sabato 5 luglio 2008

Qui ad Atene noi facciamo così


Sono tornato da poche ore da Atene, dove sono stato qualche giorno per lavoro. Non ero mai stato in Grecia ed ero piuttosto curioso di conoscere una città di cui tanto si parla e tanto ha influenzato la nostra storia ed il nostro modo di pensare.

La sensazione che si prova passeggiando per la città è un senso di strana familiarità. I lineamenti dei passanti sono molto simili a quelli italiani (ricordate italiani greci una faccia una razza?) ed il clima è quello della riviera ligure. Ma c'è di più. Ad Atene c'è la stessa chiassosa confusione che si trova nelle città italiane. Colpi di clacson, smarmittate allo scattare del verde e motorini che gincanano nel traffico sono immagini che sono radicate nell'ipotalamo di ogni italiano.

La lingua è ovviamente diversa ed anche questo particolare è degno di nota. Il greco suona piuttosto simile allo spagnolo nell'accento e nella cadenza e l'effetto alle mie orecchie era piuttosto strano. Infatti la familiarità del suono mi portava istintivamente a pensare di poter decifrare almeno in parte i discorsi, ma il senso di impotenza mi ha avvolto ben presto. Non c'è stato verso di capire nulla.

Fortunatamente i greci parlano quasi tutti inglese (non hanno i film doppiati ma solo sottotitolati) ed anche in un modo molto congeniale all'orecchio di un italiano.

Ho veramente apprezzato la giovialità della gente, la loro gentilezza ed il cibo. Insomma per farla breve mi sa proprio che ci ritornerò per starci un po' di più.

Alla fine mi sono ritrovato al gate ad aspettare di salire sull'aereo e mi ha preso una strana malinconia, quando mentalmente mi sono detto:"Beh, si ritorna a casa!" ed abbassando gli occhi ho letto sul biglietto London invece che Milan.

Ma, non è durato molto.

vedi filmato: qui ad Atene noi facciamo così

1 commenti:

Marcello Novelli ha detto...

Ah, Atene, culla della civilta' classica, patria si Socrate, Platone e Aristotele, pilastro, insieme a Sparta, della difesa del mondo occidentale dall'espansione persiana.

Ah, Atene, fraticida e suicida nelle guerre del Peloponneso, incapace di trovare nelle comuni radici culturali le motivazioni per superare i particolarismi e la voglia di egemonia.

Ah, Atene, impoverita, ma ancora capace di far innamorare gli imperatori romani, capace di trasformare l'invincibile Impero Romano che della sua cultura si e' fatto erede e custode.

Ah, Atene, scomparsa nei secoli bui, impoverita dall'incuria, depredata.

Ah, Atene, che nel 1833 contavi solo 4000 abitanti, come la piu' misera delle citta' e che ora, cerchi di nuovo il tuo posto nel mondo.

Ah, Atene, che magnifico esempio di grandezza e decadenza sei.