla sua casa nel Queens quando un vicino la informa che non è necessario che oggi si preoccupi di andare a lavorare, perché nessun aeroporto in America sarebbe stato in funzione, anzi sarebbero stati chiusi per tempo indefinito. I suoi figli sono da sua madre a Manhattan. Lei cerca di chiamarli ma le linee sono intasate, dopo il crollo della seconda torre, che ospitava numerose antenne, le comunicazioni sono completamente interrotte per tre giorni. Nessun mezzo può entrare o uscire dall'isola. Lukana avrà notizie della sua famiglia solo all'inizio del quarto giorno.

Gillian vive a Milwaukee, li c'è un'ora di fuso orario rispetto a NY. Lei vede l'impatto del secondo aereo in diretta mentre sta facendo colazione. Suo marito rimane senza parole, lei si porta le mani al viso. In pochi mesi si sarebbero dovuti trasferire proprio a NY.

Nathalia è tornata tardi e dorme ancora, ma si sente agitata, confusa e forse è ancora un po' ubriaca. Vive a Brooklyn, verso le dieci si alza ed proprio sopra downtown vede una nuvola di polvere e fumo. Accende la televisione e guarda le due torri crollare.

Ho chiesto a molti americani cosa stavano facendo quando sono crollate le torri. Le storie sono diverse, ma quasi tutte finiscono con delle lacrime.

Io sono a Milano, sto lavorando. Qualcuno mi da la notizia, ma stento a crederci. Controllo sulla rete, vedo le prime foto e rimango impressionato.

Anni dopo sono andato a vedere ground zero, come si fa in tutti i cimiteri sono andato solo ed in silenzio. L'emozione è forte, non c'è nulla di teatrale o di sontuoso, nulla. Gli americani così esagerati e pacchiani nella festa sono minimalisti ed eleganti nel dolore. A commemorare la tragedia c'è solo una bandiera ed una piccola mostra fotografica.

Cerchi di immaginare le torri, la gente, i negozi, il frastuono e la confusione. Provi ad indovinare le proporzioni degli edifici, ma è difficile. Sono stato toccato, ma non mi sono commosso. Io non ho capito cosa realmente significa ground zero per un americano. Ci ho provato, ma non ce l'ho fatta ed ho paura che siano veramente pochi gli europei che ci possano riuscire.

E voi dove eravate durante l'attacco alle torri gemelle?


6 commenti:

Pinocchietto ha detto...

Siccome sono analfabeta permetto ad Alessandro di scrivere quello che gli racconto:

L'undici settembre del 2001 mi trovavo a Seulo (famoso come il buco del culo del mondo), un paesino del centro Sardegna. Mio nonno allora ottuagenario era in convalescenza dopo un'attacco cardiaco. Non so se i farmaci, la vecchiaia o un senile e spiccato senso dell'umorismo, lo portavano a fare commenti piuttosto originali. Giusto il giorno prima mi aveva confidato, con tanto di gesto a due mani, di apprezzare il decollete' della signora Maria, con lei presente ed alquanto compiaciuta. Facendomi anche intendere che con vent'anni di meno l'avrebbe inschidonata come un porcellino.

Ma torniamo a noi. Quel giorno torno e trovo la casa affollata. La gente guarda la televisione e si disinteressa di mio nonno. Tutti sono sconvolti ed ancora nessuno ha capito bene cosa e' successo, quando mio nonno prende la parola richiamando l'attenzione degli astanti dicendo:"Mi, guarda tutte quelle pecore come corrono e si lasciano cadere piano, piano".

Christian ha detto...

...in quel momemnto ero collegato sul sito del Corriere.it e ho visto la notizia (con una delle prime foto) pubblicata, la pagina è stata modificata ed è apparsa la foto della prima torre con il fumo che usciva...la notiza non era precisa ma confusa. Qualche minuto dopo cerco di ricollegarmi nuovamente e questa volta pago lo scotto di un'attesa infinita, la rete era troppo congestionata...al riapparire della prima pagina le torri colpite sono 2!, si parla anche del Campidoglio e del Pentagono (tutti colpiti)...incertezza generale! Era un pomeriggio qualunque, al rientro dal lavoro per radio la notizia (sempre confusa), e poi finalmente a casa, le immagini in tv (il solito Fede) e le immagini crude, di tutte quella che più mi è rimasta impressa è l'uomo che si butta dalla torre! So che non è stato l'unico, ma quello che ricordo è quello ripreso nel suo agghiacciante salto (impietose le telecamere), un manichino che "volava", un uomo che non aveva più nulla da perdere se non una paura inumana. Al mondo nella steria le catastrofi e le uccisioni sono sempre state molte, le crudeltà non si contano, gli omicidi cruenti neanche, ma quello che è accaduto a NY è stato, forse, la prima catastrofe "in diretta". Seguita passo a passo dall'inizio alla fine, senza censure, senza falsi moralismi (la guerra inteLLiGGente), con l'onestà delle telecamere accese senza una scaletta.
Quello che rammarica è il pensare che poi tutto questo è passato in secondo piano, per lasciare le prime pagine alla 2° guerra nel golfo...

Unknown ha detto...
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Anonimo ha detto...

Io ero a casa a studiare per qalche esame... non ricordo. Squilla il telefono, mio padre che mi dice di accendere la tele... prime immagini, ripetute ossessivamente... ricordo lo sbigottimento, l'incredulità di fronte a questa follia... ricordo una cronaca priva di sgnificato, trasmetteva anch'essa l'incredulità di fronte a questo gesto.
non mi sono scollata dal televisore per ore, riguardavo le stesse immagini ininterrottamente
poi il primo crollo
il secondo crollo
le urla
il silenzio...

sara ha detto...

Io ero al lavoro, in un posto che vorrei dimenticare... il mio grazieadioex capo è stato avvisato credo dalla moglie e ha acceso un televisorino che aveva lì... ci siamo messi a guardare ma ancora era tutto confuso, non si sapeva nemmeno se era stato un incidente, solo col passare delle ore e guardando i telegiornali la sera a casa s'è capita la gravità della cosa...

Fabio Perego ha detto...

Anche io ero al lavoro, ricordo notizie che arrivavano da chi telefonava e ricordo che non avevamo l'ADSL quindi fino a che non sono arrivato a casa non ho capito fino in fondo ciò che era successo perché le linee erano intasate. Molto più forte è stata la paura quando si è poi schiantato l'aereo sul Pirellone.