Mentre milioni di italiani si lanciano gavettoni, fanno pic-nic e grigliate, io mi godo una fresca ed incerta giornata londinese. Però è ferragosto anche per me, quindi festeggerò in una pizzeria di Covent Garden con un altro paio di centinaia di Italians londinesi. Da tempo avevo in mente un post sugli italiani che ho incontrato in giro per il mondo. Alcuni sono amici, altri solo conoscenti, ma li accomuna una sorta di aurea. Eccoli qua, poche righe ed in ordine sparso per alcuni di loro.
Davide (Moncler, New Jersey)
E' uno di quegli italiani che hanno fatto successo, ha lavorato molto e ha conquistato il sogno americano, ma l'America non ti regala nulla. Quello che ha ottenuto l'ha sudato. L'ho visto solo poche volte, ma mi ha colpito la sua generosità ed il suo gusto per i dettagli. La migliore pizza della mia vita l'ho mangiata in un ristorante di NYC con lui, scusate se è poco.
Giorgio (Oulu, Finlandia)
Ho già parlato di lui in questo blog, è un amico da tempo, è anche un italiano atipico, non ha nemmeno uno dei vizi nostrani, scommetto che si trova molto bene in nord Europa e che non ha nessuna intenzione di tornare in Italia. Nonostante ciò si interessa, legge e si arrabbia per la situazione italiana, è strano da spiegare, ma quando sei lontano tutto ti sembra maledettamente chiaro. Io lo capisco bene.
Crupi (Giornico, Svizzera)
Ve lo immaginate un calabrese con l'accento del Canton Ticino? Persona squisita con cui è stato un piacere lavorare (per questo compare per cognome). Abbiamo parlato spesso dell'Italia, non ho mai colto nessuna nostalgia nei suoi discorsi, forse una punta di rammarico; quella che si ha, di solito, quando si parla di occasioni sprecate.
La signora sarda (Stone Town, Tanzania)
Purtroppo non ne ricordo il nome, me ne dispiace, ma lei è un esempio del genio italico. Dal nulla ha aperto una società di turismo che comprende escursioni con dei velieri (tutti battenti bandiera sarda), degustazioni di frutta, cibo locale e anche pecorino e delicatezze italiane. Donna energica e orgogliosa delle sue origini, che per sentirsi un po' a casa ha anche imparato a farsi il formaggio da sola.
Ho conosciuto anche una sua dipendente (italiana) che parlava lo swahili mescolato al napoletano: uno spettacolo.
Michele (In giro per il mondo)
Un emigrante atipico, lui è in continuo movimento per una serie di concause: la precarietà, l'aberrante antimeritocrazia italiana (che non concede opportunità adeguate a persone di talento) e non ultima la sua curiosità. Adesso è da qualche parte nel mezzo dell'Africa nera, chissà che non si rifaccia vivo.
Diego (Londra, Regno Unito)
A Londra di Italians ne conosco tanti, scelgo Diego un po' per affetto, ma anche perché è il prototipo dell'emigrante. Prima di tutto è siciliano, terra dalla quale o scappi o ti adegui, poi ha un fratello in Australia ed un altro che tra pochi giorni andrà in Nuova Zelanda e con le lingue ha lo stesso talento del Baudolino di Eco.
Diego è sempre inquieto, qualcuno lo definisce un Proudhoniano, a me sembra soltanto uno che sanamente si incazza leggendo "La Repubblica". L'Italia sarà la sua meta finale, purtroppo però, a Londra le cose sono maledettamente più semplici.
Davide (Moncler, New Jersey)
E' uno di quegli italiani che hanno fatto successo, ha lavorato molto e ha conquistato il sogno americano, ma l'America non ti regala nulla. Quello che ha ottenuto l'ha sudato. L'ho visto solo poche volte, ma mi ha colpito la sua generosità ed il suo gusto per i dettagli. La migliore pizza della mia vita l'ho mangiata in un ristorante di NYC con lui, scusate se è poco.
Giorgio (Oulu, Finlandia)
Ho già parlato di lui in questo blog, è un amico da tempo, è anche un italiano atipico, non ha nemmeno uno dei vizi nostrani, scommetto che si trova molto bene in nord Europa e che non ha nessuna intenzione di tornare in Italia. Nonostante ciò si interessa, legge e si arrabbia per la situazione italiana, è strano da spiegare, ma quando sei lontano tutto ti sembra maledettamente chiaro. Io lo capisco bene.
Crupi (Giornico, Svizzera)
Ve lo immaginate un calabrese con l'accento del Canton Ticino? Persona squisita con cui è stato un piacere lavorare (per questo compare per cognome). Abbiamo parlato spesso dell'Italia, non ho mai colto nessuna nostalgia nei suoi discorsi, forse una punta di rammarico; quella che si ha, di solito, quando si parla di occasioni sprecate.
La signora sarda (Stone Town, Tanzania)
Purtroppo non ne ricordo il nome, me ne dispiace, ma lei è un esempio del genio italico. Dal nulla ha aperto una società di turismo che comprende escursioni con dei velieri (tutti battenti bandiera sarda), degustazioni di frutta, cibo locale e anche pecorino e delicatezze italiane. Donna energica e orgogliosa delle sue origini, che per sentirsi un po' a casa ha anche imparato a farsi il formaggio da sola.
Ho conosciuto anche una sua dipendente (italiana) che parlava lo swahili mescolato al napoletano: uno spettacolo.
Michele (In giro per il mondo)
Un emigrante atipico, lui è in continuo movimento per una serie di concause: la precarietà, l'aberrante antimeritocrazia italiana (che non concede opportunità adeguate a persone di talento) e non ultima la sua curiosità. Adesso è da qualche parte nel mezzo dell'Africa nera, chissà che non si rifaccia vivo.
Diego (Londra, Regno Unito)
A Londra di Italians ne conosco tanti, scelgo Diego un po' per affetto, ma anche perché è il prototipo dell'emigrante. Prima di tutto è siciliano, terra dalla quale o scappi o ti adegui, poi ha un fratello in Australia ed un altro che tra pochi giorni andrà in Nuova Zelanda e con le lingue ha lo stesso talento del Baudolino di Eco.
Diego è sempre inquieto, qualcuno lo definisce un Proudhoniano, a me sembra soltanto uno che sanamente si incazza leggendo "La Repubblica". L'Italia sarà la sua meta finale, purtroppo però, a Londra le cose sono maledettamente più semplici.
6 commenti:
Carissimo, ormai uso internet una volta all'anno.. e che sorpresa ritrovarti e ritrovarmi in un tuo post! Allora: la signora sarda, la mia zia adottiva, si chiama Viviana ed effettivamente è un mito. Avrà pure il genio italico ma ha soprattutto la determinazione sarda, no? Io sono tornato a Zanzibar, giro ma non mi sono perso (ho provato a chiamarvi da Nairobi ma la scheda zanzibarina non fungeva). Sentiamoci! A presto..
p.s. la dipendente napoletana si chiama Alessia e ti saluta!
Michele
Ciao Michele,
grazie per avermi ricordato il nome di Viviana. Alessia me la ricordavo bene, ma ho colpevolmente omesso di citarla.
Salutamela tanto e salutami anche tutta la comunità zanzibarina.
Determinazione sarda? Forse hai proprio ragione.
Per sentirci io sono su skype spesso, magari ci diamo un appuntamento via mail.
Goditi il sole, hai la mia invidia e chissà che si possa organizzare un bel viaggetto.
Ciao
P.S. come si chiamava quella telenovela di sky che vi piaceva tanto?
Io sono ritardato e onorato, l'uno geneticamente e l'altro per causa tua, Ale. Mi metti in un post e mi accomuni a Baudolino, ma soprattutto dici di me che ti sembro uno, in fondo, normale. Sono inquieto di quell'inquietudine che ha chi non smette mai di farsi domande, e di sognare. Odio la rassegnazione e l'indifferenza tipicamente italiche, sebbene ami il mio paese ed è lì che, come tu dici, andrò a finire. Della determinazione dei sardi non parlo per via di un certo conflitto di interessi 'familiare', ma una cosa la voglio dire: Teruz ti voglio bene!
Diego mi lascia senza parole, che devo dirvi Londra mi ha fatto diventare sentimentale.
telenovela su sky? ma come puoi chiamarla così? stai parlando di BORIS???
"userò gli occhi del cuore, per carpire i tuoi segreti, per capire cosa pensi dei miei primi piani intensi.. dei miei piani americani, così intensi così ITALIANI.. fatti un pò a cazzo di cane!!".
stammi bene e non diventare troppo sentimentale.
see ya
Michele
Sono senza parole: questo e' il post piu' bello che sia mai uscito dalla tua penna. Non so perche', ma i tuoi ritratti in un paio di frasi mi ricordano tanto una delle mie canzoni preferite, Walk on the Wild Side di Lou Reed, con una galleria di personaggi incredibili nella loro umanita' ma credibili nella loro sfrontatezza (coraggio? incoscienza?) quotidiana. Ben fatto.
PS: Diego rimarra' sempre un Proudhoniano a cui piace l'alta moda e per questo tutti gli vogliamo bene :)
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