martedì 30 dicembre 2008

Fine dell'anno. Tempo di bilanci.


Sono contento di questo 2008.

E' il primo anno che passo completamente all'estero e devo ammettere: mi fa una certa impressione.
Quando sogno "casa mia" e' ancora quella di mia madre. Evidentemente, non sono mai riuscito a considerare nessun altro posto come "mio". Non mi e' successo a Torino (in tre anni e qualcosa) e non mi e' accaduto nemmeno a Londra. Tenendo conto che qui ho cambiato casa 6 o 7 volte non appare cosi' strano.
Lo sanno tutti che occorre del tempo per affezionarsi!

A febbraio avro' un appartamento tutto mio e questo da' un nuovo tono a tutto il 2009. L'anno trascorso mi e' servito per pulire e rimarginare le ferite; per alleggerirmi e per scrostare qualche senso di colpa. Mi sembra di esserci riuscito.
L'anno che verra' serve a ricostruire, nel senso piu' fisico del termine. Voglio aggiungere oggetti alla mia vita, non per zavorrarmi, ma per parlare un po' di me alle persone.

Per questo e' cosi' importante questa casa. Non l'ho capito subito, ma adesso ne sono certo. Ho bisogno di stare in un posto che mi assomigli.

Penso che sia l'ultimo passo da compiere prima di ricostruire anche dei legami. Intendiamoci, e' gia' successo, ma e' stata una sorta di crescita spontanea. Adesso voglio metterci l'impegno che occorre sempre per creare le "cose belle". Non pensate soltanto alla morosa, io sto parlando in generale.

Verso la fine dell'anno ho anche messo un po' da parte la malinconia. Non del tutto, saranno le canzoni di De Andre' (con le quali sono cresciuto ed un giorno ne parleremo) o forse una mia tendenza naturale, ho sempre trovato una certa bellezza nelle storie tristi; mi hanno sempre affascinato, come un falo' attira una falena.

Ho passato una settimana quasi perfetta in Italia. Sono stato con la mia famiglia e con i miei amici. Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Ogni volta mi sembra di non essermene mai andato tanto mi sento a mio agio in vostra compagnia.

Insomma alla fine di questo 2008 mi sento meglio di come l'ho cominciato. Non mi sembra poco.

E a voi?

venerdì 19 dicembre 2008

Vado a vivere da solo!


Lo so cosa state pensando. Che noia, cambi ancora casa. Non fai altro che traslocare.

E' vero, sembra assurdo ed in questa mia volatilita' c'e' anche qualcosa di comico, ma la scelta di andare a vivere da solo la covavo da tempo. E' rimasta sopita dentro di me come la brace sotto la cenere per mesi. Qualche giorno fa e' scoppiato l'incendio. Un mio amico ha deciso di traslocare per cercare una casa piu' consona alla vita di coppia e mi ha chiesto se volevo prendere il suo posto nel monolocale.

Da quando me lo ha detto mi sono sentito come un bambino sotto Natale: impaziente, emozionato e monotematico.

Ho capito che e' la cosa che voglio fare, anche se lasciare le mie coinquiline mi provoca dispiacere.

Insomma, non e' ancora del tutto ufficiale, ma nei primi giorni di gennaio traslochero' ancora.

Ci sono buone possibilita' che per tutto gennaio la mia camera rimanga vuota (non e' ancora detto), quindi se qualcuno ne vuole approfittare e' il benvenuto.

Vedi filmato: Vado a vivere da solo!

mercoledì 17 dicembre 2008

A Modo Mio




Ultimamente mi frulla in testa questa canzone.


L'ascolto spesso mentre cammino per andare a lavoro. Mi mette addosso un certo ottimismo ed anche una buona dose di buon umore.

Trovo che mi descriva anche abbastanza bene.

Ascoltatela.

A Modo Mio (Negrita)

Prende bene stare fuori oggi che è primavera
prende bene andare in giro con il sole che saluta la sera
oggi che è primavera
E ho buttato via i pensieri via la noia e il magone
li ho buttati tutti quanti stamani tutti dentro a un bidone
e fuoco col kerosene


E a modo mio, a modo mio sono

contento un poco anch'io
E a modo mio, a modo mio sono
contento un giorno anch'io
E a modo mio, ringrazio Dio oggi
la storia la faccio io, a modo mio


E' che oggi sono in forma oggi è un giorno speciale
di quei giorni che non vengono spesso come le eclissi di sole
che le puoi quasi contare
E le bambine, le bambine oggi sono gentili
le bambine oggi fanno un sorriso ai fischi dei militari
oggi è un giorno alla pari


E a modo mio, a modo mio sono

contento un poco anch'io
E a modo mio, a modo mio sono
contento un giorno anch'io
E a modo mio, ringrazio Dio oggi
la storia la faccio io, a modo mio


P.S. Ho anche una grossa novita', ma dovrete aspettare il prossimo post

lunedì 8 dicembre 2008

Zanzibar


Voliamo verso Zanzibar su un piccolo monoelica. L'aeroporto e' arredato come una farmacia anni venti. Il sistema di sicurezza somiglia a quello di un supermercato, non ho dovuto esibire nessun documento e ho trasportato da solo la valigia fino all'aeroplano.

Zanzibar (l'isola) dall'alto sembra molto rigogliosa, dopo mi spiegheranno che siamo nel mezzo della piccola stagione delle pioggie e che verso marzo il paesaggio e' piuttosto diverso. In quei periodi l'acqua diventa un problema vitale soprattutto nelle zone rurali.

Stone Town (la capitale) appare piu' un grande paese che una citta'. La fattiscenza e la precarieta' degli edifici occupa completamente la mia attenzione per tutta la prima giornata. Le strade sono piccole, sporche e non in salita. Questa e' l'unica differenza rispetto la famigerata scaletta del pollaio.

La citta' e' un intricato gomitolo di viottoli sghembi. Le strade non corrono parallele come nelle citta' romane (Torino) e neanche concentriche come quelle medioevali (Milano); orientarsi risulta difficile: molte delle vie non hanno nome e chiedere informazioni o solo farsi vedere indecisi ti costringe ad un estenuante lotta contro i papasi. In lingua swahili letteralmente moschoni. Sono i venditori di: souvenir, gite organizzate, cd musicali e naturalmente a bassa voce anche di droghe.

E' incredibile come mi sia abituato alla sciatteria della citta' in poco meno di una settimana. Verso la fine della vacanza la sporcizia non era piu' un problema, anzi tutto mi era diventato cosi' famigliare da farmi provare nostalgia alla partenza.

Ho fatto molto piu' fatica a digerire la lentezza delle persone. Nei ristoranti e nei locali il personale e' volenteroso, ma "moviolizzato". Sara' il caldo a sopire l'iniziativa o la certezza che i propri sforzi non verranno comunque premiati. Io non so dirvi.

Obama ha scaldato il cuore di molti in Africa. Non e' raro vedere magliette con la sua immagine. Un supporter ha anche appeso un quadro del nuovo presidente ad un albero secolare ed organizza degli estemporanei comizi nello stile di Hyde Park Corner.

Gli impiegati governativi sono sottopagati (70 dollari al mese), questo porta alla proliferazione della corruzione. Non ho parlato con molti africani, ho incontrato prevalentemente stranieri, ma ho avuto un interessante discussione con il compagno di una donna italiana (lei e' meravigliosa ne parlero' nel prossimo post). Mi ha dipinto la situazione Zanzibarina con amaro e lucido pessimismo. Un isola ricca di risorse e povera di conoscenza e di iniziativa.

Non ho dati. Dal basso del mio grossolano punta di vista occidentale posso dire che a Zanzibar non sembra che la gente viva poi cosi' male.

Poi ricordo: per le strade non e' poi cosi' facile incontrare un anziano.

sabato 6 dicembre 2008

L'arrivo


Mettiamo subito le cose in chiaro. Per uno che ha vissuto tutta la sua vita in paesi occidentali dieci giorni in Africa non ti permettono di capire molto.
Quindi tutto quello che vi diro' dovra' essere preso per quello che e', semplicemente degli appunti di viaggio.
L'aereo e' una camera di decompressione efficace, entri abituato al vento londinese e come per magia ti trovi nell'afa africana. Siamo arrivati di notte, intorno alle dieci. Il lungo viaggio ed il caldo smorzano la mia voglia di osservare e la mia curiosita'. Nonostante cio' noto qualcosa di strano, l'aeroporto e' molto diverso dal solito, piu' buio e senza aria condizionata, assomiglia di piu' ad una stazione ferroviaria.
Arriviamo alla dogana e troviamo l'ufficio al quale rivolgersi per ottenere il visto. Il numero di impiegati e' impressionante, direi non meno di dieci per non piu' di quaranta viaggiatori. Tutto si svolge in un silenzioso e rilassatissimo caos. La pratica richiede circa un'ora e l'intervento di almeno quattro impiegati diversi.
Agli arrivi troviamo Michele, magro, abbronzatissimo ed in infradito che sventola la mano per farsi vedere. La differenza tra la nostra carnagione e la sua e' imbarazzante.
Michele ci accompagna al taxi, dove troviamo due individui, un pensante ed uno dotato di una patente di guida. Infatti il guidatore non parla una parola di inglese ed anche ad uno sguardo superficiale, si puo' notare che nella vita non e' certo sopravvissuto grazie alle capacita' intellettive.
Arriviamo al nostro albergo e ci facciamo quattro chiacchere sul balcone bevendo delle bibite. Guardo il paesaggio e penso che tutto sommato non sembra cosi' male e che il degrado non e' cosi' impressionante. Ma la notte ha addolcito il paesaggio, il giorno dopo la citta' mi avrebbe fatto un impressione molto diversa.

mercoledì 3 dicembre 2008

Africa

Buongiorno mie cari.

Sono a Zanzibar. Le possibilita' di collegamento alla rete sono scarse e adesso non ho molto tempo di raccontarvi come me la passo.

Comunque provvedero' al piu' presto, perche' di cose da dirvi ne ho molte.

giovedì 27 novembre 2008

Bar Sport

Visto che si invoca tanto il "Bar Sport" per una volta parliamo veramente di sport.

Una rivista settimanale (gratuita) ha pubblicato la classifica dei migliori 100 momenti sportivi della storia.

Il sondaggio e' stato effettuato intervistando il pubblico inglese, guardandolo in questa ottica si trovano alcuni spunti interessanti.

Intanto al primo posto c'e' la vittoria da parte dell'Inghilterra della coppa del mondo di rugby! La vittoria dei mondiali 66 e' solo al secondo posto.

A chiudere il podio c'e' addirittura il cannottaggio, con la quinta medaglia d'oro in cinque diverse olimpiadi da parte di Steve Redgrave.

Intendiamoci il calcio e' importante, ma non e' egemone come in Italia. Anche sui giornali mi ha sempre colpito come sia dedicato piu' o meno lo stesso spazio al calcio, tennis, formula 1, cricket e rugby.

Ancora piu' interessante e' stato cercare quanti italiani erano presenti e in che posizione.

Compariamo solo 3 volte.

Intorno alla cinquantesima posizione si piazza Frank Dettori, fantino che ad Ascot e' stato capace di vincere 7 corse in un pomeriggio.

Il Milan battendo il Barcellona per 4 a 0 nella finale di coppa campioni del 1994 si e' conquistato un posto nei primi venti.

Marco Tardelli con il suo urlo primordiale durante la finale di coppa del mondo del 1982 ha conquistato la 61th posizione.

E' naturale che ogni italiano sia legato a quella immagine, io ne faccio una spartiacque importante, chi non era abbastanza grande per vedere quella sequenza in diretta stando in piedi da solo non potra' mai capirmi a pieno.

Ma l'idea che gli inglesi abbiano votato l'urlo di Tardelli, badate bene l'urlo non il gol, tra i primi 100 piu' grandi momenti sportivi, mi incuriosisce e rende contento.

Contro sondaggio. Qual'e' stato l'evento sportivo che vi ha piu' emozionato?

Per quanto mi riguarda sono indeciso tra i 200 metri di Micheal Johnson ad Atlanta 96 o l'impresa di Pantani sul col de Galibier nel 1998.

Votate.

domenica 23 novembre 2008

Vagina Dentata




Mi e' capitato di vedere questo film questo settimana. In cuor mio non potrei consigliarne la visione a nessuno. Non perche' e' particolarmente crudo, ma solo perche' e' semplicemente un brutto film. Nonostante questo ha alcuni risvolti psicologici interessanti e alcune scene intrise di un involontario umorismo.

Insomma: buona visione.

domenica 16 novembre 2008

Ball Handling




Finalmente ho un dottore. Ho passato più di un anno a Londra senza mai avere la voglia di iscrivermi al GP (penso sia l'equivalente della nostra ASL). La necessità di vaccinarmi prima di andare in Africa mi ha spinto oltre la mia pigrizia ed ha vinto anche la refrattarietà alla burocrazia.
Vado sul sito della NHS e seguo le istruzioni. Per prima cosa si deve inserire il proprio codice postale, in UK è diverso dall'Italia, il codice postale definisce una zona molto limitata anche meno di 10 abitazioni.
Si ottiene una lista di tutti dottori della zona ordinati per distanza dall'indirizzo immesso, una parte del sito è dedicata alla graduatoria del servizio di ogni clinica composta elaborando i giudizi inviati dagli utenti. Controllando la classifica si possono scegliere i dottori migliori, per quanto mi riguardava, l'unico requisito era la velocità, quindi mi sono accontentato del primo che mi dava un appuntamento.
Ho stampato la lista ed ho fatto una serie di telefonate, dopo 4 o 5 trovo un dottore che mi riceve il giorno dopo alle 8:45 di mattina.
Mi presento con il passaporto ed una lettera che prova il mio indirizzo.
Mi danno una boccetta da riempire con le mie urine. La parola inglese non è molto diversa da quella italiana, ma la pronucia chiusa dei Londinesi mi lascia ancora spiazzato.

Insomma ho pensato a lungo prima di pisciare nella boccetta.

Se è vero che non c'erano altre possibilità probabili, è anche vero che sarebbe stato molto imbarazzante presentarsi con una boccetta piena di pipì al posto che un campione della mia acqua del rubinetto (solo per fare un esempio).
Alla fine mi decido e la faccio. Non senza qualche difficolta a dire il vero, viste le dimensioni del contenitore. Il che mi ha fatto pensare a quanto deve essere complicato per una donna senza l'ausilio di un imbuto.
Aspetto una mezz'oretta e mi riceve un'infermiera molto gentile, che mi fa qualche domanda sul mio stato di salute e si crea anche una piccola anamnesi.
Mentre compila la mia cartella mi chiede se voglio specificare una religione. Io rimango un po' sorpreso e le rispondo: “Agnostico”.
La domanda successiva mi fa sgranare gl'occhi perché tradotta suona più o meno: “Sei solito controllare con costanza i tuoi testicoli?”.
Io le rispondo:”Sorry?”. Lei mi sorride e mi dice che in UK è in atto una campagna di prevenzione del cancro ai testicoli e l'autocontrollo è una delle forme più efficaci in tal senso. Mi raccomanda di darmi una bella tastata e mi infila in mano un incredibile volantino con le “istruzioni per l'uso”.
Le figure sono autoesplicative ed il testo in inglese è del tutto superfluo. La cosa migliore comunque è la copertina nella quale sono raffigurati tre enormi palloni da calcio sovrastanti il titolo “Testicular cancer”.
Io le dico che provvederò quanto prima e lei mi ribatte che, se ho bisogno di un parere disinteressato, posso prenotare una visita con un dottore maschio. Io le dico che se si tratta di un problema medico maschio o femmina non mi crea differenza. Io volevo solo essere sincero e politicamente corretto, ma lei fa una faccia un po' strana, pensado forse che l'avessi implicitamente invitata a ravanarmi le pudenda. Quasi subito riacquista la sua gentilezza, mi controlla la pressione, le pulsazioni, mi chiede l'altezza, mi pesa, si informa della mia dieta e si accaparra il contenitore di urine.

Mentre mi effettua le vaccinazioni parliamo un po' del mio viaggio a Zanzibar e terminiamo la visita. Mentre sto per uscire sento che mi chiama, io mi volto e lei mi sventola in faccio il volantino con i palloni da calcio e mi dice: "Ti stai dimenticando il tuo volantino!".

Uscendo dal dottore non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbe stato enormemente piu' comodo consultarlo sotto la doccia, se sole fosse stato plastificato.

Efficienza Britannica



Se dovessi scegliere una frase per chiosare questa storia, probabilmente direi “Il diavolo si nasconde nei dettagli”.
A fine febbraio di quest'anno mi trasferivo nella casa di Willesden Green che ho appena lasciato. La palazzina di fatto ospitava solo due appartamenti: uno al piano terra (il nostro) ed uno al piano superiore. Quando il padrone di casa invia i nostri dati alla British Gas per comunicargli il nostro arrivo, comincia la nostra odissea.
Verso metà maggio arriva la prima bolletta indirizzata al primo piano, ma recante i nostri nomi. Noi commettiamo la leggerezza di pagarla ugualmente pensando ad un banale disguido. Da li in poi non abbiamo più nessuna notizia per diversi mesi, fino a quando a fine agosto non riceviamo una ingiunzione di pagamento contro ingnoti (ma indirizzata al nostro appartamento), che minaccia la disconessione dalla rete in caso in cui tutti i precedenti conti non vengano immediatamente saldati.
Comincia a quel punto una serie di surreali telefonate al loro call center. Ogni santa volta ho dovuto ripetere tutta la storia, dare le nuove letture e chiedere di pagare il mio conto.
In fondo sarebbe stato facile. Bisognava aprire un nuovo account per l'appartamento giusto, trasferire i soldi dal vecchio account al nuovo, ed infine chiudere quello sbagliato.
Evidentemente la procedura non era così cristallina per una decina di operatori del call center. Finalmente dopo una ennesima minaccia dall'ufficio recupero crediti sono riuscito a parlare con una impiegata illuminata che sembrava avermi risolto il problema.
Io ricevo la bolletta on line e dopo un'ora la pago.
Ero finalmente soddisfatto di aver risolto una questione che molestava la mia tranquillità.
Mi sbagliavo.
La stronza invece che risolvere la situazione l'aveva complicata. Aveva scambiato gli account, quindi aveva versato i soldi sul conto sbagliato e si era dimenticata di chiudermi l'altro. Quindi la British Gas pretendeva da me soldi da due case allo stesso tempo!
Solo uno dei due conti era saldato. Quello sbagliato.
Ricomincia una nuova trafila di telefonate al call center. Penso che il mio inglese non sia molto buono, ma questo non giustifica una completa incapacità nell'affrontare una situazione appena al di fuori delle procedure.
Insomma, il 10 di novembre lascio la mia vecchia casa e devo portare la quietanza delle mie bollette al padrone di casa, quindi: telefono di nuovo alla British Gas per chiedere la chiusura del mio conto ed il conguaglio.
Neanche Pirandello avrebbe scritto un dialogo come quello che è intercorso tra me e l'operatrice.
Proverò a parafrasarlo per voi. La vera telefonata è durata 40 minuti quindi questo sarà solo un riassunto.
Operatrice:”Buongiorno, come posso aiutarla”
Io: “Buongiorno, io ho un problema con la mia bolletta da mesi e non siamo ancora riusciti a risolvero, ormai ho lasciato la casa è ho bisogno di chiudere e saldare il mio conto” ...Blah....Blah...racconto tutta la vicenda....
Operatrice:”Ok, mi faccia controllare...”.
Qualche minuto di attesa.
Operatrice:”Guardi, a me non risulta nessun account a suo nome”.
Io:”Ci deve essere un errore, fino a poco tempo fa ne avevo due! Sono certo che devo ancora pagare una bolletta, secondo le mie stime sarà circa 200 sterline”.
Operatrice:”Uhm... mi lasci controllare meglio”.
10 minuti di attesa.
Operatrice:”Ok, Mr. Terussi (pronunciano sempre la z molle, come una sorta di s), problema risolto. Le sto inviando un assegno da 230 sterline.”
Io:”Come? Mi scusi, mi piacerebbe, ma io i soldi ve li devo dare mica prendere!”.Gli sparo tutti i numeri che ho: date, letture, numeri di conto e numeri di serie di contatori.
Operatrice:”Ok, mi dia ancora qualche minuto.”
15 minuti dopo, la magia.
Operatrice:”Mr. Terussi lo so che è frustrante, ma sicuramente le dobbiamo dei soldi! Le sto spedendo l'assegno.”
Io:”Vi state sbagliando, inoltre ho bisogno di dimostrare al mio padrone di casa che non ho pendenze con voi. Come faccio”.
Operatrice:”Non c'è problema. Le invio anche una lettera che attesta quello che chiede. Contento.”
La lettera e l'assegno non mi sono ancora arrivati, quindi non so ancora se la faccenda è chiusa o meno.
Comunque vada, spero di non avere mai più a che fare con la British Gas.

lunedì 10 novembre 2008

Ho una casa nuova


Finalmente ho una casa nuova. Ho anche una coinquilina in piu'.

Appena possibile carichero' qualche foto della casa ed anche delle mie coinquiline. Se ne trovo una presentabile ne metto anche una mia.

La casa e' in tutto per tutto una casa vera! Il che mi rende molto contento e mi fa guardare al futuro con uno spiccato ottimismo.

Mi affrettero' a comprare qualche quadro e magari anche un piccolo mobile (un comodino per esempio), diciamo che mi serve un po' di peso per ancorarmi ad un luogo.

Sono un po' stanco di essere nomade, forse e' arrivato il momento di passare ad una vita piu' stanziale.

Vedi Filmato: Life for rent

mercoledì 5 novembre 2008

Oggi e' un giorno speciale!


Capisco che qualcuno la possa criticare, e che alcuni aspetti non possano piacere.

Ma ditemi, come si fa a non ammirare l'America?

Vedi Filmato: discorso di ringraziamento.

lunedì 3 novembre 2008

A Fausto e Jaio


Se rincorro tutti i miei ricordi e li costringo in un angolo, penso di non poter ripetere più di cinque parole pronunciate dal Fausto. A pensarci bene non riesco ad immaginarmelo con un'espressione diversa da quella corrucciata. Non avevo mai pensato a quanta solitudine si celasse dietro quell'uomo. La sua figura ha accompagnato la mia vita come un quadro alla parete. Uno di quelle stampe incolori che ignori per anni e che riscopri all'improvviso solo perché un giorno, ti sei sentito così eccentrico da sdraiarti con i piedi sul cuscino.

Jaio è più chiassoso, più inopportuno e se vogliamo più divertente di Fausto. Ma in fondo li accomuna la stessa solitudine. In un certo senso, a loro la vita, è scivolata via di mano allo stesso modo. Jaio si è costruito un mondo di farneticazioni e palliativi, raccontati in maniera logorroica ad ogni individuo, Fausto ha fatto il contrario ha levato ogni fronzolo, ogni contatto umano. Ha ridotto la sua vita ad una scatola svuotata da ogni contatto sociale.

Per chi non li conosce questi sono solo due, dei personaggi che riempiono ogni bar di paese. Il famoso "bar sport" da voi tanto citato.

Io ho passato molto tempo al bar.

Ed in fondo mi piace ricordarlo ogni tanto.

Il mio bar si chiamava "San Fermo", ma meglio noto come "Trani" per via del vino moscato proveniente dalla incantevole città pugliese (famosa per le belle ragazze e per la pizza considerata la migliore d'Italia).

Al "Trani" sono in un certo cresciuto e di personaggi come Fausto e Jaio ne ho conosciuti tanti. Non so se alla fine posso dire che mi abbia fatto bene, ma il "Trani" era un perfetto "Terzo Posto". Era un posto dove incontrarsi fuori dalla casa e dalla scuola.

Mi sembra di osservare una diminuzione di importanza di tutti i "Terzi Posti" a favore dei centri commerciali, della televisione ed anche di internet.

Non posso fare a meno di pensare che senza i "Terzi Posti" molte persone rischiano di vivere la solitudine in maniera ancora più opprimente di quanto non successo in passato. E che in fondo il "Terzo Posto" è il naturale completamento dell'educazione di ognuno.

E' una mia impressione o veramente qualcosa sta cambiando?

Chissà.

Il Fausto è sempre stato circondato da una sorta di rispetto o per lo meno di ammirazione, per uno che misurava le parole, in un posto dove le cazzate venivano sparate con gli obici da 90mm.

Jaio, per dare un'idea dello spessore, è uno di quelli che un giorno disse ad un mio amico una cosa che suonava più o meno così:
Jaio "Carina la tua fidanzata, quanti anni ha?"
C. "Grazie, Jaio. 22 anni.
Jaio "Beh..."
Pausa ad effetto e poi la magia.
"Vergine, non e' vergine ma non ne ha presi piu' di un Tot"
Mimando anche con la mano e facendo la faccia dell'intenditore.

Insomma come si fa a non dedicare almeno un post a "Fausto e Jaio".

mercoledì 29 ottobre 2008

Una conseguenza del tutto inaspettata


Il week-end non era iniziato nel migliore dei modi. Mi stavo preparando per uscire con una ragazza brasiliana piuttosto carina, quando ricevo un suo sms che mi avverte che il nostro incontro è saltato causa cattivo tempo. E' vero che faceva un po' freddino, ma Collina Juventus-Perugia l'aveva fatta giocare in condizioni ben peggiori. Tra l'altro la proposta di bere qualcosa insieme era sua. Insomma, me l'ha cantata e suonata tutta da sola. Per farla breve, passo una serata casalinga con un bel film e quattro chiacchiere al telefono.

Il giorno dopo mi sveglio intorno a mezzogiorno e vado a pranzo con tre miei compagni di università. Incontro A. dopo cinque o sei anni e la trovo in forma smagliante, con i capelli più, lunghi, il sorriso più convinto e circondata da un alone di freschezza. Beh, è inutile che vi descrivo gli altri due, sono quelli nella foto di qualche post fa, dategli un'occhiata per rinfrescarvi la memoria. Ci mangiamo una pizza e parliamo della vita dicendo un po' di cazzate (soprattutto io, ma anche gli altri due) e qualche verità (soprattutto A. e nessuno di noi tre).

Usciamo dal ristorante e ci facciamo una passeggiata fino a Portobello Road, il pomeriggio è uggioso, ma la compagnia è piacevole anche grazie a gli altri due e non solo per A.

Facciamo un salto in un negozio vicino a Notting Hill che mi piace molto e in tutta fretta mi compro la maglietta che indosso nella foto. Li saluto e me ne ritorno a casa.

Verso le nove mi trovo a Bond Street con Valeria B. Facciamo due chiacchiere passeggiando alla ricerca di un pub dove berci qualcosa. Ci scambiamo consigli sulla nostra tormentata vita sentimentale (a dire il vero la sua si può forse dire tormentata, la mia attualmente mostra elettrocardiogramma piatto), e parliamo dei massimi sistemi. Lei è stimolante ed a volte mi sorprende con delle vere proprie perle. Per esempio, nessuno aveva mai usato l'espressione "falange oplitica" in mia presenza. Quando mi decido a togliere il maglione ed a sfoderare la mia maglietta nuova, lei mi guarda attonita e dice:"Sai cosa vuol dire?". Io cado dalle nuvole e lei allora mi rende edotto sul simbolismo gay ed alla fine della lezione scopro di indossare la maglietta utilizzata solo dagli avanguardisti dell'orgoglio gay.

Io rimango sorpreso e faccio buon viso a cattivo gioco. In fondo quanti potranno saperlo?

Più di quanti immaginate è la risposta.

Con Valeria B. raggiungo Mara al suo ristorante a Soho, dove raccogliamo una bella combriccola e ci dirigiamo verso un locale per fare due salti. Non prima di farmi dire da un manager gay del ristorante, che la maglietta potrebbe anche essere interpretata come un inno al fisting. Io faccio spallucce e replico che all'occorrenza posso correre piuttosto veloce.
Arriviamo al locale e mi sento stranamente allegro inguainato nella mia maglietta allusiva, sarà la compagnia, saranno forse le birre a stomaco vuoto (mi ero dimenticato di cenare). Parlo e rido un po' con tutti, non capisco bene perché ma al ristorante sono molto popolare e sto simpatico quasi a tutti.

In inglese a volte mi ritrovo a dire cose che difficilmente direi in italiano, sarà che mi suonano diverse e più neutre, anche se in realtà non lo sono affatto.

A un certo punto dico una di quelle cose ad una persona e si scatena un effetto a catena che produce prima una fragorosa risata, poi un abbraccio convinto ed alla fine mi ritrovo, come conseguenza del tutto inaspettata, tra le mani un numero di telefono.

Come dice Jannacci:"Io circospetto mi guardo in giro e metto via".

lunedì 27 ottobre 2008

Comunicato di Servizio ( 3 )


Abbiamo prenotato il biglietto per Zanzibar! Quindi dal 29 novembre al 8 dicembre saremo in Africa. Io e Mara ci congiungeremo con un altro emigrante in loco e perlustreremo l'isola. Faremo pervenire un rapporto dettagliato.

Se avete qualche consiglio, so che qualcuno a Zanzibar c'è stato, per favore inviate il vostro commento.

Inoltre ho appena preso il biglietto per tornare in Italia intorno a Natale. Starò la bellezza di 8 giorni, dal 20 al 28 dicembre. Quindi prenotatemi 5 cartelle per la tombolata kitsch.

Se invece volete venire a Londra prenotate sto aereo e smettetela di cincischiare.

sabato 25 ottobre 2008

Testa Piccola




Un giorno, un mio vecchio collega di lavoro, sognando ad occhi aperti la sua donna ideale butto giù una breve lista di caratteristiche necessarie e sufficienti:

1) Bella
2) Votante rifondazione comunista (2002)
3) Interista

Tutto sommato tre caratteristiche piuttosto comuni e se discutibili nel merito non sono di per se del tutto strampalate.

Utilizzando la proprietà della probabilità degli eventi indipendenti possiamo fare un piccolo calcolo di quante donne soddisfano queste tre caratteristiche.

1) Bella

Il mio collega era sulla ventina quindi consideriamo come papabili tutte le donne tra i 20 e i 29 anni. Secondo i dati ISTAT del 2003 più o meno il 12% delle donne soddisfano questo criterio.
La percentuale di donne belle è opinabile e dipende dai gusti. Lui aveva scelto una cifra molto restrittiva del 0,5%.

Probabilità 1 = 0,12*0,005 = 0,0006

2) Votante rifondazione comunista (2002)

Alle politiche del 2001 rifondazione comunista ha preso il 5% e la percentuale dei votanti si è attestata al solito vicino all'ottanta percento.

Probabilità 2 = 0,05*0,80 = 0,04

3) Interista

Qui i dati sono un po' contrastanti, ma una stima ragionevole si attesta nelle vicinanze del 13%

Siccome per eventi indipendenti le probabilità si moltiplicano. Il risultato associato alla donna perfetta è:

Probabilità Donna Perfetta = 0,0006*0,04*0,13 = 0,00000312

Il dato visto così è un po' muto, ma si mette a parlare se lo moltiplichiamo per un milione e troviamo quante donne soddisfano contemporaneamente i requisiti preso un campione di un milione di persone (di sesso femminile).

Numero di Donne Perfette per milione = 3,12

Solo 15 in tutta la Lombardia!!!

Insomma anche pochissime richieste comuni possono ridurre il numero di persone disponibili in maniera vertiginosa.

Allora forse ha ragione una mia amica che si limita a scartare quelli con la testa troppo piccola.

lunedì 20 ottobre 2008

Consigli per gli acquisti


E' un po' di tempo che non leggo un bel libro, che non guardo un bel film e che non ascolto un nuovo album. Quindi vi chiedo una mano. Mandatemi un consiglio.

Io lancio le mie scelte:

Libro: Non buttiamoci giù. Nick Hornby.

Film: Le invasioni barbariche

Album: Around the Sun. R.E.M.

giovedì 16 ottobre 2008

Emigranti


In questa foto ci sono circa 30 anni di esperienza lavorativa, 8 lauree, 3 master ed un paio di dottorati.

Siamo i nuovi emigranti.

Le nostre storie sono molto diverse e mi piacerebbe sentirle e soprattutto farle sentire a chi in Italia ci e' restato.

Spero di ricevere i vostri commenti.

domenica 12 ottobre 2008

Cleopatra's nose


Pascal disse che se il naso di Cleopatra fosse stato più piccolo, la storia del mondo sarebbe stata diversa. Gli storici inglesi utilizzano questa frase per evidenziare come i più grandi eventi siano stati determinati, spesso, più dalle debolezze degli uomini che dalle loro virtù.

Visto che in italiano abbiamo una sola parola per tradurne dall'inglese due molte differenti, noi traduciamo con storia sia "history" che "story", voglio ancora giocare e provo ad applicare questa frase anche alle storie d'amore.

Molti rapporti di successo sono fondati su debolezze complementari. Immaginate a quelle coppie formate da una persona compulsivamente desiderosa d'affetto e da un'altra ossessionata dal possesso e dalla gelosia. Questi due, normalmente considerati difetti, si autoalimentano in un circolo virtuoso.

Poi ci sono le coppie formate da delle persone che condividono lo stesso difetto, anche queste possono funzionare bene. In genere si è accondiscendenti con chi ha le nostre stesse debolezze. A meno che no siano di natura potenzialmente distruttiva, come il gioco o qualsiasi altra dipendenza grave.

Esiste anche la coppia santo (più spesso santa) - diavola/o. In questo caso uno dei due è dotato di uno spirito materno che porta a perdonare e anche a provare gratificazione nell'accudire l'altra metà.

Lascio a voi completare la casistica.

Lo so, starete pensando che la mia è un'analisi pessimistica. Ma sono sicuro che siete stati abituati a pensarvi sempre pro-attivi nei rapporti e rovesciare il punto di vista non può nuocere a nessuno. I pregi e i difetti non sono sempre un valore assoluto (aprite l'ombrello perché pioveranno lamentele dopo questa affermazione).

Se ci pensate, ad esempio, l'orgoglio nazionalista è considerato un difetto da molti ed una virtù da altrettanti.

Voi come la vedete? Qual'è il segreto di una storia d'amore di "successo"?

martedì 7 ottobre 2008

Permettete una domanda?


Questa volta sono tornato dall'Italia con una domanda che mi perseguita. Per togliermi ogni dubbio non mi resta che indire una sorta di sondaggio. Vi prego, partecipate numerosi.

La domanda, come effetto collaterale, ha anche il merito di sottolineare le insidie della semplificazione dicotomica delle opinioni e delle scelte. Ma non è questo che ci interessa adesso.

Insomma, il dilemma (posto ad un uomo etero) suona più o meno così:

"Preferisci baciare un uomo o leccare uno stronzo?"

Siccome sono un induttivo, come mi ricorda un'amica amante della retorica, mi piace la generalità. Quindi riformuliamo la domanda in questo modo:

"Preferisci baciare una persona del sesso opposto ai tuoi gusti oppure leccare uno stronzo?"

Aggiungiamo inoltre che la persona di sesso opposto potete immaginarvela affascinante e di vostro gradimento. Per quanto riguarda uno stronzo, intendo in senso letterale e non figurato.
Il bacio va considerato appassionato ed alla francese.

Io gioco a carte scoperte. Bacio un uomo senza neanche pensarci.

Voi cosa scegliete?

P.S. Per favore bisessuali e coprofagi si astengano al fine di non alterare la statistica.

giovedì 2 ottobre 2008

Post introspettivo


C'e' voluto un po' di tempo ma alla fine è arrivato.

Il grande Lebowsky in un commento mi chiedeva: "Dai fammi un bel post (anche introspettivo) da dove posso intravedere che hai pochi rimpianti e molteplici vie di fuga...".

Due anni fa non ero felice. Allora non ero cosciente, ma era così. Ho sempre avuto il desiderio di vivere all'estero e di conoscere nuove culture, una volta rimasto solo e con nessun legame, mi è sembrato naturale partire. All'epoca ero come una molla compressa, schiacciato da una situazione lavorativa assurda, da una vita stressante e da un rapporto agli sgoccioli. Ero molto nervoso. Il mio stato di agitazione era solo in parte procurato da quello che vi ho appena elencato, l'elemento che acuiva a dismisura il mio disagio era la triste sensazione di non assomigliare più a me stesso. Di non piacermi più. In quegli anni avevo pian piano tralasciato di fare più o meno tutte le cose che nella vita mi era sempre piaciuto fare. A cominciare dallo sport, alla vita sociale (in senso pro attivo come ad esempio l'associazione Energia Libera), a frequentare i miei amici ed alla fine anche la lettura mi era diventata estranea.

Quando ho deciso di cambiare il peso che mi schiacciava si è magicamente spostato e sono schizzato a centinaia di metri. Quando ho dato le dimissioni ho passato un giorno a ridere senza motivo, tanto da avere, verso sera, dolore alle mascelle. Questo stato idilliaco è durato diversi mesi, fino a quando non mi sono guardato indietro ed ho cominciato a riconoscere i miei errori in quello che era successo.

Per molto tempo mi sono spaventato della facilità con cui sono sparito e mi sono allontanato da tutti. Ho capito di aver, in un certo senso, sempre frapposto tra me e gli altri una barriera emozionale e di aver vissuto i rapporti non a pieno. Quando faccio accenno alle mie colpe intendo proprio questo. In questo ultimo anno ho imparato a lasciarmi di più andare, a dire quello che provo. Ho anche sviluppato un'attenzione verso il prossimo che prima non avevo, adesso ascolto e guardo le persone in un altro modo.

Non rimpiango nessuna delle mie scelte, almeno nessuna degli ultimi due anni. E' un po' strano da dire, ma ho sempre avuto la sensazione nella vita di dover rincorrere qualcosa o di essere in ritardo nel raggiungere un obiettivo. Buffo, ma mai come adesso mi sento soddisfatto di quello che sono, mai come ora sento che la differenza tra quello che voglio fare e quello che faccio è minima.

Insomma se ha ragione Gandhi quando dice che: "un uomo è felice quando dice quello che pensa e quando fa quello che dice", non sono poi così lontano da quella nuvola eterea chiamata felicità.

martedì 30 settembre 2008

Servizio pubblico


Se avete un'ora e un quarto per farvi girare i coglioni guardate questo speciale di report sugli intoccabili italiani. Ne vale la pena.

Fa anche un piccolo paragone tra la scuola inglese e quella italiana (alla quale taglieranno 3 miliardi di euro per i prossimi tre anni).

Vedi Filmato: gli intoccabili

giovedì 25 settembre 2008

L'albatros


Maledetta salsa! Nel senso del ballo non del condimento.

Quando ero a NYC ho conosciuto una ragazza colombiana: alta, curvilinea, con i capelli mossi ed un bellissimo sorriso. Insomma un bel vedere. Frequentava con me il mio corso d'inglese, quindi avevo la possibilità di incontrarla tutti i giorni ed anche di pranzare con lei.

Le ho fatto una corte spudorata, sempre da galantuomo, naturalmente. Le portavo i libri, l'accompagnavo alla metropolitana ed ero sempre gentile con lei. C'era un certo feeling tra di noi, ma le occasioni per restare soli erano veramente scarse, inoltre un altro fattore mi giocava contro. La logistica. Lei, infatti, abitava nel punto più remoto di NY a quasi 35 km da Manhattan, quindi le era praticamente impossibile uscire la sera, di conseguenza non avevo nessuna possibilità di invitarla a cena.

Dopo un mese buono lei mi dice:"Mi piacerebbe uscire questo sabato. Ma non riesco a tornare a casa, insomma mi servirebbe un posto dove passare la notte... Mi ospiti tu?". Io mantengo il sangue freddo e dico con la faccia seria e noncurante:"Of course. It's not a problem at all".

A quel punto rimaneva soltanto da organizzare la serata. Io avrei preferito un disco pub o una roba del genere, mentre invece a qualche cazzone gli e' venuto in mente di andare a ballare la salsa.

Maledetta salsa!

Lei si presenta bella come il sole ed inguainata in un vestito sgragiante e generosamente scollato.
Io cerco di mantenere un profilo basso, chiacchero, vado al bar e cerco di tenermi lontano dalla pista da ballo. Lei dopo un quarto d'ora mi viene a cercare e mi invita a ballare. Io protesto dicendo di essere un assoluto neofita e lei si offre di insegnarmi.

Un passo indietro ed una precisazione. La salsa in Colombia è una specie di religione, tutti sanno ballare e tutti lo fanno da dio.

Insomma cominciamo a ballare e lei mi bisbiglia i consigli nell'orecchio, questo sarebbe in generale bastato a fregarmi la concentrazione, ma quella sera ce la stavo mettendo tutta per non perdere il controllo e focalizzarmi sulla danza. Non stavo andando male fino a quando, lei non fa scivolare la mia mano sui suoi fianchi e mi consiglia di guardare i suoi piedi.

E' stato come guardare in fondo al burrone mentre si sta attraversando un ponte tibetano. Lei è anche stata paziente, ha cercato di aiutarmi, ma io ho inanellato più sconfitte in quei dieci minuti che in una intera stagione di calcio nella squadra dell'oratorio.

Inutile dire come e' andata a finire.

Il problema non è che mi manca la coordinazione o il senso del ritmo, il problema sono limiti imposti dal ballo stesso. I passi standardizzati soffocano la mia fantasia, ho bisogno di essere libero nel ballare, ho bisogno di avere spazio per sfruttare il mio potenziale.
Io sono come l'albatros, il principe delle nuvole, che abituato alla tempesta rido dell'arciere ma quando sono esiliato sulla terra fra gli scherni non riesco a camminare con le mie ali da gigante.


L’ALBATROS

Per dilettarsi, sovente, le ciurme
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, indolenti compagni di viaggio,
il bastimento che scivolando va su amari abissi.
E li hanno appena sulla tolda posti
che questi re dell'azzurro abbandonano,
inetti e vergognosi, ai loro fianchi
miseramente, come remi, inerti,
le candide e grandi ali. Com'è goffo
e imbelle questo alato viaggiatore!
Lui, poco fa sì bello, come è brutto
e comico! Qualcuno con la pipa
il becco qui gli stuzzica; là un altro
l'infermo che volava, zoppicando
mima.

Come il principe delle nubi
è il poeta che, avvezzo alla tempesta,
si ride dell'arciere: ma esiliato
sulla terra, fra scherni ,
le sue ali di gigante gli impediscono di camminare


Charles Baudelaire

martedì 23 settembre 2008

10 Righe


L'avvocato Davis Mills il 2 febbraio del 2004 invia una lettera al suo fiscalista Bob Drennan, nella quale chiede una consulenza in merito a come trattare fiscalmente un regalo di 600.000 Dollari ricevuto da Mister B. Dalla lettera si intende che questi soldi sono stati versati come ricompensa (non richiesta per altro) per aver deposto a favore di Mister B. durante un processo al tribunale di Milano.

Il Signor Bob Drennan riceve la lettera e intravede la possibilità di frode fiscale. Siccome a questo punto della vicenda siamo a Londra e non in Italia il fiscalista sporge denuncia al fisco britannico, il quale in seguito trasmette la lettera alla procura di Milano che istruisce il processo Berlusconi-Mills.

La lettera è cartacea, non è una mail, è concreta e porta in calce la firma dell'avvocato Mills.

Questo è il processo Mills. Ne più, ne meno. 10 righe e 4 anni di processo. Interrotto dal lodo Alfano.

A questo link trovate l'intera lettera naturalmente in inglese, non ho trovato nessun sito italiano "ufficiale" che la riproponesse tradotta (Nel corriere se ricerchi "mills lettera tradotta" non trovi nessun risultato). Se lo trovate voi, per favore inviatemelo. http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk_politics/4757248.stm

Per adesso accontentatevi della mia di traduzione:

I kept in close touch with the B people, and they knew my circumstances.

Sono rimasto in stretti contatti con lo staff di B e loro conoscevano la mia condizione finanziaria.

They knew, in particular, how my partners had taken most of the dividend; they also knew quite how much the way in which I had been able to give my evidence (I told no lies, but I turned some very tricky corners, to put it mildly) had kept Mr B out of a great deal of trouble that I would have landed him in if I had said all I knew.

Loro conoscevano, in particolare, come i miei partern hanno preso la maggior parte dei dividendi; loro inoltre sapevano bene il modo in cui ho reso la mia testimonianza (Non ho detto bugie, ma ho evitato alcuni angoli molto difficili per metterla giù morbida) ha tenuto Mr B fuori da un mare di guai, che gli sarebbero caduti addosso se avessi detto tutto quello che sapevo.

At around the end of 1999, I was told I would receive money, which I could treat as a long term loan or a gift. $600,000 was put in a hedge fund and I was told it would be there if I needed it.

Verso la fine del 1999, mi dissero che avrei ricevuto dei soldi che potevo trattare come un prestito a lungo termine o un regalo.

... ancora una serie di frasi interessanti e la ciliegia sulla torta ...

I regarded the payment as a gift. What else could it be? I wasn't employed, I wasn't acting for them, I wasn't doing anything for them, I had already given my evidence, but there was certainly the risk of future legal costs (as there have been) and a great deal of anxiety (as there certainly have been).

Ho considerato il pagamento come un regalo. Cosa altro poteva essere? Non ero dipendente, non stavo lavorando per loro, non stavo facendo nulla per loro, avevo fatto la mia testimonianza, ma c'era certamente il rischio di futuri costi legali (così come c'erano stati) e una grossa ansietà (così come c'era certamente già stata).

... la lettera continua, leggetela al link che vi ho dato.

Vi starete chiedendo perché mi sono scomodato a scrivere questo post. La mia risposta è in realtà una serie di domande che io porgo a voi.

Com'è possibile che una vicenda che si può raccontare in dieci righe sia sconosciuta a molti?

Com'è possibile che ci vogliano 4 anni e forse altri 4 per avere una sentenza che in uno stato anglosassone sarebbe stata emessa in 15 giorni?

Soprattutto, cosa deve sentire il popolo italiano per perdere fiducia in un politico? Perché ci accontentiamo di persone dalla moralità dubbia? Perché non viene cacciato con un calcio nel culo, di quelli da cartone animato, sonoro e di punta?

Badate non è qualunquismo, davvero non riesco a capire. Aiutatemi voi. Vi prego. Basta che non mi dite la cazzata che anche gli altri fanno schifo perché non mi basta.

Il piede mica si consuma a furia di dar calci.

venerdì 19 settembre 2008

Vaso di Pandora


Intorno a noi ci sono molte persone che hanno sofferto o che stanno soffrendo. A volte sono gli emarginati e quindi si meritano la nostra compassione o il nostro scherno, più spesso sono integrati, sono socievoli e magari anche ridanciani, ma dentro di loro ribollono i loro demoni.

Lasciatemi spiegare, tutti hanno i loro problemi e le loro questioni in sospeso da risolvere, ma solo alcuni hanno degli angoli neri nella loro anima. Solo alcuni convivono con i loro spettri tutti i giorni ed a tutte le ore del giorno. Sono le persone abituate ai colpi della vita, sono quelli che vacillano e che ancora non sono caduti. Sono le persone abituate ad usare la parola "contento" al posto che "felice". Sono i disillusi e gli stoici. Sono persone che tempo fa non vedevo e che adesso mi affascinano così tanto.

La leggenda del vaso di Pandora è nota un po' a tutti. Zeus regala questo vaso contenente tutti i mali del mondo a Pandora, non prima di averle raccomandato di non aprirlo per nessun motivo.

Pandora, donna come Eva e curiosa quanto lei, si fa tentare ed tutti i mali si trovano campo libero e possono fuggire ed invadere il mondo. La speranza che anche lei risiedeva sul fondo del vaso (chissà poi perché) non ha fatto in tempo ad uscirne. Infatti, Pandora dopo essersi accorta del errore si era affrettata a richiudere il vaso.

I mortali che da sempre se la cavano peggio degli dei si ritrovano a passare tempi duri con tutti questi grattacapi nuovi tra le scatole. A dire il vero la situazione si era fatta assolutamente insopportabile per gli umani, tant'è che anche Zeus cominciò a preoccuparsi e suggerì a Pandora di riaprire il vaso e liberare la speranza per dare un po' di sollievo agli umani.

Potrete non crederci ma fin da piccolo questo mito mi ha dato da pensare. Ho sempre avuto una mente analitica e non mi sono mai spiegato come la speranza potesse stare insieme a tutti i mali del mondo. E' un'associazione che mi è sempre apparsa "cacofonica" o per lo meno stiracchiata.

Poi sono cresciuto e sono diventato relativista (in senso fisico e non filosofico del termine) e se scambiamo il sistema di riferimento tutta la storia prende una piega diversa e per certi versi più logica.

Allora ribaltiamo le cose, i mali non sono chiusi dentro un vaso, ma dentro di noi e la speranza non sta sul fondo ma in cima, di colpo cosa ci ritroviamo?

La speranza è un modo per affrontare i mali esterni è una buona via per sopportare un momento difficile, ma se i demoni li hai dentro di te ed hai sempre convissuto con essi la speranza può essere controproducente.

La speranza di una vita migliore può essere una consolazione sufficiente, invece di spingerti ad agire per ottenere qualcosa di meglio ti trattiene e ti inchioda allo status quo. L'idea di avere un asso nella manica ha un effetto psicologico benefico e lo spettro di poter perdere anche questo elemento consolatorio ha un effetto paralizzante.

Sembra paradossale, ma è un meccanismo comprensibile se ci pensate un po' su.

Insomma, se i demoni invece che attaccarti dall'esterno di stanno rodendo dall'interno la speranza è in realtà il tappo che ti impedisce di farli fuggire via e di liberartene. Invece di essere una cosa positiva è l'esatto contrario è il peggiore di essi ed allora merita anch'essa di essere ospitata nel vaso di Pandora.

Vedi video: la speranza (1/2)
Vedi video: la speranza (2/2)

domenica 14 settembre 2008

Finally, I threw away my silly necklace





Qualcosa sta cambiando. Forse l'inverno sta per finire.




giovedì 11 settembre 2008

Italia - Inghilterra



La sanità è gratuita e fornita ad ogni cittadino anche sprovvisto di documento. Non posso giudicarne la qualità in quanto non ho nessuna esperienza di prima mano e pochissime di seconda. I medicinali generici hanno prezzi irrisori, un'aspirina cosa circa 1 penny, di contro le commesse di una farmacia non devono necessariamente avere una laurea e quindi ,a volte ,si possono ascoltare consigli per lo meno originali. A me è capitato di sentirmi dire che un'ottimo sistema per combattere il mio giramento di testa consisteva in una porzione gigante delle patatine di Mc Donald. Purtroppo si è dimenticata di segnare la maionese nella ricetta e quindi mi sono dovuto accontentare del ketchup.

I trasporti sono carissimi, il singolo biglietto della metropolitana costa 4 sterline, che diventano subito 1,5 se utilizza una tessera prepagata invece che acquistare il biglietto singolo. La tessera (oyster card) costa solo 3 sterline. Quindi con solo due viaggi si sono già risparmiati dei soldi. L'enorme differenza nel prezzo sta nel fatto che utilizzando la spinta del risparmio si è fortemente disincentivato l'utilizzo del biglietto cartaceo. I benefici in metropolitana sono l'aver snellito il sistema di ingresso ed uscita dalle stazioni che è sempre molto sotto stress. La metropolitana londinese è stata progettata 150 anni fa ed adesso accoglie un flusso di passeggeri enorme. Per i bus l'introduzione della oyster card ha di fatto reso inutile il bigliettaio, i rari biglietti sono venduti direttamente dall'autista. Le tariffe della metropolitana sono differenziate per zone ed il centro è molto più costoso della periferia, inoltre il prezzo muta nelle ore di punta (ovviamente verso l'alto). Gli inglesi utilizzano i soldi per indirizzare i comportamenti degli utenti.

Gli inglesi non hanno la carta d'identità. Se un ragazzo vuole acquistare una birra in un pub e sembra più giovane di 21 anni deve mostrare la patente o il passaporto. Di contro, ho sporto denuncia per un furto subito da una mia amica e non ho dovuto ne esibire un documento ne firmare alcunché.

I musei pubblici sono gratuiti e questo insieme ai parchi è l'unica cosa "free" a Londra. La città è molto cara soprattutto negli affitti.
Ecco un piccolo riassunto delle mie valutazioni prendendo come riferimento l'Italia.

Vestiti: più cari
Scarpe: più convenienti
Ristoranti: cari e scadenti (lasciate la mancia mi raccomando)
Birra: economica ed ottima
Vino: pessimo
Cibo nei supermercati: prezzo simile con qualità inferiore, scelta ampia ed internazionale
Trasporti: cari, efficienti e capillari
Telefonia: molto economica (il cellulare 500 minuti di conversazione per 22 euro al mese con telefono in regalo)
Stipendi: più alti almeno del 50%, soprattutto per laureati giovani.
Utenze (acqua, luce, gas) : sembrano un poco più economiche

Dimenticavo, in Inghilterra il cliente ha quasi sempre ragione. Il consumatore è molto tutelato.

D'altra parte gli inglesi non sono dei giocherelloni e figuriamoci se scherzano proprio sui soldi.

martedì 9 settembre 2008

Comunicazione di servizio ( 2 )

Preso dal rimorso di aver mancato un altro battesimo ho subito comprato un biglietto per l'Italia.

Arrivo la sera del 3 Ottobre (venerdi') e riparto la mattina del 6 (lunedi'). Se vi va di vedermi usate i soliti canali.

Il cellulare italiano e' attualmente fuori uso, ma conto di averne uno nuovo prima del mio rientro in patria.

Se invece volete organizzare qualche evento collettivo tipo pizzata di classe o cose del genere utilizzate pure il blog.

Insomma a presto.

sabato 6 settembre 2008

Post introspettivo (under construction)


Come chiede "Il Grande Lebowski" preparerò un post, magari "introspettivo", nel quale proverò a darvi un po' di risposte. Ci devo pensare un po' su e mi ci vorrà un po' di tempo.

Nel frattempo:

Il prossimo post parlerà delle differenze tra UK ed Italia prendendo ad esempio un particolare aspetto. Mi piacerebbe farlo diventare un appuntamento periodico, vedremo se sarà possibile.

Ho in mente da qualche tempo un paio di post che descrivono un po' la mia vita quotidiana, il mio lavoro, il mio tempo libero ed i miei amici. Forse è arrivato il loro momento.

Ancora una notizia di servizio. Cambierò casa, ma non coinquilina. Insomma, non andrò a vivere da solo, anzi probabilmente acquisiremo una nuova convivente.

Insomma per una volta hanno vinto i Persiani.

mercoledì 3 settembre 2008

Greci o Persiani?


Un racconto di primo Levi (non ricordo se in "L'altrui mestiere" o "Lilit ed altri racconti"), scritto come un quaderno di laboratorio, descrive le congetture e le speculazioni scientifiche di un gruppo di studiosi. La particolarità del racconto risiede nel fatto che è ambientato sulla luna e che il soggetto di tali studi è proprio la terra. Purtroppo i nostri eroi si ritrovano in possesso di un cannocchiale dall'accuratezza minima di 5 metri, il che li porta ad ricavare considerazioni del tutto logiche, ma grossolanamente sbagliate. I Seleniti considerano gli edifici dei piccoli esseri viventi e cominciano a classificarne le varie specie in categorie. Le ferrovie e le strade hanno caratteristiche molto diverse dai palazzi e quindi meritano addiritura un genere diverso. Il gioco si evolve con quello stile compito, delicato e sempre discreto che rende Primo Levi uno dei miei scrittori preferiti.

Insomma per farla breve: voi siete i Seleniti. Non è colpa vostra, siete lontani e traete le conclusioni con quello che avete. Ad essere sinceri prima di questo blog le informazioni erano veramente scarse.

Pensate veramente che sia un povero di spirito? Che mi barcameno in questa situazione cercando di fare il ragazzino. Pensate davvero che sia qui a buttare il tempo? Ma, vi ricordate chi sono?

Mi fa piacere la vostra premura nei miei confronti, perché dimostra che mi volete bene, ma io voglio anche la vostra attenzione. Non voglio che vi preoccupiate di me, ma al limite che ve ne occupiate. Vi faccio qualche esempio. Provate a pensare quante volte prima di questo blog vi ho mai confidato di non essere felice, di avere un problema o peggio avere paura di qualcosa?

Sono quasi sicuro che la risposta sarà zero. E certo mica perché non mai conosciuto l'infelicità in vita mia. Nel post precedente la parola paura l'ho usata! Avrei potuto usare timore o dubbio, invece ho usato "paura" perché le parole sono importanti.

Questa decisione che a voi appare un'inezia per me è come la guerra tra i Persiani ed i Greci. Da una parte c'è la ragione che mi dice di fare una cosa e dall'altra c'è l'irrazionalità che mi urla di fare l'opposto. A voi sembrerà poco, ma dal mio punto di vista è moltissimo perché significa che qualcosa si sta muovendo e che una delle parti più brutte del mio carattere è stata scalfita. Magari qualcuno pensa che colpi di testa e di azioni irrazionali nella vita ne ho già fatte tante, io invece vi assicuro che hanno sempre vinto i Greci.

Quanto vi è sembrato strano il mio comportamento dopo la fine della mia relazione con M. ?

Quanti mi hanno considerato freddo o superficiale o magari perfino spietato?

Il precedente blog era sottotitolato "Cronaca romanzata del soggiorno di un italiano a NYC" questo invece "Ovvero il diario pubblico di un tipo riservato". In questo blog io ci metto il cuore (altra parola non a caso) e sono contento di leggere i vostri commenti di qualunque natura siano, ma non posso che rispondere a chi crede che sia qui a far ballare gli orsi solo perché la mia vita non assomiglia alla vostra.

Lo so che Michela me lo dice perché è materna, Marcello perché in fondo pensa che nella vita siamo quello che facciamo e Carlo perché... Beh Carlo me lo dice perché lui è fatto così.

Vedi filmato: le parole sono importanti

domenica 31 agosto 2008

I miei cambiamenti


Sto per cambiare ancora casa. Da quando sono a Londra ho traslocato già 6 volte. Forse dire traslocato è un termine un po' eccessivo, in realtà ho più che altro spostato valigie piene di vestiti e nessun mobile, tutt'al più qualche libro. Adesso vivo in una vera casa (Willesden Green), non bella, ma vera. Quella precedente a questa era meglio tenuta e più centrale(Notting Hill), ideale per cene e party, ma la non avevo una cassettiera ed un uomo non è un uomo senza un cassetto.

Al mio arrivo sono stato in ostello per una settimana (Bayswater), bagno in camera e colazione inglese. Quasi un albergo ed anche piuttosto costoso. Dopo la prima settimana di assestamento divido una camera nella casa (Earl's Court) di una coppia mista Anglo-Taiwanese. Lui un colosso sempre rosso in viso e con un addome elefantiaco e lei piccola come una pulce ed altrettanto avara. Io e la mia compagna di stanza (NonMara) veniamo sfrattati per far posto a due più danarosi giapponesi.

A pochi passi da li trovo un monolocale piuttosto conveniente (sempre Earl's Court) dove finalmente torno a vivere da solo, ma la mia vita da single dura poco più di un mese, un evento inaspettato sconvolge l'equilibrio raggiunto. Un perdita in una tubatura fa crollare una parte del soffitto (vedi foto), fortunatamente in un momento in cui ero fuori dal mio appartamento. Succedeva poco più di un anno fa.

A quel tempo, perdonatemi il vezzo di usare un'introduzione evangelica, mi apprestavo ad ospitare una mia amica che per varie vicissitudini si trovava senza alloggio. Come potete immaginare siamo rimasti in due senza un tetto ed io proprio letteralmente.

Il giorno dopo ci siamo ritrovati a bussare alla porta degli ostelli della zona (ancora Bayswater) alla ricerca di una sistemazione provvisoria come Giuseppe e Maria. D'accordo lei non era al nono mese, ma la situazione non era comunque rosea. Dopo una settimana in un ostello decadente ed umido abbiamo trovato casa insieme a Notting Hill (quella dei party).

Da allora viviamo insieme. Io e Mara.

Adesso che si ripropone la questione di dove andare a vivere mi ritrovo davanti ad un dilemma.

Lo stesso che ha un bambino prima di prendere una medicina amara, sa che gli farà bene, ma sa ancora meglio che sarà disgustosa.

Io so che andare a vivere da solo mi farebbe bene, ma ad essere sincero ho anche paura che sarà disgustoso.

Ma in fondo è un po' che non sono più un bambino?

O forse no.

martedì 26 agosto 2008

Communication breakdown


Il dover comunicare in una lingua che non e' quella natia ti rende inevitabilmente piu' sincero e piu' portato ad esporti. Quando hai una proprieta' di linguaggio limitata ti trovi obbligato a semplificare il tuo pensiero e sei costretto a ripulirlo da molte sfumature. A prima vista questo puo' sembrare un processo che impoverisce la nostra efficacia e porta ad una perdita' di informazioni, ma per esperienza mi sono accorto che in realta' accade il contrario. Non voglio generalizzare, non ho a disposione un campione statistico rappresentativo, anzi come prova ho solo quello che mi e' accaduto. Spero che sia meglio di nulla.

Quando discuti in inglese di qualcosa che va al di la della pura chiacchera, devi prima pulire il tuo pensiero dalle cose inutili per poterlo esprimere e molto spesso questi orpelli non sono li per arricchire il concetto, anzi hanno il ruolo opposto, servono a smussare gli angoli e a nascondere la verita'. E' difficile per tutti dire qualcosa di personale e costruirle una struttura intorno ci rende piu' facile parlarne, ma distrae anche l'interlocutore.

Inoltre cresciamo con una serie di tabu' linguistici che la societa' ci, se non impone, per lo meno suggerisce. Alcune parole vengono pronunciate raramente in italiano e comunque quasi mai nel loro senso primario. L'inglese, o una lingua straniera in generale, le priva di quella capacita' di imporci una sorta di timore reverenziale. Quando una ragazza giapponese mi chiese cosa doveva avere una donna per affascinarmi, io risposi quasi immediatamente:"Deve conoscere cosa sia il dolore (sorrow)". Non avrei mai risposto in questo modo in italiano!

La lingua straniera ha un effetto benefico anche sull'ascolto, ci obbliga a prestare attenzione alle parole dell'interlocutore e a darle un peso che nella nostra lingua non le attribuiamo. Ho ritrovato il piacere di ascoltare le persone e di guardarle in viso per scoprirne le emozioni come non mi capitava da anni.

E' paradossale come in questo mio periodo all'estero i maggiori problemi di comunicazione li abbia avuti con una persona italiana e per giunta amica da molti anni.

Paradossale, ma non illogico. Noi siamo cambiati in questo periodo e abbiamo continuato a giudicare e valutare le parole altrui attraverso i filtri che ci eravamo costruiti in anni di conoscenza. Abbiamo presunto ed assunto piu' di quanto abbiamo ascoltato. Sto parlando al plurale, ma questa e' solo la mia opinione e sono quasi certo che lei non sarabbe d'accordo.

Una ragazza malinconica mi ha scritto un messaggio pieno di ottimismo che suonava piu' o meno cosi': "Non essere triste, che Londra e' un porto di mare, per un amico che parte ce ne sono altri che arrivano".

Mi ha fatto sorridere e mi ha fatto piacere. Ma la tristezza non e' passata.

Quella non ancora.

venerdì 22 agosto 2008

Guerra fredda



Lo so che non e' un argomento troppo estivo, ma dopo quello che e' successo in Ossezia, qualcuno e tornato a domandarsi se dovremo in futuro affrontare un'altra guerra fredda. Il "Corriere della Sera" ha dedicato i suoi ultimi quattro editoriali a Russia e Stati Uniti.

Difficile farsi un opinione al riguardo, io ci sto pensando ancora su. Se avete qualche spunto, opinione o fonte interessante da propormi siete i benvenuti.

domenica 17 agosto 2008

Charlie's Angels


Ho passato un ferragosto umido. Purtroppo non per via dei gavettoni sulla spiaggia, ma per il clima che sembra più primaverile che di mezza estate. Per fortuna le ingiurie del tempo sono state mitigate dalla presenza chiassosa, ridanciana e coinvolgente di tre sorelle. Che già prese singolarmente sono tutt'altro che tranquille, ma se qualcuno ha la sfortuna di vederle per qualche minuto in uno spazio ristretto può certamente rischiare un principio di esaurimento nervoso. Voi credete che stia esagerando, ma vi assicuro non è così.

Nei precedenti post vi ho già raccontato come nell'ultimo periodo subisco una sorta di rigurgito misogino, insomma c'erano tutte le premesse per una reazione esplosiva ed invece...

... invece sono passato attraverso questa ondata di decibel con una naturalezza ed un piacere che mi ha sorpreso, anzi in realtà non mi ha neppure sorpreso. Provo una simpatia epidermica ed un'intesa istintiva per la famiglia D.

Allora vi racconto con tre righe ciascuno le autrici di questa magia:

Tatiana (centro): è la più grande ma in fondo è la più coccolona. Tocca, bacia ed abbraccia tutti. Raramente accetta un rifiuto, le piace lamentarsi anche se a volte ne ha tutti i motivi. Ha la tendenza ad esagerare, un sorriso accattivante ed una simpatia contagiosa. Non dovrei dirlo ma sa essere anche piuttosto sexy.

Diana (destra) : è la più posata. Spesso parla senza urlare, dote piuttosto rara in famiglia. E' piacevole parlare con lei anche se a volte si disinteressa di quello che dice l'interlocutore, mica per cattiveria solo per distrazione. Sa quello che vuole anche se forse non sa come ottenerlo, questo comunque a me basta per guardarla con ammirazione ed un pizzico d'invidia (di quella buona).

Mara (sempre a sinistra) : è la mia preferita. Ha una risata fragorosa e sempre spontanea. Le piace stare al centro dell'attenzione ed adora giocare, sembra infantile e semplice ed invece è diventata fin troppo presto adulta ed ha profondità da dare le vertigini. Ma questo che le scrivo a fare, tanto la gente a queste cose mica ci bada. No?
Ed allora: "Brava Mara", che siamo tutti più contenti.

vedi filmato: Charlie's Angels

mercoledì 13 agosto 2008

Viva l'Inghilterra

Dopo aver letto sul corriere che anche "Famiglia Cristiana" è piena di comunisti, che oltretutto si comportano da fascisti, ho accolto come una boccata di aria fresca questa intervista di Franco Frattini alla bbc.

martedì 12 agosto 2008

Ragazzo di campagna



Sono sempre stato un ragazzo di campagna. Lo sa bene che mi ha sentito dire, a 18 anni suonati, "ustia la galleria" mentre la mia faccia si dipingeva di stupore dopo l'improvviso ingresso dell'autobus sotto un ponte ferroviario nei pressi di Lambrate. A dire il vero, forse ero il più cittadino dei santagatesi ed il più contadino dei milanesi. Fatto sta, che la città non mi è mai andata poi più di tanto a genio. Non amavo la confusione e la fatica per parcheggiare. Ho vissuto 3 anni a Torino senza mai riuscire ad adattarmi ai ritmi ed al rumore.

Poi sono stato a New York e mi sono innamorato in pochi giorni. E' incredibile come un luogo ti possa entrare nel sangue in quel modo.

Londra è diversa, ti piace, ma non ti travolge. Ti conquista piano, piano. La sua è una bellezza meno esotica e più, in un certo senso, convenzionale. Ti accorgi di stare bene in questo città nonostante il clima mutevole e non mediterraneo. Vivi rilassato e contento, fino a quando in un pomeriggio di una domenica piovosa, passeggiando lungo il Tamigi con gli occhi a terra per evitare di bagnare di pioggia le lenti degli occhiali, non ti sollevi di scatto e scopri che non vorresti essere da nessun'altra parte del mondo.

Almeno per un po'.

E voi siete più cittadini o campagnoli?

mercoledì 6 agosto 2008

Pasticciere Trotzkista


Anche se qualcuno stenterà a crederci, come ad esempio il mio amico Carlo, non sono così dedicato a me stesso come posso apparire. E' vero che sembra che me ne sia sbattuto di tutti e che abbia fatto quello che mi pareva, è anche vero che mi è piaciuto lasciar intendere che fosse così. Non so perché, ma mi è venuto più facile mostrarmi un superficiale piuttosto che lasciare capire alla gente i miei sentimenti. Non mi stupisce che il risultato sia stato questo, giustamente le persone traggono conclusioni partendo dalle informazioni il loro possesso.

Si sa il compleanno è sempre un momento di bilanci come altre ricorrenze del resto, e come un'azienda quotata in borsa ho deciso di pubblicare il mio di bilancio. Non vi preoccupate sarà breve, una sorta di oroscopo al passato.

Salute: mi sento in forma, sono dimagrito e faccio un po' di sport. Sono anche molto più rilassato e dormo molto meglio. Quasi sempre.

Lavoro: lavoro meno che in Italia, faccio cose interessanti e non ho molti grattacapi. Gli inglesi prendono sul serio ogni cosa, ma di contro non fanno di nulla una tragedia. Questo aiuta ad affrontare i problemi con serenità.

Affetti: sono partito pensando che il mio problema più grosso fosse la paura di esporsi e di lasciarsi andare. Adesso, dopo più di un anno, sono uscito da quella bonaccia dei sentimenti (almeno per quello che riguarda l'amicizia) che mi aveva avvolto, o che forse in un certo senso ho sempre avuto intorno. Adesso mi emoziono più spesso, certo non arrivo alle lacrime, ma non pretendiamo mica i miracoli. Sarà la mia formazione cattolica, ma il senso di colpa condiziona la mia vita più di ogni altra cosa. Io sono scorbutico con le donne perché sono stanco di farle soffrire. Il mio curriculum amoroso non è proprio folgorante. Mi mostro scontroso e giusto un pelo al di sopra della soglia della maleducazione perché non desidero correre il rischio deludere nessuno. Questo è motivo principale per cui non riesco a fare quello che voglio, o meglio quello che vorrei. Ma in fondo voi lo sapete meglio di me, ammettere un problema è il primo passo per risolverlo.


lunedì 4 agosto 2008

Cancella il debito



Punto e a capo!


vedi filmato: cancella il debito

giovedì 31 luglio 2008

Ground Zero



Lukana sta uscendo dalla sua casa nel Queens quando un vicino la informa che non è necessario che oggi si preoccupi di andare a lavorare, perché nessun aeroporto in America sarebbe stato in funzione, anzi sarebbero stati chiusi per tempo indefinito. I suoi figli sono da sua madre a Manhattan. Lei cerca di chiamarli ma le linee sono intasate, dopo il crollo della seconda torre, che ospitava numerose antenne, le comunicazioni sono completamente interrotte per tre giorni. Nessun mezzo può entrare o uscire dall'isola. Lukana avrà notizie della sua famiglia solo all'inizio del quarto giorno.

Gillian vive a Milwaukee, li c'è un'ora di fuso orario rispetto a NY. Lei vede l'impatto del secondo aereo in diretta mentre sta facendo colazione. Suo marito rimane senza parole, lei si porta le mani al viso. In pochi mesi si sarebbero dovuti trasferire proprio a NY.

Nathalia è tornata tardi e dorme ancora, ma si sente agitata, confusa e forse è ancora un po' ubriaca. Vive a Brooklyn, verso le dieci si alza ed proprio sopra downtown vede una nuvola di polvere e fumo. Accende la televisione e guarda le due torri crollare.

Ho chiesto a molti americani cosa stavano facendo quando sono crollate le torri. Le storie sono diverse, ma quasi tutte finiscono con delle lacrime.

Io sono a Milano, sto lavorando. Qualcuno mi da la notizia, ma stento a crederci. Controllo sulla rete, vedo le prime foto e rimango impressionato.

Anni dopo sono andato a vedere ground zero, come si fa in tutti i cimiteri sono andato solo ed in silenzio. L'emozione è forte, non c'è nulla di teatrale o di sontuoso, nulla. Gli americani così esagerati e pacchiani nella festa sono minimalisti ed eleganti nel dolore. A commemorare la tragedia c'è solo una bandiera ed una piccola mostra fotografica.

Cerchi di immaginare le torri, la gente, i negozi, il frastuono e la confusione. Provi ad indovinare le proporzioni degli edifici, ma è difficile. Sono stato toccato, ma non mi sono commosso. Io non ho capito cosa realmente significa ground zero per un americano. Ci ho provato, ma non ce l'ho fatta ed ho paura che siano veramente pochi gli europei che ci possano riuscire.

E voi dove eravate durante l'attacco alle torri gemelle?