Dopo la politica ed un argomento introspettivo, ho il piacere di ospitare il contributo di un lettore su un argomento un po' più frivolo. Almeno in apparenza.
La storia si ripete. Costantemente, e uguale a se stessa. Con certe cosiddette coincidenze e certi ritorni da far pensare che, in fondo, i tragediografi greci non fossero poi così fantasiosi.
Il caso Tiger Woods è stato, con lampante evidenza, un caso di ciclica ripetizione della Storia. Di quella maiuscola, ma anche, in molte parti, di quella minuscola. I fatti sono questi. Un bel giorno di fine Novembre il campione dei campioni di golf ha un incidente d’auto. Non si sa bene come, o perchè (nè interessava a molti di noi scoprirlo), eppure la curiosità sul fatto inizia a crescere. Il campione è reticente. Dice che sono affari personali, e che non c’è nulla da dire al riguardo. Poi, però, si ritira da tutti i tornei che avrebbe dovuto giocare quel anno. Le voci crescono, finchè da un bar di San Diego viene fuori una cameriera, che dichiara di essere stata la sua amante per due anni e mezzo. L’inizio della fine. Da quel punto in poi non c’è giorno che Dio mandi in terra in cui non si svegli qualcuno determinato a raccontare al mondo come e quando ha fatto sesso con Tiger Woods. La copertura giornalistica del caso inizia a diventare estenuante. Le illazioni e le storie sulla vita sessuale di Woods si sprecano. Giorno dopo giorno, in un crescendo di smentite e notizie, conferenze stampa e pubbliche accuse. I marchi mondiali che per anni hanno usato l’immagine di Tiger Woods adesso chiudono i contratti, dichiarando che lo sportivo è inadatto a rappresentare il brand.
È il Clintongate, dieci anni dopo.
La storia finisce come tutti sapete. Il buon Tiger ammette di aver peccato (un numero, va detto, rilevante di volte!), fa pubblica confessione di colpa e si dichiara pentito; chiede scusa alla moglie, e si iscrive a una Clinica che cura le dipendenze sessuali, con buona pace della stampa che può andare a cercarsi un nuovo scoop.
Eppure qualcosa non torna. Qualcosa, nel quadro, non riesce ad avere un senso. Perchè dovremmo essere interessati alla vita privata di Tiger Woods? In che modo il suo aver tradito la moglie ha un riflesso sull’essere il giocatore di golf più forte del mondo?
Quando scoppia lo scandalo Woods è una leggenda vivente, un uomo che ha cambiato per sempre il golf, vincendo più trofei di chiunque altro nella storia. Questa è la sua dimensione ‘pubblica’. Gioca a golf, gioca bene, per questo la gente lo adora. Ha una moglie molto bella, e dei figli. È ricco, più ricco di quanto vi stiate immaginando, e ha un carisma che colpisce. Ha avuto, stando alle cronache, una dozzina di amanti in pochi anni. Bariste, ex modelle, ragazze conosciute per caso, dal fisico statuario (quasi tutte) e tutte molto giovani. Loro, una per una, dopo aver venduto ai giornali la loro storia di sesso con Woods, dicono al mondo che lui si dovrebbe vergognare, e chiedere scusa. E lui lo fa. Convoca una conferenza stampa, e con la faccia di un bambino costretto a chiedere scusa ai genitori balbetta poche parole senza senso. Potrebbe girare le spalle al mondo, chiedere il rispetto della privacy, ammettere tutto o tacere mandando a cagare tutti quelli che si fanno i fatti suoi, eppure lui no: mette su quella giacchetta e quella camicetta improbabili e chiede scusa, occhi bassi e faccia da cane bastonato.
A chi ha chiesto scusa, e di cosa? E perché il mondo ha voluto che lo facesse? E la moglie? Io, che non c’ero, non ho potuto chiedere. Voi che idea vi siete fatta?
Tonino Carino da Ascoli