mercoledì 12 maggio 2010

Restauri



In vacanza a casa, in Puglia, mi capita di incontrare dopo qualche anno Manuela, una ragazza molto introversa con una visione profonda del mondo (sinking, direbbero gli inglesi).
Si offre di accompagnarmi a casa a piedi, e comincia a parlarmi della nuova esperienza lavorativa che la sta tanto assorbendo in questi ultimi mesi: Manuela ha cominciato a lavorare come restauratrice.
Nella strada buia ma sicura che dal porto conduce a casa mia, con gli edifici antichi poco illuminati e gli alberi dalle lunghe ombre (al sud è tuttavia raro che in estate le piazze siano deserte alle 3 di notte), mi lascio condurre nel mondo del restauro e seguo la conversazione lasciandomi trasportare con indolenza, fino a quando un'idea fino ad allora mai considerata prende la mia attenzione: nel concetto di restauro è importante, anzi vitale, che l'intervento postumo venga evidenziato, che in qualche maniera non si confonda col lavoro originale. Come se, ad un'occhiata piu' nel dettaglio, si possa vedere dove il restauro sia intervenuto per restituire ciò che il tempo ha tolto all'artista ed all'opera.
Ormai a casa, sul mio letto italiano nel caldo di agosto, non posso fare a meno di pensare a questo nuovo universo che mi è stato rivelato, ed a come questa semplice (ma fino ad allora ignota) regola possa applicarsi alla vita della gente.

Posto che la nostra vera personalità, il nostro carattere intrinseco sia quello con cui siamo nati, e che poi la vita inevitabilmente ci abbia modificati, portandoci a reagire in determinati modi a specifiche situazioni, ecco, posto questo, abbiamo dunque il diritto di mostrare agli altri il "restauro", invece che nasconderlo come sempre facciamo, costruendo una trincea basata sul fatto che non dobbiamo spiegazioni se non a noi stessi?
E soprattutto, è nostro dovere essere a conoscenza su chi e come ci abbia modificati?

La Ragazza Slanciata

8 commenti:

Valeria B ha detto...

Io sono dell'opinione di spiegare solo a quei pochi che meritano di ricevere spiegazioni sui restauri che abbiamo subito.... spiegare a tutti sarebbe un po' come dare le perle ai porci!

Ma la ragazza slanciata non era quella che era una volta andata al Ritz con un pinnolone senza cravatta? E' sopravvissuta? Avete sue notizie???

Marcello Novelli ha detto...

Condivido a pieno: le aggiunte su opere d'arte originali devono essere ben distinguibili. Anch'io ho fatto una considerazione simile vedendo i restauri in corso al Partenone di Atene.

Per quanto riguarda le persone io credo che ognuno e' quello che e' sempre stato e non esista differenza tra l'originale e il restaurato. Insomma, noi siamo noi e nient'altro.

Alessandro Teruzzi ha detto...

Che la ragazza slanciata esista o meno è ancora incerto.
E' una figura mitologica, a metà tra Venere (per la bellezza) e Paperino (per la sfortuna, almeno in fatto di uomini).
Di sicuro il post non l'ho scritto io, ma l'ho ricevuto in una busta senza mittente e sigillata con la ceralacca.
Lanciamo un appello, avete notizie della ragazza slanciata?

Per quanto riguarda il mostrare o meno il restauro (nelle persone) lo trovo un atto intimo. La differenza tra la facciata e la realtà dovrebbe essere preservata a pochi. Come una sorta di regalo prezioso.

Cristiano ha detto...

se tutti ci mostrassimo per quello che veramente siamo, senza troppe maschere e troppe artefazioni, ci sarebbero molti meno problemi in questo mondo...

in questo senso le donne hanno molto da insegnare

Diego ha detto...

...o da imparare!
Io temo di non essere d'accordo con il presupposto. Intanto perchè non siamo opere d'arte (ma questa è solo una facezia!) e poi perchè non siamo fatti a strati, e il carattere non è predominante finchè non viene 'restaurato' ma è anzi un collage di interventi anche minimi successivi. A me poi piace ricordare a volte a chi devo questo o quel particolare lato del mio carattere, o quella mia mania, o da chi ho preso un certo gusto per una certa cosa ma non mi piacerebbe separare gli interventi dall'originale: non rimarrebbe quasi nulla!!!

PS Dicono che la ragazza slanciata sia stata vista in un locale del centro. Dicono bevesse molto vino e avesse un bel vestito rosso. Dicono che alcuni abbiano perso la testa per lei. Dicono.

Anonimo ha detto...

Insomma siamo come un profiterole a cui si vanno aggiungendo sempre piu' palle?

p.s.: caro Diego, quando dici "non siamo opere d'arte" - parla per te!

p.p.s.: Il vestito era rosa confetto

Dee

Anonimo ha detto...

Il vestito era rosso, aveva un paio di scarpe con super tacco e si e' divertita tantissimo, soprattutto all'after parti al Mc Donalds!

Il Cameriere del Ritz finito a lavorare al Mc Donalds

Anonimo ha detto...

laddove le mani restauratrici fossero molteplici, di epoche diverse e l'insieme risultasse opera migliore dell'originale (già di straordinaria complessità e bellezza), la stessa "regola" di base del restauro potrebbe cadere...lasciando all'occhio esperto, indagatore e paziente, la ricerca dei successivi interventi e la profonda conoscenza dell'"opera d'arte"...

Un uomo in cammino