mercoledì 29 ottobre 2008

Una conseguenza del tutto inaspettata


Il week-end non era iniziato nel migliore dei modi. Mi stavo preparando per uscire con una ragazza brasiliana piuttosto carina, quando ricevo un suo sms che mi avverte che il nostro incontro è saltato causa cattivo tempo. E' vero che faceva un po' freddino, ma Collina Juventus-Perugia l'aveva fatta giocare in condizioni ben peggiori. Tra l'altro la proposta di bere qualcosa insieme era sua. Insomma, me l'ha cantata e suonata tutta da sola. Per farla breve, passo una serata casalinga con un bel film e quattro chiacchiere al telefono.

Il giorno dopo mi sveglio intorno a mezzogiorno e vado a pranzo con tre miei compagni di università. Incontro A. dopo cinque o sei anni e la trovo in forma smagliante, con i capelli più, lunghi, il sorriso più convinto e circondata da un alone di freschezza. Beh, è inutile che vi descrivo gli altri due, sono quelli nella foto di qualche post fa, dategli un'occhiata per rinfrescarvi la memoria. Ci mangiamo una pizza e parliamo della vita dicendo un po' di cazzate (soprattutto io, ma anche gli altri due) e qualche verità (soprattutto A. e nessuno di noi tre).

Usciamo dal ristorante e ci facciamo una passeggiata fino a Portobello Road, il pomeriggio è uggioso, ma la compagnia è piacevole anche grazie a gli altri due e non solo per A.

Facciamo un salto in un negozio vicino a Notting Hill che mi piace molto e in tutta fretta mi compro la maglietta che indosso nella foto. Li saluto e me ne ritorno a casa.

Verso le nove mi trovo a Bond Street con Valeria B. Facciamo due chiacchiere passeggiando alla ricerca di un pub dove berci qualcosa. Ci scambiamo consigli sulla nostra tormentata vita sentimentale (a dire il vero la sua si può forse dire tormentata, la mia attualmente mostra elettrocardiogramma piatto), e parliamo dei massimi sistemi. Lei è stimolante ed a volte mi sorprende con delle vere proprie perle. Per esempio, nessuno aveva mai usato l'espressione "falange oplitica" in mia presenza. Quando mi decido a togliere il maglione ed a sfoderare la mia maglietta nuova, lei mi guarda attonita e dice:"Sai cosa vuol dire?". Io cado dalle nuvole e lei allora mi rende edotto sul simbolismo gay ed alla fine della lezione scopro di indossare la maglietta utilizzata solo dagli avanguardisti dell'orgoglio gay.

Io rimango sorpreso e faccio buon viso a cattivo gioco. In fondo quanti potranno saperlo?

Più di quanti immaginate è la risposta.

Con Valeria B. raggiungo Mara al suo ristorante a Soho, dove raccogliamo una bella combriccola e ci dirigiamo verso un locale per fare due salti. Non prima di farmi dire da un manager gay del ristorante, che la maglietta potrebbe anche essere interpretata come un inno al fisting. Io faccio spallucce e replico che all'occorrenza posso correre piuttosto veloce.
Arriviamo al locale e mi sento stranamente allegro inguainato nella mia maglietta allusiva, sarà la compagnia, saranno forse le birre a stomaco vuoto (mi ero dimenticato di cenare). Parlo e rido un po' con tutti, non capisco bene perché ma al ristorante sono molto popolare e sto simpatico quasi a tutti.

In inglese a volte mi ritrovo a dire cose che difficilmente direi in italiano, sarà che mi suonano diverse e più neutre, anche se in realtà non lo sono affatto.

A un certo punto dico una di quelle cose ad una persona e si scatena un effetto a catena che produce prima una fragorosa risata, poi un abbraccio convinto ed alla fine mi ritrovo, come conseguenza del tutto inaspettata, tra le mani un numero di telefono.

Come dice Jannacci:"Io circospetto mi guardo in giro e metto via".

lunedì 27 ottobre 2008

Comunicato di Servizio ( 3 )


Abbiamo prenotato il biglietto per Zanzibar! Quindi dal 29 novembre al 8 dicembre saremo in Africa. Io e Mara ci congiungeremo con un altro emigrante in loco e perlustreremo l'isola. Faremo pervenire un rapporto dettagliato.

Se avete qualche consiglio, so che qualcuno a Zanzibar c'è stato, per favore inviate il vostro commento.

Inoltre ho appena preso il biglietto per tornare in Italia intorno a Natale. Starò la bellezza di 8 giorni, dal 20 al 28 dicembre. Quindi prenotatemi 5 cartelle per la tombolata kitsch.

Se invece volete venire a Londra prenotate sto aereo e smettetela di cincischiare.

sabato 25 ottobre 2008

Testa Piccola




Un giorno, un mio vecchio collega di lavoro, sognando ad occhi aperti la sua donna ideale butto giù una breve lista di caratteristiche necessarie e sufficienti:

1) Bella
2) Votante rifondazione comunista (2002)
3) Interista

Tutto sommato tre caratteristiche piuttosto comuni e se discutibili nel merito non sono di per se del tutto strampalate.

Utilizzando la proprietà della probabilità degli eventi indipendenti possiamo fare un piccolo calcolo di quante donne soddisfano queste tre caratteristiche.

1) Bella

Il mio collega era sulla ventina quindi consideriamo come papabili tutte le donne tra i 20 e i 29 anni. Secondo i dati ISTAT del 2003 più o meno il 12% delle donne soddisfano questo criterio.
La percentuale di donne belle è opinabile e dipende dai gusti. Lui aveva scelto una cifra molto restrittiva del 0,5%.

Probabilità 1 = 0,12*0,005 = 0,0006

2) Votante rifondazione comunista (2002)

Alle politiche del 2001 rifondazione comunista ha preso il 5% e la percentuale dei votanti si è attestata al solito vicino all'ottanta percento.

Probabilità 2 = 0,05*0,80 = 0,04

3) Interista

Qui i dati sono un po' contrastanti, ma una stima ragionevole si attesta nelle vicinanze del 13%

Siccome per eventi indipendenti le probabilità si moltiplicano. Il risultato associato alla donna perfetta è:

Probabilità Donna Perfetta = 0,0006*0,04*0,13 = 0,00000312

Il dato visto così è un po' muto, ma si mette a parlare se lo moltiplichiamo per un milione e troviamo quante donne soddisfano contemporaneamente i requisiti preso un campione di un milione di persone (di sesso femminile).

Numero di Donne Perfette per milione = 3,12

Solo 15 in tutta la Lombardia!!!

Insomma anche pochissime richieste comuni possono ridurre il numero di persone disponibili in maniera vertiginosa.

Allora forse ha ragione una mia amica che si limita a scartare quelli con la testa troppo piccola.

lunedì 20 ottobre 2008

Consigli per gli acquisti


E' un po' di tempo che non leggo un bel libro, che non guardo un bel film e che non ascolto un nuovo album. Quindi vi chiedo una mano. Mandatemi un consiglio.

Io lancio le mie scelte:

Libro: Non buttiamoci giù. Nick Hornby.

Film: Le invasioni barbariche

Album: Around the Sun. R.E.M.

giovedì 16 ottobre 2008

Emigranti


In questa foto ci sono circa 30 anni di esperienza lavorativa, 8 lauree, 3 master ed un paio di dottorati.

Siamo i nuovi emigranti.

Le nostre storie sono molto diverse e mi piacerebbe sentirle e soprattutto farle sentire a chi in Italia ci e' restato.

Spero di ricevere i vostri commenti.

domenica 12 ottobre 2008

Cleopatra's nose


Pascal disse che se il naso di Cleopatra fosse stato più piccolo, la storia del mondo sarebbe stata diversa. Gli storici inglesi utilizzano questa frase per evidenziare come i più grandi eventi siano stati determinati, spesso, più dalle debolezze degli uomini che dalle loro virtù.

Visto che in italiano abbiamo una sola parola per tradurne dall'inglese due molte differenti, noi traduciamo con storia sia "history" che "story", voglio ancora giocare e provo ad applicare questa frase anche alle storie d'amore.

Molti rapporti di successo sono fondati su debolezze complementari. Immaginate a quelle coppie formate da una persona compulsivamente desiderosa d'affetto e da un'altra ossessionata dal possesso e dalla gelosia. Questi due, normalmente considerati difetti, si autoalimentano in un circolo virtuoso.

Poi ci sono le coppie formate da delle persone che condividono lo stesso difetto, anche queste possono funzionare bene. In genere si è accondiscendenti con chi ha le nostre stesse debolezze. A meno che no siano di natura potenzialmente distruttiva, come il gioco o qualsiasi altra dipendenza grave.

Esiste anche la coppia santo (più spesso santa) - diavola/o. In questo caso uno dei due è dotato di uno spirito materno che porta a perdonare e anche a provare gratificazione nell'accudire l'altra metà.

Lascio a voi completare la casistica.

Lo so, starete pensando che la mia è un'analisi pessimistica. Ma sono sicuro che siete stati abituati a pensarvi sempre pro-attivi nei rapporti e rovesciare il punto di vista non può nuocere a nessuno. I pregi e i difetti non sono sempre un valore assoluto (aprite l'ombrello perché pioveranno lamentele dopo questa affermazione).

Se ci pensate, ad esempio, l'orgoglio nazionalista è considerato un difetto da molti ed una virtù da altrettanti.

Voi come la vedete? Qual'è il segreto di una storia d'amore di "successo"?

martedì 7 ottobre 2008

Permettete una domanda?


Questa volta sono tornato dall'Italia con una domanda che mi perseguita. Per togliermi ogni dubbio non mi resta che indire una sorta di sondaggio. Vi prego, partecipate numerosi.

La domanda, come effetto collaterale, ha anche il merito di sottolineare le insidie della semplificazione dicotomica delle opinioni e delle scelte. Ma non è questo che ci interessa adesso.

Insomma, il dilemma (posto ad un uomo etero) suona più o meno così:

"Preferisci baciare un uomo o leccare uno stronzo?"

Siccome sono un induttivo, come mi ricorda un'amica amante della retorica, mi piace la generalità. Quindi riformuliamo la domanda in questo modo:

"Preferisci baciare una persona del sesso opposto ai tuoi gusti oppure leccare uno stronzo?"

Aggiungiamo inoltre che la persona di sesso opposto potete immaginarvela affascinante e di vostro gradimento. Per quanto riguarda uno stronzo, intendo in senso letterale e non figurato.
Il bacio va considerato appassionato ed alla francese.

Io gioco a carte scoperte. Bacio un uomo senza neanche pensarci.

Voi cosa scegliete?

P.S. Per favore bisessuali e coprofagi si astengano al fine di non alterare la statistica.

giovedì 2 ottobre 2008

Post introspettivo


C'e' voluto un po' di tempo ma alla fine è arrivato.

Il grande Lebowsky in un commento mi chiedeva: "Dai fammi un bel post (anche introspettivo) da dove posso intravedere che hai pochi rimpianti e molteplici vie di fuga...".

Due anni fa non ero felice. Allora non ero cosciente, ma era così. Ho sempre avuto il desiderio di vivere all'estero e di conoscere nuove culture, una volta rimasto solo e con nessun legame, mi è sembrato naturale partire. All'epoca ero come una molla compressa, schiacciato da una situazione lavorativa assurda, da una vita stressante e da un rapporto agli sgoccioli. Ero molto nervoso. Il mio stato di agitazione era solo in parte procurato da quello che vi ho appena elencato, l'elemento che acuiva a dismisura il mio disagio era la triste sensazione di non assomigliare più a me stesso. Di non piacermi più. In quegli anni avevo pian piano tralasciato di fare più o meno tutte le cose che nella vita mi era sempre piaciuto fare. A cominciare dallo sport, alla vita sociale (in senso pro attivo come ad esempio l'associazione Energia Libera), a frequentare i miei amici ed alla fine anche la lettura mi era diventata estranea.

Quando ho deciso di cambiare il peso che mi schiacciava si è magicamente spostato e sono schizzato a centinaia di metri. Quando ho dato le dimissioni ho passato un giorno a ridere senza motivo, tanto da avere, verso sera, dolore alle mascelle. Questo stato idilliaco è durato diversi mesi, fino a quando non mi sono guardato indietro ed ho cominciato a riconoscere i miei errori in quello che era successo.

Per molto tempo mi sono spaventato della facilità con cui sono sparito e mi sono allontanato da tutti. Ho capito di aver, in un certo senso, sempre frapposto tra me e gli altri una barriera emozionale e di aver vissuto i rapporti non a pieno. Quando faccio accenno alle mie colpe intendo proprio questo. In questo ultimo anno ho imparato a lasciarmi di più andare, a dire quello che provo. Ho anche sviluppato un'attenzione verso il prossimo che prima non avevo, adesso ascolto e guardo le persone in un altro modo.

Non rimpiango nessuna delle mie scelte, almeno nessuna degli ultimi due anni. E' un po' strano da dire, ma ho sempre avuto la sensazione nella vita di dover rincorrere qualcosa o di essere in ritardo nel raggiungere un obiettivo. Buffo, ma mai come adesso mi sento soddisfatto di quello che sono, mai come ora sento che la differenza tra quello che voglio fare e quello che faccio è minima.

Insomma se ha ragione Gandhi quando dice che: "un uomo è felice quando dice quello che pensa e quando fa quello che dice", non sono poi così lontano da quella nuvola eterea chiamata felicità.