Sono contento di questo 2008.
E' il primo anno che passo completamente all'estero e devo ammettere: mi fa una certa impressione.
Quando sogno "casa mia" e' ancora quella di mia madre. Evidentemente, non sono mai riuscito a considerare nessun altro posto come "mio". Non mi e' successo a Torino (in tre anni e qualcosa) e non mi e' accaduto nemmeno a Londra. Tenendo conto che qui ho cambiato casa 6 o 7 volte non appare cosi' strano.
Lo sanno tutti che occorre del tempo per affezionarsi!
A febbraio avro' un appartamento tutto mio e questo da' un nuovo tono a tutto il 2009. L'anno trascorso mi e' servito per pulire e rimarginare le ferite; per alleggerirmi e per scrostare qualche senso di colpa. Mi sembra di esserci riuscito.
L'anno che verra' serve a ricostruire, nel senso piu' fisico del termine. Voglio aggiungere oggetti alla mia vita, non per zavorrarmi, ma per parlare un po' di me alle persone.
Per questo e' cosi' importante questa casa. Non l'ho capito subito, ma adesso ne sono certo. Ho bisogno di stare in un posto che mi assomigli.
Penso che sia l'ultimo passo da compiere prima di ricostruire anche dei legami. Intendiamoci, e' gia' successo, ma e' stata una sorta di crescita spontanea. Adesso voglio metterci l'impegno che occorre sempre per creare le "cose belle". Non pensate soltanto alla morosa, io sto parlando in generale.
Verso la fine dell'anno ho anche messo un po' da parte la malinconia. Non del tutto, saranno le canzoni di De Andre' (con le quali sono cresciuto ed un giorno ne parleremo) o forse una mia tendenza naturale, ho sempre trovato una certa bellezza nelle storie tristi; mi hanno sempre affascinato, come un falo' attira una falena.
Ho passato una settimana quasi perfetta in Italia. Sono stato con la mia famiglia e con i miei amici. Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Ogni volta mi sembra di non essermene mai andato tanto mi sento a mio agio in vostra compagnia.
Insomma alla fine di questo 2008 mi sento meglio di come l'ho cominciato. Non mi sembra poco.
E a voi?
E' il primo anno che passo completamente all'estero e devo ammettere: mi fa una certa impressione.
Quando sogno "casa mia" e' ancora quella di mia madre. Evidentemente, non sono mai riuscito a considerare nessun altro posto come "mio". Non mi e' successo a Torino (in tre anni e qualcosa) e non mi e' accaduto nemmeno a Londra. Tenendo conto che qui ho cambiato casa 6 o 7 volte non appare cosi' strano.
Lo sanno tutti che occorre del tempo per affezionarsi!
A febbraio avro' un appartamento tutto mio e questo da' un nuovo tono a tutto il 2009. L'anno trascorso mi e' servito per pulire e rimarginare le ferite; per alleggerirmi e per scrostare qualche senso di colpa. Mi sembra di esserci riuscito.
L'anno che verra' serve a ricostruire, nel senso piu' fisico del termine. Voglio aggiungere oggetti alla mia vita, non per zavorrarmi, ma per parlare un po' di me alle persone.
Per questo e' cosi' importante questa casa. Non l'ho capito subito, ma adesso ne sono certo. Ho bisogno di stare in un posto che mi assomigli.
Penso che sia l'ultimo passo da compiere prima di ricostruire anche dei legami. Intendiamoci, e' gia' successo, ma e' stata una sorta di crescita spontanea. Adesso voglio metterci l'impegno che occorre sempre per creare le "cose belle". Non pensate soltanto alla morosa, io sto parlando in generale.
Verso la fine dell'anno ho anche messo un po' da parte la malinconia. Non del tutto, saranno le canzoni di De Andre' (con le quali sono cresciuto ed un giorno ne parleremo) o forse una mia tendenza naturale, ho sempre trovato una certa bellezza nelle storie tristi; mi hanno sempre affascinato, come un falo' attira una falena.
Ho passato una settimana quasi perfetta in Italia. Sono stato con la mia famiglia e con i miei amici. Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Ogni volta mi sembra di non essermene mai andato tanto mi sento a mio agio in vostra compagnia.
Insomma alla fine di questo 2008 mi sento meglio di come l'ho cominciato. Non mi sembra poco.
E a voi?